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03 maggio, 2006

Il bianco incontra.


Lo si sa, il bianco è il colore dell'estate. Evanescente quanto basta, sia esso una t-shirt banale o un semplice pantalone di cotone, il bianco da tempo immemore c'ha il suo bel perchè e mi si passi la sgrammaticata mattutina, in fondo di licenza poetica potrebbe ben trattarsi. Il bianco è usato dai più verso la fine dell'estate, per risaltare i residui di un'abbronzatura che è stata e non è quasi più, per sentirsi elegantissimi e virginali anche in pizzeria e il Cielo voglia che non si debba imboccare la creaturina inappetente, pena il veder stampato sulla manica o sulla coscia, a piacere, un triangolino di margherita doppia bufala o una bella impronta di spaghetti pomodoro e basilico. Di bianco ci si veste ovunque, forse non ai matrimoni, ma si ovvierà all'imbarazzo evitando chilometri e chilometri di taffetas, tulle e affini. Se bianco deve essere, che sia lino. E con accessori colorati. Sconsigliato per scampagnate e grigliate all'aperto, assolutamente deprecabile per accompagnare i bambini dal gelataio all'angolo. Nutro forti dubbi per le merende a pane e nutella. Ciò detto, un must have della stagione appena iniziata è una bella maglietta, un golfino romantico, una canottiera. Bianca, assoluta e purissima. E, già che ci siamo, una confezione di Viavà. Non si sa mai.

28 aprile, 2006

Echantillon gratuit.


Qui ci vuole un bel giro in profumeria. Giusto così, per sentire che c'è di nuovo, annusare nuove fragranze, guardare un pò i colori e via. La cosa che guardo più di tutte in assoluto, sono i packaging. Che a volte sono davvero geniali, siano flaconi di profumo, siano rossetti o palette. Soprattutto le edizioni effimere, cioè quelle che ci sono per un pò e poi basta e potresti anche piangere, ma proprio, quell'indispensabile braccialetto Dior con i due gloss, mi dispiace signora, è già esaurito. Tragedia. Ma da simili calamità mi riprendo molto in fretta, non c'è che dire. La profumeria è una specie di parco dei divertimenti, dove si può provare un pò di tutto, quel lillino lì, un rosa più acceso, osare un viola choc, profumi a manciate, dal kiwi alla tuberosa, dal ribes alla magnolia. La beatitudine. Un'altro aspetto non secondario sono i campioncini. Le commesse più zelanti e professionali sanno che il campioncino in sè e per sè è una garanzia di sicuro e costante acquisto per il prossimo quinquennio, se consegnato nelle mani della persona giusta. E io, modestia a parte, la nacqui. Così, anche quest'oggi ho avuto il mio bel regalo. Lillipuziane pastiglie di rossetto, un profumino da collezione, svariate creme in microtaglia, un bagnoschiuma. Il tutto racchiuso in un astuccino elegante e morbidissimo. Ero felice. In una giornata cominciata un pò così, i campioncini Chanel hanno fatto la loro bella parte. Ma ai profani o semplicemente ai pragmatici, leggi, mio marito, l'operazione campioncino suona maledettamente beffarda. Egli si domanda, infatti, nella più totale innocenza, di quale entità deve essere l'esborso in euro, per godere di tali dorati privilegi? Beata ingenuità. Meglio non sapere.

26 aprile, 2006

Di corda, di paglia e di tricot.


Chiamarla Bibbia non è sacrilego. Semplicemente, la è. Ad ogni cambio di stagione, Elle insegna, per tempo e per benino, come muoversi, cosa comprare e dove, le cose che piaceranno, i cocktail che si berranno, le spiagge da non perdere. Si legge e si sceglie. Se averle oppure no. Di solito, sì. L'estate che sta arrivando porta con sè, accidenti, una fresca ventata di cose che, c'è da farci la firma, personalmente adoro. La corda, le zeppe, le ceste di paglia, il tricot. Basterebbe già per un accenno di valigia. Non serve altro. Parei di mille colori, da usare addosso o per stendersi, camicie candide, ceste enormi, magari con fiorellini applicati, occhiali non banali, zero gioielli zero, al massimo un braccialettino coi sonaglini, ma ho già provveduto. Coraggio, l'estate arriverà, tra non molto. Giusto per portarmi avanti, i miei must della stagione, o meglio, alcuni di essi, ce li ho già. Ho un aureo costume, tanto per cominciare. Da non abbinare all'aureo pareo per scongiurare l'effetto gianduiotto. Poi ho i miei Ray Ban rosa dello scorso anno. E siamo a due. Di seguito, ho un cestino da picnic, di quelli superlusso che desideravo da sempre, con i piatti veri, le posate vere e non già di plastica, un tagliere e il suo bel posticino per tenerci al fresco una bottiglia di qualche cosa, coi suoi bravi calici, veri anch'essi. Puro lusso. Direi che ci siamo quasi. A giudicare dalla quantità del bagaglio che segna le mie partenze, tutto questo è poca cosa. Ho due mesi di tempo per fare il resto. Questo significa avere il senso della pianificazione e dell'organizzazione più pura. Ma tutte le volte che parto mi dico, quest'anno mi porto pochissimo. Di solito non dico bugie. Ho detto "di solito".

25 aprile, 2006

Non ho resistito.


E così, eccoli. Sono solo alcuni. E i limoni, sono quelli della Sardegna. Non ho resistito a immortalarli, mi sembrava di far loro un torto, parlando solo degli ultimi fatti e non di loro, che da mesi ormai vivono lì, nel cassetto della cucina, insieme a tutti gli altri, quelli normali, quelli di base, quelli che non ho coccolato, pensato, tenuto in braccio ed esibito come loro medesimi. A me sembrano carini. E, a giudicare dalla faccia meravigliata delle persone cui li ho regalati, ma che regalo sarà mai uno strofinaccio da cucina?, devo dire che sono piaciuti anche alle mie amiche.
Che mi abbiano mentito?

31 marzo, 2006

E chi lo ha inventato.


E' il delirio. Una bicicletta insignificante, leggerissima. E l'acqua. Una lezione di aquabike è quanto di più faticoso si possa inventare per trascorrere un'ora. O due, come mi succede da qualche tempo. Serve un costume e una buona dose di autolesionismo. Spinning in acqua, per intenderci. Una meraviglia. Faticoso certamente, ma si esce da lì, rigenerate, endorfiniche, felici. E ben sode, il che non guasta. Nient'affatto.

30 marzo, 2006

La zeppa.



La zeppa, è risaputo, ha il suo perchè. Guardata con sospetto dai più, idolatrata dagli stilisti, coccolata da chi, come la scrivente, non ha molta confidenza col tacco a stiletto e, anzi, lo trova piuttosto volgarotto, diciamocela tutta. La zeppa è IL compromesso. Rende regale un completino da segretaria, azzardato ma d'effetto l'abbinamento al gessato da CdA, assolutamente stellari con capri pants floreali o a quadrettini Vichy, che fa tanto primavera, cara la mia signora. Da non sottovalutare il lato estetico della questione. Allunga la coscia, alza il gluteo e mi va a conferire, con l'andatura esotica, quei 10 centimetri in più che male non fanno, nemmeno ai miei 170. Must have della prossima primavera, ma anche di oggi medesimo, merita un attento esame della vicenda specifica. E, all'uopo, oggi giro di ricognizione per farsene un'idea.

Direi che va bene.

25 marzo, 2006

Sa d'estate.


E' il profumo dell'estate. Sa di mare, anche. Freschissimo, misterioso il giusto, persistente e leggero. Da usare quando si ha voglia di vacanza e di niente e di sole e di sabbia. E di mare, appunto.
Lo so, lo so. Se uno guarda fuori si deprime eccome, certo, estate non è.
Ma i tre spruzzi di Pamplelune di questa mattina sono stati il mio modo di celebrare che sì, in fondo farà freddo e il cielo è color pentola, ma da stasera c'è l'ora legale, alla fine Ulisse tornerà (!!!), e il sole, prima o poi, arriverà.
Troppi futuri, ma rende l'idea.

22 marzo, 2006

La Leggenda.


Si narra che Hermés l'avesse disegnata apposta per Grace Kelly, nei tardi anni 50.
E che la Principessa di Monaco, splendida e di classe, la usasse per nascondere ai paparazzi il suo stato di attesa, Carolina, appunto.
Da dire, nulla. E' La Borsa. La perfezione assoluta. E' elegante, sportiva, da giorno e da sera, da lavoro e da diletto. Sta bene col tailleur, i jeans delavè, la T-shirt d'annata. E' Lei, la Ur-Borsa. La Kelly. Ne possiedo qualcuna, di caucciù e di pelle, arancio, nera, biscotto, ma nessuna originale. Ha prezzi stellari e 6 mesi di attesa. Solo l'Onorevole (?) Daniela Santanchè si può permettere una collezione e mai borsa più bella è stata indossata da donna più volgare. E' l'unica sbavatura. Ma le leggende, si sa, non scelgono a chi piacere, e non si può avere sempre una platea d'eccezione, non completamente. A me piace per la sua forma geniale e per quel suo essere sempre al di sopra delle tendenze e dei must di stagione. Rende regale una gonnina già vissuta e un capri pants insignificante e un pò stropicciato.Con zeppa o sandalino piatto, fa la sua venerabile figura.
Stellare, appunto.

21 marzo, 2006

Li voglio!

Da annoveraretra le mie venticinque passioni ( e se fossero ventisei o ventitrè?), ci sono anche gli occhiali. Da vista, ovvio, dato che li porto e non per vezzo. Veramente, mi piacciono da sempre. Ricordo le tragedie delle mie compagne di quarta elementare quando, alla visita collettiva, ricevevano la famigerata busta gialla indirizzata alla famiglia, dove si consigliava l'uso degli occhiali alla creatura che, nonostante il primo banco, continuava a scrivere non allineata sulla riga.
Io, felice. Come se avessi ricevuto un regalo. Ho iniziato a portare gli occhiali in quarta, appunto. E li porto tuttora, non sono miope. Insomma, un difetto leggero.
Possiedo una quantità di occhiali, da vista e da sole. Colorati, strani, serissimi, da ufficio e da serata. Di madreperla e di celluloide, di titanio e di legno. Belli da morire.
Questi della foto saranno miei prossimamente.
Ultima collezione di Chanel, rettangolari con spigoli morbidi, neri da professoressa. Solo, hanno delle mini borchie sull'astina.
Un delirio.
Da abbinare a tubino nero e perle, una cena a due con mio marito.
E senza scordare uno scialle impalpabile e un tacco importante.
Sognare, in fondo, non è pericoloso.
Non ancora, almeno.

16 marzo, 2006

Passion lives here.

E' una passione insana, lo so bene. A dirla così, neanche tanto perversa.

Mi piacciono le agende è una frase che, detta così, non scuote di un millimetro gli animi di nessuno. Il fatto è che a me piacciono le agende scadute, Finite. Nel senso, nuove ma vecchie, vecchie ma nuove. E' un concetto di alto rivello e di complicata espressione.

Non scritte, immacolate, passate. Intonse. Del 2000 o del 74 poco importa. Candide, le sfoglio con devozione silente, un misto tra rispetto e magia. E fantasia, beh quella, di sicuro. Che cosa avrò fatto mai il 6 luglio del 2001? E alle ore 18 del 27 febbraio che genere di appuntamento avrei mai dovuto annotare?

Ancora non ho chiaro da cosa dipenda questo trasporto, certamente fa la sua bella parte la mia passione di scrivere, di tutto, su tutto, con tutto, sempre e comunque. E cosa c'è di più invitante di un foglio bianco, con una data in cima, di lato o al fondo? E poi, i mesi e i giorni scritti in lingue diverse, le ore scandite, i riepiloghi a fine mese...

Ne comprerei tonnellate. Non mi sta in testa buttare via tutti quei giorni, bianchi. Le salverei tutte dal macero e le terrei per me.

Forse, ho solo bisogno di uno bravo.

13 marzo, 2006

Senza riga, per carità.


Dopo i miei esperimenti di cucina, dopo la mattinata già frenetica alle 9 quasi, dopo la maestralata che ieri ha spazzato via tutto, cartelloni, foglie secche, rami e griglie di legno precipitate sulle MIE rose inglesi, beh, stamattina mi sento che so, Elena Melik, la signora esperta in cosmetica che scriveva o scrive su Grazia, mi sembra. Donna di raffinato buon gusto. Io, da parte mia, provo. Il gloss, ben lo si sa, ha la sua bella importanza. Esso rimedia una mattina in cui hai una faccia slavatissima, i segni del cuscino, un bel color sogliola che certamente non ti dona. Esso risolve la mancanza di tempo a un trucco da corsa, qualora necessitasse per accompagnare a scuola i bambini. Ma, a giudicare da qual che vedo ogni tanto, eccome se necessita. Il vero must di questa simil primavera che scoppietta e non parte è il gloss col glitter. Trasparente o appena rosato, sia esso Chanel o Dior, o Guerlain, come il mio medesimo, n.01, di un bel colore lunare. E glitterato. Ma, implorò Ella in ginocchio, esso non vuole mai, mai, mai il contorno labbra. Donerebbe un effetto viale da scongiurare, una volgarità gratuita, che per nulla si confà. Indi, solo una passata, con la divina spugnetta a bastoncino.
Il resto, verrà da sè.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...