Di esperimenti ne faccio molti. Mi piace provare cose nuove, misurarmi, in un certo senso. Coi lavori manuali, perlopiù. Oggi è stata la volta della cucina. La domenica, lo è sempre. Ho tempo, non abbiamo orari di sorta, pranziamo più tardi, di solito ho un frigorifero colmo (ce l'ho spesso, in realtà, niente è più triste, per me, di un firgorifero con l'eco o abitato, tutt'al più da mezzo limone arido e un barattolo di maionese). Il mio esperimento di oggi è stato liberamente tratto da Il Cavoletto di Bruxelles, bellissimo sito di cucina al quale mi ispiro ultimamente. L'avverbio liberamente non è stato messo a caso. Trattandosi di esperimento, ho cannato in modo miserrimo forse le dosi, forse la modalità, forse il procedimento della famigerata Pasta Brisèe. Più che di pasta, trattasi di sbriciolamento, che certo non ha conferito un aspetto invitante a qualla che avrebbe dovuto chiamarsi Tarte Tatin. Certo, mi rifarò. Il sapore era davvero superbo. E' bastato cambiare il nome, e la Tarte Tatin è diventato uno splendi do Crumble di indivia e caprino. Come si dice in questi casi, ho fatto comunque la mia bella figura.
Mi perdonerete, lo so.
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