12 luglio, 2008
La quiete prima del delirio.
09 luglio, 2008
Per la miseria!
08 luglio, 2008
Projects.
07 luglio, 2008
Non vedo l'ora.

04 luglio, 2008
Ode al Supradyn.

Oh, maccerto, che càpita anche nelle famiglie migliori. Di sentirsi un pò stanche e affaticate, non proprio perchè si lavori in miniera, probabilmente a scaricare un camion di mattoni ci si stancherebbe di meno, dovrei chiedere al mio Amico delle Case, se mi lasciasse un giorno, appena prima di inaugurare il Palazzotto, provare in uno dei suoi cantieri, così, per averne la certezza matematica. Così, per tirarsi sù, per sopperire a una carenza vitaminica e a un esaurimento fisico più o meno riscontrato, chè quello psichico ormai, è cosa nota, si è presa la bella abitudine di una compressa di tale intruglio, ogni mattina. Inutile dirlo, ha un saporaccio. Di limone andato a male, di medicina, già, perchè lo sanno tutti che esiste un sapor medicina, sia esso antibiotico, antidepressivo o anti prurito: sa di medicina, fine. E la questione va aggravandosi, dacchè il rito del Supradyn si èspleta appena sveglie, in cucina, scalze, discinte e arruffate, appena dopo essersi lavate i denti. Ben perciò, il sapore del dentifricio và shakerandosi a quello delle vitamine. Bleah!. Ma, c'è un ma. Tale rimedio ha del miracoloso: già dal rumore che fa la compressa appena la tuffi nel bicchiere, che ancora non sei proprio bella sveglia e allora puoi stare lì qualche minuto ad osservare la pastiglia che da tonda diventa nulla, rimpicciolendosi vieppiù in un'esplosione di bollicine e di ssshhhhhhhhh che ti dà la carica, già da lì. Oppure, poichè l'operazione dura qualche secondo, puoi ottimizzare il tuo tempo, riempiendo il bricco del latte da scaldare, aprire le vetrate e verificare che tipo giornata sarà, proprio mentre la tua dose giornaliera di benessere si scioglie per te. Una volta assunto l'infernale intruglio, e celata la smorfia di disgusto, si può iniziare con calma la giornata, avendo la precisa sensazione di essere certamente più in forze di ieri e molto più di ieri l'altro, preparando una colazione da prìncipi, un rametto di oleandro e uno di menta, il profumo del caffè che il maestrale si porta via. Supradyn? Yes, please.
03 luglio, 2008
Riassunto delle puntate precedenti.
28 giugno, 2008
Se.

Se il vostro esame di maturità porta la data dell'11 luglio 1982.
Se ancora vi ricordate quella sete spropositata, quella emozione, quel tremolio delle gambe e quell'ansia che quasi si vedeva.
Se mai più nella vita vi è capitato di rivivere la stessa ansia per un esame.Be quiet.
La riproverete uguale uguale, bella bella, alla prima maturità orale del vostro primo figliolo.
E io che non ci credevo.
Che sono sveglia dalle cinque, che inizio mille lavori e non ne finisco nessuno, che ho già fatto un giro fuori alle 6 e 20 col cane, che ho portato il vetro alla campana, che ho una cucina che è uno specchio e che aspetto di svegliarlo e scrivoscrivoscrivo per stare calma. Ma calma, proprio calma non sono.
E no.Regali.
27 giugno, 2008
Caos.Tutt'altro che calmo.

Io non sono brava coi puzzle. Mai stata. Mi viene sempre voglia, ad un certo punto, di prendere la scatola e scrollarla giù dalla finestra, che è da venti minuti che sono lì con un pezzo in mano che non so dove diavolo mettere. Ma i miei giorni, questi qui, sono stati ben più complicati di un puzzle da ventimilamiliardi di pezzi. Il mio Sposo, che il Cielo lo sostenga, è ad altre faccende uso. Noi qui, si corre. In questo delirante avantieindietro, pur di rendermi il tutto più divertente mi sono fatta prestare una macchinina che mi piace tanto, ma che non potrò mai ahimè possedere, chè condannata son a guidare monolocali su quattre ruote, data la mia poderosa e sterminata famigliola. La mole delle ultime questione da sistemare prima dell'imbarco, previsto per i prossimi giorni, è di una tale sconvolgente entità, che mi ha fatto seriamente dubitare di poterla evadere senza riportare conseguenze e/o danni cerebrali permanenti. Insomma, ce l'ho quasi fatta. Con l'aiuto dell'Amico delle Lampadine, che con scioltezza ha sistemato l'impianto di irrigazione del giardino, che per un misterioso sortilegio aveva allagato le ortensie e seccato il pratino. Giorni roventi, in ogni senso. Non che non mi sia tolta le mie belle soddisfazioni, c'è da dirlo. Una cena improvvisata con le Amiche, per esempio, che era dal lontano 2003 che non uscivo da sola, cosa che quasi mi vergogno a confessare. O invitarne altre da me, un cous cous da primato e qualche figliolo. E poi acquisti, acquisti, che belli sono gli acquisti prima delle vacanze. Rilassati e gasati insieme, una manciata di costumini sberluccicanti, uno da trota fucsia, ma era l'ultimo, disdetta e proprio della mia taglia, potevo, potevo, potevo lascairlo lì, solingo, ramingo e guardingo? Ma no che non potevo. E poi brilli, brilli, brilli nell'olio, brilli nel gloss, brilli ovunque. Che sarò pure nel caos, avrò pure un figliolo che parla a latrati che domani, il Cielo volesse, Ben Maturo Già Sarà, e ci metteremo una bella pietra sopra e finalmente potremo tornare a parlare con verbi, avverbi e congiunzioni e sostantivi e pure aggettivi, già che ci siamo. Che avrò pure portato a termine una quantità di incombenze per le quali in media necessiterebbero un due/ tre settimane, ma signora cara, un brillo, un glitter, un paillette, rendono imperiale anche la più difficile delle settimane, e ben perciò, non indugi oltre. Mi va il luccichio. E anche il caos, qualche volta, riesce persino ad essere divertente.
25 giugno, 2008
Il salvataggio.
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Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...

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