14 febbraio, 2011

Scivolata.

Scivolati gli ultimi giorni, scivolata io, immersa e presa, in giro, molto in giro, sorpresa dalle millecinquecento cose da fare, come, non erano soltanto milleedue, mi sono sbagliata anche stavolta. Ho cercato di fare ordine, fuori e dentro, come dico sempre, mi sono sorpresa ad avere orrore della televisione, se non per un film senza pubblicità o un programma di ricette, mi fanno schifo tutti, anche il tg, tutti i tg, dal primo all'ultimo, salvo forse SkyTg24 ma per coerenza mi dico che vada al diavolo pure lui. Scivolata, a sistemare l'armadio delle lenzuola, dove, cascasse il mondo, non ho due federe uguali nello stesso ripiano, l'armadio degli asciugamani, che qualcuno sembra cashmere e qualcun altro carta vetrata, qualcuno me lo spieghi. Stasera ho fatto una torta a cuore, che ve bene che qui San Valentino non si festeggia, che non è mica una festa e una ricorrenza, e bla e bla, ma almeno una parvenza, i piatti a cuore, i cuori sparsi, ma a tutti questi maschi, tutti tutti per un pò, non gliene importa nemmeno granchè e all'Illustrissimo meno di zero, anche se mi ha stupito l'altro giorno arrivando con un fascio di mimosa del nostro giardino sull'Isola, Lo Sai, mi ha detto, Io Faccio Sempre i Regali Nei Giorni Sbagliati. E' una sera che scivola, oggi in giro con lei e le sue bambine deliziose, così bionde e sorridenti, ci siamo ripromesse di fare uguale a Parigi, chissà quando, ma una promessa è una promessa, e se è fatta va mantenuta, non importa quando, non importa come, l'importante è che. Scivolano via i pensieri di tutta la giornata, quelli che ci sono piaciuti e quelli che invece no, le parole e le parole e ancora le mille parole dette e ascoltate, e mentre le cose di oggi vanno via ci sono già germogli piccolissimi di quelle che saranno domani, progetti e pensieri, che domani non è poi così lontano se ci pensi bene, ma a quest'ora i pensieri  ti vengono random, così, senza un ordine preciso e scivolano sì, ma sparpagliati, voglio imparare a cucire, ho di nuovo voglia di leggere fino alla nausea, devo trovare il tempo, non andando a letto con le galline, per dire, che non so mica se tutti sanno che significa andare a letto presto, non proprio dividere il proprio pagliericcio con un pennuto ruspante, bipede e ovaiolo. Ecco, a quest'ora tarda mi vengono le cose più astruse, e anche i rumori di questa casa mi fanno dire che è quasi ora di spegnere la luce e che stasera leggere niente, ma domani un giro da Feltrinelli nessuno me lo leva, promesso, e lo voglio fare perchè leggere è per me una vitamina, e poi, lo sanno tutti, una promessa è una promessa, e se fatta va mantenuta, non importa quando, non importa come, l'importante è che.

1 commento:

daniela calme et cacao ha detto...

si, presto Parigi...

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...