Ho sempre amato le scale.
Forse più a salirle che a scenderle, non saprei.
Ho sempre avuto case con scale, dentro, intendo, quelle che per andare a dormire dicevi Vado a Dormire e quel Vado era un piccolo viaggio, salivi e trovavi come un altro mondo, i libri sul comodino, i silenzi delle altre stanze o la luce che ci passava da sotto, la testa affacciata, Non Dormi Ancora? Sì, 5 Minuti e Spengo.
Ora ho scale diverse da salire, salgo e trovo la mia casa, quella coi pavimenti colorati e anche i vetri, quella che ha balconi e citofono per dire Sono Io quando scordi le chiavi, e un pò mi piace scordare le chiavi, per farmi aprire, per capire che lì c'è qualcuno che mi aspetta.
Ho le scale di marmo del piccolo palazzo dove abito ora, col corrimano di ferro e non è come salire le scale di casa tua, è un piccolo passaggio dal mondo di fuori al mondo di dentro, e qualche volta ci incontro i vicini, Buonasera, Ciao, ed è bello fermarsi a chiacchierare ed è anche bello sentire gli altri che chiacchierano,ti senti parte di una cosa che non definisci, è' una sensazione che non ho mai provato prima, qualche volta mi viene da uscire a chiacchierare con loro, le parole sulle scale rimbombano un pochino e sembrano segreti importantissimi e invece sono solo la ricetta dell'arrosto o CheFreddoCheFa. Mi piace.
Le scale si salgono di corsa quando sei in bolla, si canta perfino qualche volta, si salgono ad uno ad uno quando ti trascini le gambe per la stanchezza e la paura, o soltanto perchè hai pensieri che ti avvolgono, belli o brutti che siano, e allora li vuoi pensare ancora un pò prima di aprire la porta e lasciarli lì, sullo zerbino con le scritte, accanto al corrimano di ferro che adesso è tutto una ghirlanda di pino finto ma che ha le pigne e sembra vera.
Le scale si scendono un pò in bambola la mattina presto, si scendono saltellando quando devi fare in fretta, o vuoi stare fuori poco, si scendono caracollando con la spazzatura, il vetro, la plastica,si scendono con i cartoni della pizza al domenica sera, ed è come buttare nel bidone un pò di festa, io non amo i cartoni della pizza, hanno sempre un significato, ambigui e un pò falsi, festa quando arrivano e tristezza quando li butti via, si fa così anche con le persone, quanti al mondo lo hanno fatto con me.
Mi piacciono le scale, le guardo anche nei film, quelle a chiocciola, o quelle quadrate, e le scale dei palazzi d'epoca del centro e penso sempre a chi le ha fatte e come, e in che stato d'animo e ci faccio delle mini storie, ho Instagram nel cervello, mi sa, solo che le mie storie le vedo solo io, e va bene così.
Salgo le scale, salgo verso il caldo di casa mia, le lucine alla finestre e anche sulla libreria, illumino a festa anche i miei libri questa volta, che sono cura e viaggio e terapia e amici e coperta e pace quando fuori è guerra.
Scendo le scale per andare nel mondo che c'è fuori, stamattina farà molto freddo, avrò un cappello luccicante e una sciarpa colorata, farò i gradini uno per volta,mi preparo alla città che si veste di Natale, un attimo ancora prima di aprire il portone, le mani in tasca, ho scordato apposta le chiavi per dire al citofono Sono Io, questa ghirlanda di pino, è vero, sembra vera.