24 marzo, 2010

Se sto così.

E se sto così, sarà la primavera. Così. Come non me lo spiego, così. Piatta e confusa. Assonnata e inconcludente. Energia, come Bolzano, -2. Che bello quando leggevano le temperature alla tv. Bolzano era sempre -2. Come me adesso. Meno due o meno mille, che differenza c'è. COme se mi avessero messo le pile al contrario, sono nuove, ma vedi, ancora non hai imparato a mettere quella piatta vicino alla molla e quella col pirulino dall'altra parte. Si impara così, si imparano così le cose, ci si danno dei codici, si insegnano anche, la destra è la manina bella, la sinistra quell'altra, a fare i nodi alle scarpe, prima fai un pancino e poi ci leghi intorno la stringa, lo vedi? Che mi insegni qualcuno a uscire da qua, dalla latta di vernice collosa dove sono scivolata, da queste sabbie mobili scintillanti di glitter, ho pitturato oggi, sto facendo delle cose per il Camp, sarà quello che mi suggerisce tutta questa metafora, sono in un barattolo di Vinavil, mi ci sono fatta la doccia e adesso il Vinavil è diventato secco, e nessuno che prima che si asciugasse mi ci abbia incollato una figurina con un sorriso, un fiorellino, qualcosa di buffo. Non sto male. Sono un pennello lasciato fuori e non sciacquato, inservibile, ci devi lavorare per farlo tornare utile, sono carta stropicciata, e nemmeno i fiori che ho visto finalmente, son serviti, margheritine, nontiscordardime, persino le violette in fondo al pratino e che delizia lasciare la finestra spalancata e respirare l'odore che c'è di sera se è una bella sera, terra, forse, foglie nuove, fiorellini appena appena, le gemme, i germogli invisibili delle ortensie, l'erba fresca, il cielo, finalmente, allora è vero, se sto così, sarà la primavera.

23 marzo, 2010

Le cazzate son carezze.


Ho creato un caso. Strano orpello, questo del blog. Una si sveglia, si sente storta, stortissima, inversa come Po e che fa? lo scrive. E scrive subito dopo che, magari per non farsi prendere dagli eventi, dalle cose, per non centrare in pieno l'entrata del tunnel ma di scansarlo via via, pensa a una cretinata, che so, calze a pallini, un profumo che sa di bosco, e, alla fine, l'Introvabile Smalto. Il delirio. Sù e giù per lo stivale tutto, in ogni angolo recondito dell' Italica Penisola, tutte a dannarsi, a farsi degli sbatti da cinema per trovarlo. Ho perciò una mappa ben precisa di tutta la vicenda. A Firenze, lei lo ha trovato, alle amiche non è granchè piaciuto ma lei chissenefrega, lo ha adorato all'istante. All'alba di stamani, da Perugia, la Vicina del 12 mi manda un secco Quaggiù Niente e dopo qualche ora, TrovatoMaCheGuerra, che già me la vedevo, compunta ed educata a strattonare il prezioso boccettino dalle mani di un'altra sciura, indegna di tale sciccosissimo liquido color tortora/mauve. Due Avvocate a Torino, dieci minuti in Corte d'Appello e tutta la mattina in giro per negozi e vetrine e scintillar di cose, anche loro in missione, ancora non so l'esito ma relazionerò appena saprò. Da Alba invece non si va tanto per il sottile, si scorre mentalmente la rubrica, Vediamo, dice, Potrei chiedere a, nientemeno che in Azienda maccerto, come ho fatto a non pensarci. La mia Amica della Moda lei sì che ci sa fare, se ci fosse ancora la Coco buonanima, non si farebbe scrupoli a suonarle il campanello, Scusi, Avrebbe un Dado, e mentre c'è, venti boccettini di smalto, lo sa che le mie amiche ne vanno pazze? Questo è l'antefatto. La tesi è. Che mi ci hanno fatto pensare, che ognuna di noi ha figlioli scellerati e mariti complicati e impegnativi, e case cui badare, e lavori, che vanno sì, che vanno no, che vanno così, e ansie e paure, e casini inenarrabili, e questioni e debiti e faccende e depressioni e nervosi e cattiverie e grane e situazioni. Che a pensare alle cazzate, si dice a Perugia, male non fa. Stacchi un momento, non è detto che le cose si risolvano, anzi, certissimo che no, ma almeno lo fai un pò sorridendo, che non ci hai pensato per un pò e già ti senti meglio. E con una manicure piuccheperfetta, che di questi tempi, mi aiuti a dire, son soddisfazioni.
Alle mie Amiche sparse un pò dovunque, felice di farvi una carezza anche da qui.

Anemoni e pastelli.

Li vuoi? Sono i tuoi fiori preferiti, un pò volgari, a dire il vero, con quel bottoncino nero al centro e tutti quel colori forti, e quei petali sconnessi e scomposti. Non hanno il rigore delle rose, la semplicità delle margherite, la complessità delle ortensie, l'eleganza delle orchidee. Ma fanno allegria, disordine, un allegro disordine, un'allegria disordinata, per giocare con le parole. E' divertente. Fuori la nebbia fitta, qui gli anemoni colorati. La mattina va così. Pioviggina e pioviggina, non fa nemmeno un bel rumore, anzi, se non guardi bene nemmeno ti accorgi che piove, devi strizzare gli occhi o guardare i tetti o per terra, per poi di dire, Ma Di Nuovo. Sì, di nuovo. Un mazzo virtuale di popolani anemoni, villani nella loro colorata sfacciataggine, ce li avevo anche nel mazzo da sposa, non era mica usuale, tutti volevano mughetti e rosine candide e io no, voglio gli anemoni, li han trovati chissà dove, il fioraio era impazzito, mi ricordo bene. Impazzirei anche io se li volessi trovare stamattina, ma che m'importa, ce li ho, è una bella foto, li posso guardare e guardare, colore e colore per il seppia che c'è fuori, una fotografia dentro a un baule, di quelle di cartone spesso con il nome del fotografo stampigliato in oro, io no, voglio una foto colorata sul BlackBerry, altro che cartoncini polverosi di muffa e naftalina, la stessa del mio cervello, credo, che non ne vuol sapere ogni tanto, ma se ne sta lì, sotto sale, bello spianato a non funzionare, a non fare nulla, odioso di un cervello. Confusa più di ogni mattina, sciroccata più del solito, oggi non cedo al grigio, oggi non mi lascio catturare dal Totano Gigante, oggi voglio colori e colori, oggi non penso, oggi il mio cervello balla e corre, non mi immusonirò, non starò lì a frignare e a lamentarmi del tempo e del raccolto, mi metto un rossetto, mi faccio la coda, gli occhiali da sole, oggi coloro, mi porto i pastelli, non si sa mai.

22 marzo, 2010

Voglia è un'altra cosa.

Ci si è fatti una specie di training, questa mattina, Alzati, che è Meglio, Vedrai che Giornata Luminosa. Sì, certo, come no. A guardar fuori vien la nausea, a guardarsi allo specchio uguale, un bel colorito nebbia, sono tutt'uno con l'universo e l'universo è parte di me, mi sono mimetizzata col cielo, ho una faccia color di niente e gli occhi fermi, e ferma sono anche io, ma si può iniziare la primavera in questo modo, e non solo per il tempo atmosferico, echissenefrega alla fine, ma con questa ciondolante indolenza, con questa zero voglia di zero, con questa faccia un pò così che abbiamo noi, e nemmeno ci vado a Genova, che magari là c'è il sole e col sole cambia tutto, cambia il riflesso, cambia la prospettiva, cambia la luce, cambierebbe anche la mia faccia, mi sa, che nessun fard illumina, stamattina, che di cose un mucchio e di voglia nessuna, eppure ero partita bene, oggi sarà una bella giornata, più che un proponimento una supplica, eddai, fai di quest'oggi un giorno decente, ho adocchiato due margheritine nel prato, si vede che la primavera non ne può più di giocare a nascondino con la pioggia e il gelo e le calze e gli ombrelli, e allora, che salti fuori, accidenti a lei, e dia una mano di colore tutto in giro, così, a casaccio, che rovesci la vernice un pò dove capita, compresa la mia faccia, e che mandi del seltz, della Citrosodina, del gas nonsocosa per darmi un tono. Nel frattempo, porto in giro una faccia di seppia, mi trascino ciondolante, guardo fuori e mi vien la nausea. Bel colpo.

19 marzo, 2010

Introvabile.

E' un colore non definito, tra il mastice, il tortora, il beige, il marroncino. Quel che so è che è un must. Mi piace, sì, o meglio, comincia a piacermi, nel senso che appena l'ho visto ho fatto bleah!; il quarto d'ora dopo mi sono detta Mah! e adesso lo adoro. Banderuola che non sono altro, ma in effetti è un pò azzardato, dopo anni di militanza Rouge Noir, passando per il Blue Satin, approdare con leggerezza a questo 505 Particuliére che è già esaurito dovunque. Le fashion addict lo ben sanno, è così cool, così improbabile, così bon ton, così dannatamente chic. Si vedrà. Certo, il colore dà il meglio di sè sotto il tiepido sole primaverile e questo fine settimana tutto promette tranne che sole, venticello e fiori di pesco. Ma intanto, si fa una specie di esercizio, lo si guarda con attenzione, si cercano sfumature e somiglianze, sembra anche un pò mauve, a guardarlo bene, come fa a non essere bellissimo? Un oggetto del desiderio, la vera novità di questi giorni imperfetti, un cucchiaino di frivolitudine nel folle impasto di una vita frenetica e incasinata, tra figlioli e questioni, mariti illustri e amiche storneggiate come e più delle scrivente. Si prova un pochino, appena dopo la doccia, si stende con cura, su un dito soltanto e lo si guarda da lontano, la mano tesa, la faccia dubbiosa, a dire, Come Sta? Lui, il famigerato 505 Particuliére va provato nel chiuso della propria magione prima di sfoggiarlo in pubblico, eccerto, dacchè io già lo possiedo. Imperfetta sì, storneggiata anche, ma dilettante, giammai.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...