04 dicembre, 2010

Il sole a dicembre.

Aprì gli occhi. Inizia così uno dei mie libri preferiti in assoluto, che avrò letto una trentina di volte, in italiano e in francese, che posso dirne dei pezzi a memoria, anche, che ho fatto leggere a un sacco di amiche, che ho regalato tanto, setacciando i mercatini dei libri usati, anche quelli del lungo Senna, e che poi ultimamente ho trovato su Ebay, edizione 1965. Ho aperto gli occhi stamattina e mi sono innamorata di questo sole immobile, insperato, che riluccica la neve dei campi, la brina sui rami, persino l'aria. E' tornato il pettirosso a VillaVIllacolle, stamattina si discuteva se fosse Federico II, III o quindicesimo, certo è che quando arriva è quasi festa, quasi vacanza, certamente quasi Natale, anche se mancano un sacco di giorni e a tratti se ne ha voglia e a tratti no, a tratti si dice, Bleah, Natale, e subito dopo si pensa a come fare a rendere natalizio il davanzale, gli addobbi si fanno nel week end dell'Immacolata, ci siamo quasi, no? Aprì gli occhi. Mi sono stropicciata fin troppo nei giorni indietro, oggi avrei solo da stirarmi e stare bene, appiattirmi per bene, lucidarmi un pò, farmi brillare, sberluccicare da questa neve preziosa, sì, ce n'e ancora perchè è ghiaccia, e fa rumore se ci cammini sopra, ci affondi poco, puoi scegliere se farne di nuove o se ripercorrere le orme sul sentiero, quelle  di ieri e di ieri l'altro, puoi indovinare ancora quelle della lepre, era una lepre, giuro, non era un coniglio, perchè correva zigzagando e aveva le orecchie molto più lunghe. Aprì gli occhi. Oggi nessun programma scritto sulla lavagna della cucina, coi gessi colorati dell'IKEA, ho voglia di leggere e di leggere, e ancora di leggere, scelgo un posto accanto al camino e mi ci fiondo, mi sotterro di pagine e capitoli, libri a manciate, me ne metto accanto due o tre e ne leggo un pezzo di uno e un pezzo di un altro, intermittente, come le lucine di Natale che dovrei mettere alle finestre. Ma se apro gli occhi, fuori c'è un sole invitante e sfacciato, che mi dice, vieni, vieni a correre con me, vieni a sentire che aria pungente e profumata di pulito, vieni a respirare il freddo e scuotiti di dosso tutti gli stropicciamenti e i magoni e le menate, anche, ma quali libri, ma quale camino, fuori è un mix perfetto di gelo immobile e di energia, di brillamenti e di bellezza, per i libri tempo ce n'è, sarà buio presto, do retta a questo sole e a quest'aria libera, anche se qualcosa mi dice che del sole a dicembre sarebbe meglio non fidarsi. Ma chi se ne frega.

Hai inventato delle parole, lo sai, sì?
sì, lo so, ma ci stavano bene.
massì, hai ragione, a rileggere, ci stanno bene.
ecco, appunto.

4 commenti:

Knitaly ha detto...

Che immagine forte! Non sempre ci accorgiamo della luce e dell'energia che ogni mattino ci riversa addosso.
Dovremmo ricordarcelo più spesso!
Buona domenica!

Luigi ha detto...

Cara collega Knitaly, a voler fare il nostro mestiere a tutti i costi, si dovrebbe dire che non v'è certezza alcuna che domani il sole sorgerà ancora. Ma in fondo non c'è una grande distanza tra scienza e filosofia.

Anonimo ha detto...

che libro è? :-)

Unknown ha detto...

ma come mi piace come scrivi :)
un caro saluto, aria

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...