Da annoveraretra le mie venticinque passioni ( e se fossero ventisei o ventitrè?), ci sono anche gli occhiali. Da vista, ovvio, dato che li porto e non per vezzo. Veramente, mi piacciono da sempre. Ricordo le tragedie delle mie compagne di quarta elementare quando, alla visita collettiva, ricevevano la famigerata busta gialla indirizzata alla famiglia, dove si consigliava l'uso degli occhiali alla creatura che, nonostante il primo banco, continuava a scrivere non allineata sulla riga.
Io, felice. Come se avessi ricevuto un regalo. Ho iniziato a portare gli occhiali in quarta, appunto. E li porto tuttora, non sono miope. Insomma, un difetto leggero.
Possiedo una quantità di occhiali, da vista e da sole. Colorati, strani, serissimi, da ufficio e da serata. Di madreperla e di celluloide, di titanio e di legno. Belli da morire.
Questi della foto saranno miei prossimamente.
Ultima collezione di Chanel, rettangolari con spigoli morbidi, neri da professoressa. Solo, hanno delle mini borchie sull'astina.
Un delirio.
Da abbinare a tubino nero e perle, una cena a due con mio marito.
E senza scordare uno scialle impalpabile e un tacco importante.
Sognare, in fondo, non è pericoloso.
Non ancora, almeno.
Nessun commento:
Posta un commento