Senza nemmeno una piegolina. Senza un barlume di onda, un moto, un sussulto, una cosa così. Si vede da qui che non c'è un filo di aria, che le onde minuscole fanno lo stesso rumore della Fanta, quando apri la lattina, e nient'altro. C'è un sole opaco, giusto per dire che c'è il sole, e uno strato di nuvole pigre che ne occulta lo splendore. Non che faccia brutto, solo così, anestetizzato, lentissimo, immobile, direi. Qui nella casa fra le rocce nessuno è sveglio, e chi si è svegliato presto si è guardato in giro e si è riaddormentato secco, e chemmimportammè. La Bruna Fidanzata è partita questa mattina, lasciando un JuniorIng. malinconico e contrariato. Domani partirà il Liceale, verso un'avventura attesa e temuta, lascia più di un cuore infranto sull'Isola, come nelle migliori tradizioni. Queste sciocche, strane, non consuete vacanze scorrono così, con la consapevolezza di doversi in qualche modo calmare, rilassare, di dirsi che è tutto a posto e quel che non è ci andrà, che le cose stanno prendendo il giusto cammino. E quel buco nello stomaco non accenna a restringersi e quel peso sul petto non accenna a diminuire e come vorrei avere un ferro da stiro e stirare per bene le pieghe della mia anima stropicciata e confusa, un ferro gigante e potentissimo, a vapore, magari, di quelli neri da tintoria, lo stesso che stanotte ha stirato il mare.
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1 commento:
un saluto da un posto fresco ma non liscio liscio come il tuo mare
un abbraccio
MR
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