10 dicembre, 2008
Devo spiegazioni.
L'altra vita.

06 dicembre, 2008
Zucchero a velo.

Si posa piano sul cuore, o dove ancora non lo so. Come sulle pere al forno, sulla torta paradiso, Piano, pianissimo, a piccoli fiocchi, leggeri, indefiniti, nella dimensione e nel colore. La tristezza non ha colore, e forse non si chiama nemmeno così, non è l’ansia, che quella la conosco così bene che la potrei disegnare, così, a mano libera, senza nemmeno i quadretti, eccome se la so, se la conosco. No che non è ansia: quella ti piomba addosso come un sasso, come i blocchi della neve che si scioglie e che volano giù dal tetto e sbattono di colpo sul terrazzo, su divanetti colorati della primavera, sulla mia pianta di salvia che di certo morirà, che sciagurata, lasciare la salvia fuori nel vaso, con questo gelo, ma era così bello vederla lì davanti alla finestra. Questa che ho non è ansia, è più piccola e sottile, è polvere, quella che trovi sotto il letto dopo un giorno di vento, sottilissima, impalpabile, coma cipria, borotalco senza profumo che ti cola giù, giù, fino in fondo allo stomaco e ti fa stare zitta e un po’ addormentata, ehi, ti svegli o no. E’ una malinconia romantica, nel senso più letterale del termine, troppo leggera per farti piangere davvero, ma per che cosa, poi, e troppo pesante per farti sorridere. Ti fa stare un po’ così, imbambolata, senza espressione e senza corrente, c’è qualcuno che ha staccato la spina, per caso?, triste di una malinconia soffice, malinconica di una tristezza che non traduci, che non sai, leggera eppure incomprensibile, e tu sei lì, a fare le cose di sempre, le stesse che ti rendevano allegra e ciarliera solo poche ore fa e che adesso ti fa dire, ma come, ma dove, ma quanto accidenti pesa questo stupido, inutile zucchero a velo.
05 dicembre, 2008
Bianco.

03 dicembre, 2008
Tagliata fuori.

Isolata. Emarginata. Fuori dal mondo, insomma. Senza internet, chiavette o connessioni o cose del genere delle quali poco comprendo, in realtà, ma che mi fanno sentire come in una giungla, in un'isola sperduta, sul cucuzzolo della montagna con la neve alta così. Mèndico. Una scrivania in ufficio per scaricare la mia posta, dacchè la mia umile casina non possiede più una linea, un guasto? un incantesimo? una magia? una fattucchiera ci ha messo del suo? uno gnomo burlone si è messo a giocare coi fili? un topolino li ha rosicchiati? un'intera famiglia di talpe/serpenti a sonagli/ghiri/iguane ci ha fatto la tua tana, proprio là, sulla stradina che porta la connessione a casa mia. I figlioli furenti. Come inviare messaggi d'ammoooooore, chi guardare su Facebook, come trastullarsi ore ed ore come tutti i fanciulli del globo terracqueo? E io, come avvisare il mio fedele pubblico (!) dei preparativi per le feste a Villa Villacolle, del muro blu', dei pettirossi, della domenica beata, del lunedì agitato e convulso, delle cose di ogni giorno, insomma? Ma il piu' arrabbiato di casa è Egli. Lui. Il Sommo Isoscele Altissimo Levissimo Purissimo. Lui che da casa ci lavora. Lui che tra poco farà anche un programmino per farsi il caffè. Lui, che gestirebbe al computer anche la cova e la deposizione, qualora gli pungesse vaghezza di acquistare una gallina. Egli è un bufalo, una iena nemmeno tanto ridens. Egli ha sbraitato per ore nel telefono, ieri, peraltro con scarsi risultati. Egli non sopporta di digitare, attendere, stare lì a sentire musichine, spiegare a ventiquattro operatori diversi che cosa diavolo è successo. Egli vuole la connessione, punto, dovesse venire anche Ilary Blasi, Abatantuono, Panariello e la Incontrada, insomma, tutti, ad installare una linea nuova. Così, in questa immensità, si annega il nostro essere isolati dal mondo. Ma so che Lui sta cercando il numero del Vaticano. Non mi stupirei.
30 novembre, 2008
L'eternità.

28 novembre, 2008
Desperate?

26 novembre, 2008
Bell'e stecchita.

Diciamo che ho perso conoscenza. Di botto, così. Nonostante Le Iene alla Tv, il gatto che mi faceva le fusa a un millimetro, la Princi accatastata accanto a me anzi su di me, stecchita essa pure. Non esiste un quando, in verità, cioè non hai mai ben chiaro quando ti addormenti, a che punto sei arrivata con quello che stai guardando, o pensando, o, nei casi piu' gravi, dicendo agli astanti. CI si addormenta di scatto, come se andasse via la corrente, non so, tump! e i primi cinque o sei secondi ancora senti che intorno a te il mondo scorre, ma tu sei lì, acciambellata e arrotolata in una Regia Copertina fatta a mano da te stessa medesima, che è vero che è un pò corta ma insomma, eri così stufa di continuarla e impaziente di vederla lì, troneggiare sul ViolaDivano, che ti sei detta, ok, è finita, è proprio così che la volevo, dichiaro ultimata quest'opera d'arte. Fuori immagini un freddo porco, meglio polare, và, e c'è ben poco da immaginare, il freddo che fa è proprio così' questa sera, e allora si chiudono per bene tutte le persiane e la porta a chiave, con 3 giri, mi dà un senso di sicurezza chiudere a chiave la porta di ingresso, a dire, vedete? noi tutti qui dentro e il resto dell'universo fuori. Si chiacchiera, non troppo però, si fa uno sforzo mentale per programmare la mattina successiva, ma un bel niente, non si riesce a coordinare un pensiero sensato che sia uno. Così, avvolta nella coperta, a metà strada tra una bisnonna e una homeless, ci si schianta belle e sbaccalite sul divano di casa, il gatto vicino, la Princi incollata, il resto della famiglia sparsa, e un secondo prima di perdere conoscenza ti dici che sì, nessun posto è meglio di questo qua e che per niente al mondo mai vorresti svegliarti in un luogo diverso da qui.
24 novembre, 2008
Però, che bello.
21 novembre, 2008
Colà vi si apetta.

Una specie di gita scolastica. Solo, con molta piu' organizzazione e incastri e chi và a prendere chi, e a che ora, spostamenti e transumanze e puzzle,e una rete di messaggi che si incrociano, dacchè anche il mio Sposo si è dato alla macchia in queste ultime ore. I figli che crescono si riconoscono dal fatto che puoi anche pensare di prenderti un paio di giorni e dire, ok, io vado, vi lascio una tonnellata di ragu' e scorte da rifugio antiatomico, non incendiate la casa e non organizzate festini e rave party nella nostra magione pitturata di fresco. Per il resto, vado. E vado per vedere bene che cos'è, e per portare Cuore di Maglia in giro di qua e di là, e far sapere che c'è. Bello. Colà vi si aspetta, con Knitaly e Fux, avremo anche il tempo per farci un bel giro, due giorni di una specie di vacanza, che forse è un pò lavoro e forse è quella cosa che lavoro non è, ma che ti scalda così tanto che è molto, molto di piu'. Per il resto, tutti sistemati. L'Illustrissimo Sposo alla fine riederà al domestico focolare, e li lascio due giorni senza di me. Felici? Non so. Forse sì, a giudicare dagli strepiti di ieri verso le tredici e venti, che persino i Regi Pittori sono rimasti lì, bell'e sbaccaliti col pennello a mezz'aria, senza muovere un muscolo, Casomai Ce Ne Fosse Anche Per Noi, hanno pensato. Sì, ho urlato, nevrastenica, come posseduta dal demonio, mi capita qualche volta, con i miei due figlioli maschi, per due motivi diversi, ma si sa, una questione attizza l'altra e non se ne viene fuori. E il Giurisprudente, che per una volta, creatura, c'entrava proprio poco e non ne aveva colpa, mi guardava con quei suoi occhioni di bosco, Ma Mamma. Loro lo sanno, mi passa subito. Però, magari questo giro me la faranno pagare e allora sì che sarà tutto un rave party e feste e festini e ricchi premi e cotillons, ma poi, inspiegabilmente al mio arrivo troverò una casa linda, pulita, lucente e splendente, dacchè abili son a far sparire le prove e allora, in fondo, ma che facciano un pò quello che vogliono. Nei limiti, com'è ovvio.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...

-
La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...
-
Nasce nei muri Esplode di foglie tondeggianti e vellutate, belle alla vista e alle carezze. Nasce nei muri. Al sole, senza terra, ...