Pioggina di fuori e rose di dentro. Le rose e la pioggia sono uguali e diverse, uguali loro ma diverse le stagioni, qualche volta. Rose messe a caso, disordinate e sparse, gambi lunghi e corti, strappate, nemmeno còlte per bene, recise con le forbici, no, strappate così, nemmeno le mie, rubate, ma non è rubare se la casa è disabitata, se lascia i fichi in balia degli uccelli e degli insetti, se il cortile è pieno di erbacce e mattoni rotti. Fuori piove sottile, l'ombrello nemmeno serve, ma chi ne ha voglia di andarci, là fuori, le goccioline si prendono meglio in collina, sul sentiero o nella strada tutt'intorno al villaggio, c'è odore di terra e di pace, di silenzio e di erba bagnata, ma non intrisa, appena un pò. E' l'autunno, bellezza. Quello che fa rosse le foglie e poi le fa cadere, quello umido e malinconico, ma struggente e bellissimo, a guardarlo bene, ha dei colori così esclusivi, così unici, così impossibili da replicare, dovresti metterci il rosso, il giallo, e un pò di verde scuro, e poi temperare il marrone ma solo la punta e passarci il dito, e poi la nebbiolina, di che colore la faresti la nebbia d'autunno, che non è mica quella di gennaio, quella è grigia secca, questa no, è dolce e rosata, appena appena, e poi arriva solo fino a metà collina , sta sospesa, non è muro o lenzuolo, quasi vola, spruzzata, non vedi? E' l'autunno bellezza. Quello che ti fa coprire un pò di più, che nasconde quel che resta del sole e del mare, e del sale e della sabbia, quella che ti fa riporre i sandalini flat e i coralli e le magliette leggere, che ti fa venir voglia di cene con gli amici ma a casa, a cucinare ognuno qualcosa e a chiacchierare fino a tardi, e mentre chiacchieri fare la maglia, che nessuno storce più il naso oramai, che si sono abituati e nessuno lo nota più. Così, rose e pioggia, pioggia e rose d'autunno, rose rubate perchè ancora bellissime, di un colore che acceca, rose e pioggia leggera, che forse ha già smesso, vado e vedere, lo dicevo io, che nemmeno serviva l'ombrello.
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