Sparsa le trecce morbide
Sull'affannoso petto,
Lenta le palme, e rorida
Di morte il bianco aspetto,
Giace la pia, col tremolo
Sguardo cercando il ciel.
Questo recitavo stamattina, scendendo lentamente le scale, scarmigliata, tossente, ( si dice, tossente?) febbricitante, malatissima. Dalla cucina, un numero imprecisato di figli intenti a far colazione, a disquisire di primissima mattina di Calciomercato, a compilare giustificazioni di assenze, sarà ben la Princi che mi ha regalato questo malessere o piuttosto la ramata di freddo che mi son buscata ieri? E dire che per un momento, ieri, m'era punta vaghezza di non mettere neppure le calze, c'è il sole, mi dicevo, che si mettono le calze a fare? Poi, ho capitolato. Emmenomale. Loro, i figlioli, han rivolto a me uno sguardo compassionevole, o meglio, tra il compassionevole e il sospettoso, CI Siamo Giocati La Mamma, Così, di Prima Mattina? Una mamma con la tosse, che recita la morte di Ermengarda poco dopo le 7 non è mica da tutti, sa? No, non lo è. Il mio Illustre Sposo, Unissimo e Trinissimo mi guardava di sbieco, Ussignur, E' Andata. Nel frattempo, io tossivo e tossivo, facevo un pò di scena, è ovvio, ma la tosse ce l'ho per ben sul serio, mi verrà un febbrone equino, passerò il resto del fine settimana appena cominciato tra le coltri, sofferente, febbricitante, e alla fine, stremata, mi abbandonerò a sonni deliranti e chiamerò Adelchi! Adelchi! con voce rotta dal pianto. Ma sono certa che anche allora, i miei figlioli e il mio Sposo continueranno beati a parlar dei fatti loro al tavolo della cucina, facendo colazione belli sereni e pensando che sì, la mamma è davvero una burlona, ma poi, alla fine, questo Adelchi, ma chi era esattamente? Continuiamo così, facciamoci ancora del male.














