24 marzo, 2006

La pioggia agli irti colli.


Non è proprio che piovigginando salga. Piuttosto pioviggina e basta. Cionondimeno, diluvia. Quel che vedo dalla mia finestra è quel che si potrebbe definire una sorta di condanna: pozzangherine di un bel colore fanghiglia pestata, cielo color schifido, e se non esiste non importa, alberi inzuppati, più del savoiardo nel tiramisù. Ci si ostina però a non rimettere il piumino, a girare senza calze, a dare un'occhiata alle magliettine colorate, a fare incetta di canottiere e di jeans con tutto un ramage di orchidee ricamatovi sopra, testè. L'esperimento riuscirà. Se non fuori dalla finestra, avremo la primavera dentro un cassetto, e la vedremo, splendente, socchiudendo appena appena la porta dell'armadio.
Coraggio, spioverà.

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