Che belli sono.
Cioè, dipende.
I giorni prima di Natale sono quelli che prepari tutto, che ti svegli presto per stirare quei millecinquecento tovaglioli che serviranno, che sono quelli rossi e a disegnini, quelli che hai trovato al mercato e che staranno un amore con la tovaglia bianca e le lucine e i melograni da centrotavola.
I giorni prima di Natale sono pienissimi di cose da fare, ma tu devi knittare a velocità supersonica un maglione a trecce azzurro polvere e incartarlo con la carta da pacco e lo spago e metterci un cuoricino di legno e scriverci a pennarello Enrico, che tutti gli altri li hai già fatti e sono già lì e questo è l'ultimo e ce la farai, ti manca una manica ma ormai è fatta. Gli piacerà.
I giorni prima di Natale sono quelli delle pulizie mondiali, compreso il dannato lampadario della cucina, di quelli che pulirli è un delirio vero, tutto gocce e cristalli e riflessi, che se c'è una macchiolina invisibile si vede subito, qualcuno giura di aver visto nei giorni scorsi pure una ragnatelina impercettibile, rimossa velocemente e al suo posto una ghirlanda di cuori e fragole ricevuta in dono. Si sa, le ghirlande di cuori e fragole sono fatte apposta per correre in soccorso di casalinghe assurde che non c'hanno sbatti di pulire il lampadario. Non alla perfezione, almeno.
I giorni prima di Natale sono quelli che ti vengono in mente tante cose, tradizioni di una famiglia disintegrata, la sera delle 7 cene, che è stasera, dove si devono mangiare 7 cose, chissà perchè. L'insalata russa di mia nonna, gli zii di Genova in visita che dormivano in salone, l'albero di Natale vero e profumato che veniva poi piantato nel giardino, in quel praticino perfetto di erba piccola e muschio, mia mamma lo chiamava così, praticino, alberino, usa sempre i diminutivi, mia mamma.
I giorni prima di Natale sono quelli che ti prende a tratti una malinconia piccola, che sembra nascosta dalle palline rosse e invece ogni tanto eccola lì, ti prende quando non sai, mentre sei lì a guardare una tazza buffa da regalare a non sai chi, davanti a una vetrina dove compreresti tutto, mentre guardi gli astici rassegnati al banco del pesce.
La malinconia di Natale, ho scoperto, si combatte con gli abbracci.
Quelli veri, delle persone che sono vicine a te tutto l'anno e di più a Natale, di quelle che non hanno bisogno di tante menate, di quelle che sanno e lo sanno bene, di quelle che sono nel posto giusto al momento giusto, sempre, e a Natale sono sempre al loro posto, che è quello più prossimo, più vicino a te.
Gli abbracci di Natale sono quelli che ti fanno dire che bei giorni questi qui, che ti fanno pensare che hai voglia di festa e di luccichii e di un vestito rosso e di ballerine dorate, di cose belle e di pacchettini, non da scartare ma da far trovare, inaspettati, sorprese lucide, le migliori, le più luminose.
Abbracciate molto, questo Natale.
E' l'unico modo che si ha per cambiare le cose, per farne capire altre, per scacciarne altre ancora.
Sarà un bel Natale rosso e brillante, semplice e bellissimo, il lampadario non sarà pulitissimo, la tovaglia non sarà stiratissima, ma auguro a tutti le cose più belle, un pacchettino minuscolo e praticini di muschio con alberi veri, ritorni a casa, vestiti rossi, ballerine dorate e un cuore che balla.
5 commenti:
Mi hai fatto ballare Laura. Grazie! Buon Natale, semplicemente, a te e a tutta la tua famiglia!
Un abbraccio dal cuore a te e alla tua famiglia ... e mannaggia alle poste il pacco non è arrivato. Renata
buon Natale Laura..ti lascio piccoli messaggi un po' dappertutto...spero che qualcuno ti arrivi!ciao.L'amicadelvillaggio
auguri!
agli altri, aggiungo anche il mio abbraccio! buon tutto v. :-)
Posta un commento