21 dicembre, 2009

La Danza delle Scatole di Latta 2


Alla fine è arrivata anche a me. Dalla mia compagna di scatola, cioè lei. Questo giochino bellissimo, organizzato con rara maestria dalla mia Amica Parigina, mi ha portato grandi sorprese, chiuse dentro a scatole di latta che hanno danzato e danzato in giro per l'Europa. La mia, nella fattispecie, conteneva queste cose meravigliose. Dei baccelli di vaniglia specialissimi e profumatissimi, zuccherini, rose per i biscotti e un segnalibro. Che ho adorato appena l'ho visto, forse perchè io regalo sempre un libro e un segnalibro, perchè le dediche mi fanno malinconia, ma è il segnalibro che conta, o forse perchè Parigi è mia, forse ci ho abitato in un'altra vita, o ci abiterò nella prossima, chi può dirlo. Perciò, dato che, maguardaunpò, la mia scatola arriva giusto da Parigi, ringrazio con un bacino la mia Compagna di Scatola e anche la mia Amica Parigina. Mai giochino fu più divertente.

Il fuoco e il gelo.


Sono diventata brava ad accendere il camino. Non è cosa da tutti. Sono piccole, stupide, insulse soddisfazioni in questi due giorni sospesi, il ghiaccio sulle strade, la neve, la nebbia, e il gelo, anche quello, non solo atmosferico. Amo questo periodo dell'anno, mi fa sentire di più l'odore della mia casa e di casa mia, che non ha lo stesso significato, anche solo cambiando l'ordine del pronome possessivo. O meglio, lo amo a momenti alterni, adesso sì, adesso no, mi piaccono cose e ne detesto altre. Mi piacciono le luci, i brilli, i pacchi e non sopporto le telefonate e le millecinquecento discussioni di ogni anno, sempre le stesse, sempre le solite, potrei scriverle a memoria. Scocciata, ecco, direi che son così, scocciata, un pò delusa, esclusa e fraintesa. Non mi piace. Così, mi perdo in cucina, guardo fuori tutto il bianco che c'è, è finalmente tornato il pettirosso, il che significa che fa freddo sul serio e non per finta. Ho dei pacchi già scartati sotto l'albero zen, altri intonsi, altri destinati e chissà quando riuscirò a destinarli. Le vacanze sono in parte già iniziate. il mio Illustre Sposo e il Junior Ing, alla fine riederanno alla versione natalizia della loro magione, e qualcosa si combinerà pure tutti insieme, noi famiglia rom di ogni Natale che viene, noi troppi e chiassosi e sempre così impegnati, noi che abbiamo tutto e che non ci serve niente, nemmeno un abbraccio e un Buon Natale, nemmeno il contare quanti agnolotti per la Vigilia o forse l'insalata russa è meglio se la fai tu. Noi, sempre fuori da ogni festa e da ogni conteggio di posti, noi che alziamo la media, noi che è sempre la stessa menata e che sono stufa, stufa, arcistufa, a questo penso avvolgendomi nel caldo odore di legno, abbracciandomi da sola, stringendomi addosso questo maglione rosa con le trecce, guardando un fuoco arancio e rossastro che ho imparato ad accendere così bene.

18 dicembre, 2009

Chissà.

Chissà se nevica alla fine. Mi piacerebbe ma non vorrei. Che complicata che sono la mattina presto. Mi piacerebbe perchè la guarderei dalla finestra e me ne starei tappata in casa, dalla collina non si scende se c'è la neve, è tradizione, oramai, tanto che quando si sentono gli spalaneve e si vedono le luci gialle che girano un pò ci dispiace, come, di già? e noi che volevamo starcene qui al caldo e avere la scusa per non mettere il naso fuori dalla porta. Non vorrei perchè se no, domani, come si fa, ad essere al Madama Knit? Chissà il freddo, il sottozzero con due zeta che vuol dire che proprio fa freddofreddo, come quando si dice dammorire con due emme, o perchemmai quando una cosa proprio la vuoi sapere e sei curiosa e curiosa e ti piacciono così tanto le sorprese e poi questo è proprio il periodo, delle sorprese, è così bello, ti senti sospesa, Me Lo Dici? No, E' Una Sorpresa, che bella frase sarà mai da sentire, anche a me che non resisto, che non apro i pacchetti a Natale ma un picosecondo dopo che li ho tra le mani, io non resisto, curiosa che non sono altro e poi , wow, mi piace da morire, non solo la sorpresa ma tutto il resto, anche, i pensieri che hanno avuto per me, il tempo che mi hanno dedicato, la cura, le cose. Chissà quante altre sorprese, belle s'intende, che avrò per questo Natale che viene. E chissà che bei giorni e che belle sere e che bei momenti perfetti. E chissà quante cose avrò ancora da fare, adesso che ancora non ho ancora compilato la mia lista per non scordare niente e chissà che guaio di persone e macchine e pacchi e furgoni e parcheggio ci sarà in città, ma io non mi smuovo, ho le mie sorprese già qua, già scartate sotto l'albero zen, zen di palle bianche e senza luci, zen di una stella di cristallo, di ghiaccio sembra, luccicante e luminosa, zen di un semplice, perfetto, avvolgente benessere, ben stare, come si dice, chissà se la neve ma poi alla fine, che nevichi, ma poco.

16 dicembre, 2009

Limpido.

Come il sole più il freddo, è un'addizione, non lo sapevi? Freddo + sole = limpido. Io così faccio le operazioni e non occorre nemmeno metterle in colonna, nemmeno andare alla lavagna, o contare con le dita o col pallottoliere, si fa a mente, così. Limpido come il cielo d'inverno, l'acqua del lavandino l'ultima volta che sciacqui l'insalata, limpido come il mare, le lacrime, i sorrisi, le storie che si raccontano la sera. Limpidi, come sono limpidi gli occhi che guardano, a scrutare, a capire, che cosa vuoi capire se hai già capito tutto. E' limpido il cuore di chi sa ascoltare in silenzio, limpidi sono i sogni che volano fuori dalle finestre chiuse, limpidi i sonni, i risvegli, i pensieri. Limpide, come le sere come questa, non so bene se ci sono stelle o no, non ho guardato, non guardo perchè so, io so a memoria il cielo che c'è fuori, perchè è lo stesso disegno che ho dentro di me, non occorre che guardi, sto come il cielo d'inverno, meraviglioso, misteriosissimo, buio cobalto, ma che colore è mai, è buio sì, ma un buio che brilla, come l'aria gelata che ti ghiaccia le mani, il respiro, il sorriso quello no, è un sorriso freddissimo e caldo di burrocacao. E' una sera da incorniciare, così bella che non sai, una sera che brilla, dolcissima, trasparente, una sera che ne vorresti a centinaia, fredda sì, ma fatti due conti, freddo + buio, anche questo fa limpido.

15 dicembre, 2009

Aria di neve.

Ammetto, ho fatto fatica ad entrarci. E adesso ci sono, completamente, assolutamente, irrimediabilmente. Ad entrare nel clima di Natale, all'inizio si è un pò recalcitranti, ci si dice che no, Quest'anno un bel niente, niente code, niente file, niente regali, niente di niente. Ma poi, come si fa? In effetti svariati modi ci sono di calarsi nel mood. Nella casa sulla collina, per esempio, si stabilisce che, a partire da adesso, sono ufficialmente iniziate le vacanze di Natale. Sì, è delirante. Ma si può fare. per esempio, uno dei figlioli ha già sospeso le lezioni all'università. E uno. Il Liceale ha già partecipato alla festa degli auguri della sua squadra di calcio, con tanto di panettone e calendario in regalo. E due. Alla mia porta ha già suonato per ben due volte la SDA Courier a consegnare due pacchi stracolmi di leccornie. E tre. L'albero di Natale, le lucine alle finestre, la scritta NOEL sul camino fanno il resto. E se due indizi fanno una prova, direi che ne ho a sufficienza per dire che sì, siamo in vacanza, da ora, da adesso, da poco fa. Certo, non ci può ancora attardare nel letto a stirarsi e a bearsi, ma insomma, siamo sulla buona strada. Manca la neve. Mi hanno spiegato che la neve arriva quando meno te l'aspetti, che si deve annusare per bene l'aria, scrutare i colori del cielo, sentire che proprio freddissimo non fa e si possono vedere dei piccolissimi, timidi fiocchi che scendono giù, e ne scenderanno una tonnellata, anzi, molto più di una tonnellata, così la strada che arriva alla casa in collina sarà del tutto impraticabile e allora, di certo non si si avventura fino in città, e si starà rintanati in casa, a leggere e fare cose, fregandosi le mani, Nevica!, che nessuno metta il naso fuori casa se non per fare a palle di neve. Vaneggio. C'è un cielo azzurrissimo e un freddo becco, della neve neanche l'ombra, una lista lunga così di cose da fare, eppure, io sono in già vacanza. E' vero, due indizi fanno una prova. Purtuttavia, ce ne vogliono altri. Mooooolti altri.

14 dicembre, 2009

11 dicembre, 2009

Le luci e il gelo.

Non esiste un vero momento in cui si terminano gli addobbi di Natale. Hanno un inizio, sì, Oggi Farò l'ALbero, si dice, ma poi, ogni occasione è buona per aggiungere qualcosa. Si scarta un pacchetto e si annoda il nastrino alla maniglia del forno, si comprano all'Esselunga fascine di sterpi brillantinati, da metter dove? un posto lo troveranno. Questo non smettere, questo accanirsi a mettere cose nasconde in realtà ben altri significati. Si cerca in ogni modo di non pensare alle solite, noiose, sfiancanti questioni che il Natale ogni anno porta con sè, nel cestino della frutta secca, i datteri, il torrone e i mandarini. Pensieri sottili, vigliacchi e striscianti, che ti sei allenata così bene negli anni a scacciare, ma che invece no, non te la danno vinta e piano piano, meno prepotenti di una volta, ma non per questo meno pericolosi, arrivano, come il presepe, come l'albero grande della piazza e la slitta illuminata. Sono pensieri che conosci così bene, e che non vorresti mai, ospiti sgraditi come gli orridi babbinatale che scendono dai camini. E confezioni per te l'ennesimo Natale privato, privatissimo, con le persone che ami che sono tutte qui, nella casa sulla collina. Per questo, col gelo del mattino, scarmigliata, mezza in pigiama e Superga coi brilli, natalizie anche loro, spargi luci sui davanzali, a stordirti con l'aria fredda sulla faccia, a illuminare un buio che sai a memoria, a sollevare questo peso sull'anima, luci che scàccino via questo vuoto assurdo che senti, questo senso di tempo perduto, questi orridi babbinatale che scendono dal camino.

10 dicembre, 2009

Christmas DIshcloths.

Sono il terrore delle mie Amiche. Sono quelle cose che si guardano e si dice Mmhhh, bello, ma che roba è. Sono i sostituti dei famigerati centrini. A me piacciono tanto. E a me soltanto, come molte cose, ultimamente, a partire dalla gabbietta. Nemmeno tra le domestiche mura sono compresa. Ho passato il week end dell'Immacolata presa dal sacro fuoco, l'avevo scritto anche sulla lavagna della cucina, Proponimenti per questa Vacanza: Leggere fino a star Male, Knittare a Oltranza, Fare Niente o Poco Più. Così, come già successe tempo fa, sono entrata nel tunnel del Dishcloth Natalizio. Ne ho fatti e ne ho fatti. Casette innevate, babbinatali, guantini, abeti, pacchiregalo. Uno dei miei figlioli, ne taccio l'identità per pura decenza, mi si è avvicinato, sbocconcellando qualcosa per merenda, e chiedendo Cos'è? E' un Alce, Tesoro. Ah, Credevo Fosse. Taccio anche la risposta, che certe parole a una signora non si confanno. Non mi lascio certo influenzare. Io continuo e continuo, il dishcloth dà un piacere sottile, è una specie di cubo di Rubik, conti e conti, k6, p3, (k4, p6)x 3, roba che chi mi conosce sa che non ce la potrei mai fare. E invece, toma castagna! ce la faccio eccome, e sforno questi delizioni straccetti che orneranno la mia cucina nelle vacanze natalizie. Non ne regalerò a nessuno, le mie Amiche li odiano, sono sola solissima in questa avventura. Pazienza. Ma potrei sempre inventare dei nuovi schemi, con altri soggetti, decisamente più torbidi di un fioccodineve o di una stellacometa. Dopotutto, secondo il mio figliolo, ho già iniziato. Ci penserò. Hard Dishcloth. Il nome è già un programma.

09 dicembre, 2009

Il buio che scolora.


Dovrò decidermi a cambiare l'assurda suoneria che ho per svegliarmi. E' una specie di spirale, una roba che ti gira nel cervello e ti scuote, troppo, secondo me. Non hai molto tempo di realizzare, devi essere subito sveglia, schizzata, sciroccata e presente a te stessa. E non va bene. Soprattutto in mattine come questa. Sei sveglia, sì, e guardi fuori, il buio che c'è ancora, ma come, non è notte fonda? No. Se guardi bene, il buio scolorisce, non è la luce che arriva prepotente, è lui che diventa pallido, più chiaro, sempre più chiaro, fino a diventare luce. Dipende da come le giri le cose, per capirle. Il buio ha un suo fascino e un suo perchè, può essere meraviglioso o terrificante, a seconda di come lo guardi e dove e con chi. Il buio della notte si guarda con gli occhi sbarrati e fissi, e il cuore a mille, e non si ama come questo. Il buio del mattino può essere meraviglioso, a guardarlo dal letto, gli occhi trasparenti che si hanno appena svegli, mentre metti insieme i pezzi della giornata, ad incastrarli tutti per bene, oggi questo e questo, e poi questo e questo all'infinito. E' un bell'esercizio di meditazione, raramente ci si riaddormenta, ci si gode lo spettacolo in prima fila, ancora un minuto, ancora due minuti, senza guardare mai che ora è, si calcola a mente, e non si sbaglia quasi mai e se succede, è di pochissimo. Ci aiuta il buio. E quando poi non si può più rimandare, che non si ha voglia di firmare nessuna giustifica per essere arrivati in ritardo a scuola, che non si ha voglia nemmeno di essere in ritardo sulla tabella personale, che ci si tira sù, gli occhi sempre incollati alla finestra, la nebbia oggi? forse sì, e si cerca di darsi un tono e dirsi sù, anche se l'unica cosa al mondo, l'unico grande desiderio del momento sarebbe di stare qui, a guardare fuori l'impagabile spettacolo del buio che diventa luce.




07 dicembre, 2009

Piu' di una domenica.

E' un giorno in più, e non è per citare Fabio Volo, che proprio non lo reggo, scusate tanto ma mai e poi mai comprerei un libro suo, non so perchè. Nemmai lo leggerei. Son cose. Questo è un giorno vinto, una vacanza nella vacanza, un giorno che è normale all'apparenza ma che trova la casa in collina affollata il giusto. Nessuno a scuola, nessuno al lavoro, ognuno impegnato in quel che più gli aggrada. Dormire, fare colazione, leggere, suonare, fare un bel niente. Un giorno guadagnato, che ieri era festa, e domani lo sarà di nuovo e che oggi non serve che da passaggio, di festa in festa, di calma in calma, di bello in bello. Il ponte del'Immacolata è quel che serve per calarsi con grazia nel mood natalizio, si comincerà a stilare la lista dei regali hand made, che quest'anno quelli si fanno, ci è punta vaghezza di far tutto da sè, che è così cool e radical chic, lo vedi, volevo regalarti un portafoglio di Gucci e invece eccoti un bel centrino da mettere sotto la tv al plasma. Ma non è vero, tranquille stiano le mie Amiche, di certo non farò loro uno sgarbo così. Oggi, nel giorno vinto, mi baloccherò in giro con la PrinciCheCresceTroppoInFretta, affronterò con un sorrisone le schermaglie che già sento di sotto in cucina fra l'Illustrissimo Sposo e i MaschiFiglioli, che quelle, in grazia di Dio, non mancano mai, leggerò i tre libri che ho lì a pagina 18 tutt'e tre, che ancora non ho capito quale proseguire per primo. E poi, qualcosa inventerò. Un giorno normale di festa regalata, alternando euforia e confusione, pensieri nebbiosi a pensieri stellati, ferri circolari e ferri dritti, diavoli e acquesante, bastoni e carote, ortiche e lillà.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...