10 maggio, 2010

Ah....

...è stasera, alla fine.

Se le nuvole o il cielo.

Chi lo sa se sono nuvole vere o se è il vulcano. Impossibile, lo so, che si veda da qui, le nube del vulcano viaggia più alta, ma mi piace pensare che sia quella, che qualcosa arrivi da così lontano, mi affascina, non so come. Le nuvole di stamattina, a guardarle dalla finestra socchiusa, che c'è un'aria profumata d'acqua e di fiori  bagnati, di petali sul pratino, di acero rosso pieno di diamanti e pietre preziose, goccioline perfette che lo fanno più bello, c'è profumo di rose in boccioli ancora troppo chiusi, e per forza, col freddo che fa, le rose vogliono il sole a picco, quello che ti fa togliere la maglia e dire CheCaldoCheFa. Nuvole, così spesse che quasi non sai se dietro ci sia il cielo oppure no, non come con la nebbia, con queste nuvole puoi farci un mantello, un cuscino morbido per riposare. Guardare le nuvole facendo colazione è quanto di più rilassante ci possa essere, in una bella mattina, in un bel lunedì di cose qualunque da fare, cose semplici e per questo così rassicuranti. Non c'è nemmeno tanto disordine, si può iniziare la mattina con calma, per il delirio tempo ci sarà nella settimana che viene. L'esercizio consiste nel fissare un punto d'azzurro, una macchia proprio lì, sopra il ciliegio e vedere chi avrà la meglio, se le nuvole o il cielo, chi vince alla fine, se l'indaco o il celeste, se il grigio o l'azzurro. Lo stesso si fa per l'anima, si guarda in sù e si decide di chi innamorarsi, stamattina, se del mistero o della luce, se del sereno o delle ombre. Se dar retta ai pensieri cupi o  farsi illuminare da quell'angolo di azzurro, se avere gli occhi fermi o sorridere, se la quiete o la tempesta, se la pace o il delirio, se le nuvole o il cielo.

07 maggio, 2010

Per me.

 E' arrivato un pacco rosa, insieme ad altri due, stamattina. E' un gran traffico di pacchi e pacchetti, in partenza e in arrivo, si prepara il Cuore di Maglia Camp, e man mano che si avvicina l'ultimo week end di maggio, le cose da fare sembrano sempre di più. Ma noi qui, tra la casa in collina, le Amiche sparse sù e giù per lo Stivale Intero, le Auctoctone che fanno il punto della situazia ogni giovedì pomeriggio, trovandosi al Bio, non ci facciamo certo intimorire. Abbiamo instituito ponti radio con Torino e Milano e Cuneo, è tutto uno scambiarsi di mail e messaggi, e questo e quell'altro, che più di un Camp sembra una convention di Confindustria, ma insomma, noi ci quotiamo, perchè noi valiamo e non mi viene in mente nient'altro.
Ma oggi.
E' arrivato il pacco rosa, il mio indirizzo scritto per benissimo, ordinato, un pò più pesante del normale, io c'ho mestiere e so indovinare con esattezza se trattasi di scarpine o copertine, dal solo soppesare il pacco medesimo. Bene, erano cose bellissime. Una anche per me. E una per la PrinciAerosol. Meraviglia. E' sempre una grande meraviglia ricevere regali, soprattutto da chi non sai, soprattutto da chi non hai visto mai, ma che ti legge e ti scrive e ti dice cose così belle che non meriti, e che insomma, ti fa un regalo che più azzeccato di così, e più bello di così.
Diamanterosa. Eccolo qui. Un quadernino per i sogni è un grande lusso, mandato da chi i miei sogni, i miei magoni, le mie più piccole cose le legge ogni giorno, qui. E due penne rosa e viola per scriverli, fermarli, non dimenticarli mai. Il mio nome c'è già, è l'immagine che c'è sopra, Diamanterosa, c'est moi. E a volte mi si chiede il perchè di tutto ciò, il perchè di questo scrivere e raccontare, che cosa ci trovi, in fondo. Non cosa, ma chi. Persone che ti mandano un pensiero da lontano, che ti scaldano con un pacchetto nel pacchetto,  che ti mandano un pò del loro cuore facendo la fila alla posta, e ci mettono un pò d'affetto, una carezza. Io ringrazio. Io ringrazio chi mi ha mandato tutto questo, perchè è un regalo così bello, che può fare solo chi ha un cuore speciale, e tanti ne ho incontrati scrivendo qui, e allora grazie, alla delicatezza, all'attenzione, alla cura, grazie alla bellezza, al cuore che c'è dietro al  quadernino e a tutto il resto, un cuore lucido che abbraccio e non conosco. Ma so.

06 maggio, 2010

Le storie.

Sai raccontare una storia? Di quelle belle, però, che iniziano bene e finiscono meglio, non quelle noiose, o tristi, dove poi lui muore o lei va via o viceversa, da piangere, da leggere coi lucciconi, o da paura, peggio ancora. Sai raccontare una storia dove tutti stanno bene e sono felici e contenti e vivranno per sempre nel castello incantato? No, non le so raccontare le storie, io. Anche se ci provo, ogni mattina, a raccontare  delle cose , ma non è che mi riesca sempre bene. Bonjour, mattina di nuvole e di cose così, bonjour, mattina a tratti azzurra a tratti viola, durerà ancora molto, si dice, pioverà e pioverà. Lassù nella casa in collina si consumano piccolissimi drammi, la gita annullata della PrinciClavulin, il tendine del Liceale che non ne vuol sapere e altre amenità. Per il resto tutto bene grazie, così spero di Lei, Le scrivo questa mia eccetera. Le cose andranno tutte come vogliono andare, inutile che uno si agiti e si dimeni e imprechi e piagnucoli, o metta musi, c'è da prenderla come viene e non già come vorresti. Già. Una bella lista delle cose che vorrei, adesso. La colazione in piazza Farnese con Betta, per cominciare, coi giornali e il sole tiepido di una bella Roma. E poi, e poi...una passeggiata sulla spiaggia, magari alla Coluccia, perchè no, dalla parte più lunga, quella di là, quella coi ciottoli piccolissimi, non con la sabbia. E poi, e poi...vorrei un giro di shopping, non importa dove, magari da Merci a Parigi, a comprare quegli stampi per le torte che mi sono così pentita di essere stata saggia e non aver comprato. E poi, e poi...vorrei fare un giro in bicicletta in città, col cestino nuovo di zecca, quello coi fiocchi di tulle che sarà sul Summer Book e che adesso il pattern è top secret, così dice la Vice, e allora ci si allinea, eccome, se segreto deve essere, segreto sarà. Per ora non ho nessuna di queste cose, ma ne ho una nuova di zecca qui fuori, ed è già qualcosa che fa di oggi un giorno speciale. E poi,  un bel KnitCafè oggi pomeriggio, che è giovedì e che lo sanno anche i sassi, che quello serve sempre a farti stare bene, e poi ci sono tutti i progetti per il Camp da mettere sul tavolo, che ci siamo quasi, non manca mica molto, lo sa? Così, bonjour, mattina strana, farò di te una mattina  d'oro e d'argento, di brillanti e pietre preziose, sei una mattina qualunque ma  nemmeno tanto, e in fondo non sei nemmeno così odiosa. Bene, comincerò a sorridere. Di quei sorrisi che fanno male alla faccia , da tanto che ti sforzi, ma coraggio, non smettere e sorridi e sorridi, e fai anche un pò la scema, che col muso e gli occhi da cocker non è che si vada tanto lontano e sii un pò incosciente e molto oca, è così che si scrivono le storie, che ad essere saggia non è mica che ci si guadagna, sai? e dovresti averlo imparato a Parigi, ma come, la lezione degli stampi delle torte non ti è servita?

05 maggio, 2010

Tema in classe.

Orsù, bambini, ora prendete il vostro bel quaderno a righe, e scrivete in mezzo e con la penna rossa Tema In Classe. Una Giornata di Pioggia. Svolgimento. Sono sempre stata brava a fare i temi, che scoperta. In una cosa, almeno, dovevo per forza essere brava. Il mio tema di stamattina, invece, fa schifo. Schifo come quello che vedo di fuori, schifo come mi sento io adesso, schifo e basta. Bonjour, arciduchessa, mi sa che ha la corona storta, questa mattina. Un tantino, arciduca, un tantino. Mi sento come, aspetta che ci penso, ah sì, mi sento come se mi  avessero menato, se stanotte mi avessero preso a calci e pugni e sberloni, come se mi fossi fatta un giro nel frullatore, o se mi fosse passato sopra un autobus, o meglio, un tram, di quelli doppi, che le rotaie, si sa, fan ben più male delle gomme. Farnetico, lo ben so. Nemmeno il fatto che oggi sia il cinque maggio, mi aiuta un pochino, e resto così, percossa e attonita, nemmeno tanto collegata, senza i miei numeri della rubrica, obnubilata e ottusa, come dico sempre, sospesa tra l'obbligo di fare cose e la voglia di non farne nemmeno mezza, accomunata, credo, al 90 per cento della popolazione. Fatt'è che è il 5 maggio, fatt'è che son qui a sorvegliare la PrinciTachipirina, che non ci facciamo mancare niente, nemmeno un febbrone così, a sorpresa. Più tardi andrà meglio, lo so già, forse una doccia freddina mi darà una mano, curerà i lividi immaginari, farà passare questo male così nitido che sembra vero, questo essere passata nel gancio piatto del Kitchen Aid. Questo il mio tema di stamattina, non ho mai fatto i temi di attualità, oggi avrei preferito il tema storico e avrei parlato di Napoleone, ma forse, chi lo sa, lui nemmeno ce l'aveva il Kitchen Aid. 

Componimento confuso, sei andata fuori tema, punteggiatura corretta ma svolgimento insufficiente. Voto 4.

03 maggio, 2010

Se fai così.


se fai così non gioco più, è una frase sconnessa, che non si dice più dopo i dodici anni di età, forse anche prima, non saprei. Ho una musica così solenne nelle orecchie che non mi viene che da pensare a cose bellissime, a cascate, a fiori e a cieli e a nuvole e cose belle, ma sono in frantumi, mi  riduco in frantumi piccolissimi ogni tanto e poi mi ricostruisco, con pazienza, ma l'Attak non li mette insieme i miei pezzi persi, le cose non dette e solo pensate, le storie fatate, i campanelli nel bosco. Sono bei giorni alla fine, che iniziano male e finiscono bene, per fortuna, mi alzo con le ossa spezzate, già distrutta prima ancora di aprire gli occhi e  mi sussurro noncelafaccio noncelafaccio noncelafaccio e poi dal niente, esce fuori che è bello alla fine camminare sulle cose, a frantumare loro invece che te, e invece che non si dice, ma come pensi di vincerlo quel contest letterario, il primo e l'ultimo della tua vita, se scrivi invece che nessuno ti leggerà mai. Così, riattacca i tuoi cocci entro le 8 di mattina a bùttati di fuori, ad ascoltare le ore che passano così veloci che non ti danno il tempo di essere contate, come le pecore quando hai troppo sonno, arrivi a tre, massimo quattro, e smettila di farti in pezzi, smettila di distruggerti, non sei nemmeno così brava come pensi, a polverizzarti, se poi  ti riprendi così bene, anni e anni di esercizio, è il segreto, sù, sù, poche storie, lo sanno tutti che cadi sempre in piedi, saranno le vitamine, il rosario nella borsa che fa ridere le tue amiche- Domattina ci riprovo. Terrò le vitamine sul comodino, e mi ci faccio da subito, preparo già il bicchiere, accanto al quaderno dove scrivo i sogni per non dimenticarmeli, ma i sogni veri si sa, non si devono mica scrivere, si ricordano in automatico anche se ti svegli già in pezzi piccolissimi, frantumi di storie fatate e campanelli del bosco, che a rimetterli insieme ci vuol pazienza.

02 maggio, 2010

Prima del temporale.

Nuvole e nuvole, di quelle veloci, di quelle violette che profumano di acqua l'aria, che odore ha il temporale, non lo so, ma si sente. Viene voglia di partecipare a questa ballo della natura, di uscir fuori a saltare, ad annusare, a camminare scalza sull'erba del pratino, ad aspettare che i goccioloni vengan giù. Strani giorni di festa lassù, nella casa in collina, strane ore di sonno perso e di ansia, i figlioli, signora mia, non la smettono mai di preoccupare, nemmeno quando sono uomini fatti, a chi lo dice, e infatti, e perciò. Resta la domenica sera che è più domenica sera delle altre, solo per il fatto che sabato era più sabato degli altri, festa su festa, è così che è stato. E il temporale che arriverà, forse, tra un pò, non è che fa solo un sacco di versi e di colori rabbiosi e di tuoni nemmeno l'ombra, no, arriverà, arriverà, ne sono certa, e riempirà l'aria di quel suo essere così destabilizzante eppure affascinante, così pauroso eppure così seducente, così bello da sentire e da guardare, i lampi a illuminare e i tuoni a rimbombare, che meraviglia è, che spettacolo perfetto, che grandissima sceneggiatura. Di temporali è pieno il cammino di ciascuno, e c'è un prima, un durante e un dopo, e non saprei dire quale è meglio, fra questi, ogni scenario nella sua assoluta bellezza è a sè stante, ha colori e luci, ombre e rumori. E non saprei dire quale mi piaccia di più e quale mi rapisca ogni volta, con quale vorrei perdermi nella boscaglia fitta, o rotolare giù dal pratino fradicio, o ballare sotto ai goccioloni aspettando i lampi a illuminarmi, e forse il dopo temporale è solo un prima visto al contrario, e i goccioloni vincono setteazzero contro la pioggerellina, e allora coraggio, temporale, fai sentire la tua musica e scatena tutta la tua forza, sono qui, ad aspettarti, nascosta tra i fili d'erba, sotto un cielo di nuvole cariche, ho una camicia leggera che si bagnerà subito, e aspetto la potenza e la bellezza e i tuoni lontani e quelli sopra la testa e poi ancora lontani e mi dispiacerà, non ho paura, no che non ne ho.

01 maggio, 2010

PPM. Pigrissimo Primo Maggio.

Nessuno ha sparecchiato. Ma non da oggi a pranzo, da ieri a cena. E' un modo come un altro per dire al mondo tutto, all'umanità nella sua interezza, Ok, Oggi Non Si Fa Nulla. Ci si è svegliati tutti tardi, e chi si è svegliato per primo ha fatto un giro rapido per casa, constatato di essere l'unico vigile, e se ne è tornato nel suo lettuccio con un'alzata di spalle, in attesa che la casa si svegliasse un pò di più. Nulla si farà, perciò. E dove nulla s'intenda nulla, nulla tranne alcune cose per il famigerato CdMCamp, che sembrava da qui a mai e invece è dopodomani, o giù di lì. E Camp sia. Anzi, più che Camp, Summer Book. E qui, signore e signori, sto veramente dando il meglio di me. Che non se la tirino lei e lei, e pure Biancaneve e tutte le altre galline che dicono con aria di sufficienza, Beh, Sì, Vi Preparo Uno Schema, con fare annoiato, a dire, sì, certo, ne faccio tre al giorno, di schemi, di pattern, anzi, perchè ve lo faccio anche in inglese, cosa mi costa, ci metto un secondo, e lo faccio mentre mi asciuga lo smalto, in tutta scioltezza. Ennò. Oggi, anche la scrivente dà del suo. Non proprio del suo, nel senso che numeri, precisioni, quadrature e conti non sono affatto del mio. Per niente del mio. Ma stupirò gli astanti, anche i più increduli e voilà, con abilissima mossa, farò anche io il mio bel pattern, in inglese, italiano, armeno e turco, e già che ci sono, ci aggiungo un culatello di Zibello, và. Di fatti. Son qui da stamattina che conto e riconto e devo dire che il risultato stupisce anche me. Per nulla al mondo svelerò di cosa si tratta, perchè è una roba insolitissima e un pò strana, mica ci si poteva aspettar da me una presina quadrata. Però, viene bene. E non l'ho neppure disfatto, che è già un successo personale. Lo si vedrà al Camp in tutto il suo splendore, pubblicato sarà sul Summer Book, insomma, sto lavorando per voi. In realtà avevo in mente un altro progetto, e ho pure trovato un immagine, ma il Liceale mi ha guardato in cagnesco e allora, giocoforza, ho dovuto desistere.
Meglio di no, infatti. Questo è un progetto di KnittaPlease. Il Liceale non comprende certi aspetti artistici della vicenda, e io lascio che dica e che sbuffi e che faccia smorfie di disgusto, continuo il mio lilla progetto che quasi nessuno sa cos'è, e mi accingo, nel Primo Maggio più pigro della storia a diventare una knit designer di fama mondiale. Chiamatemi Zimmermann e non se ne parli più. 

29 aprile, 2010

Questo aprile.

E' volato via. Così via, che nemmeno me ne sono accorta, giusto il tempo di girare il foglio del calendario, fatto, dal Pesce d'Aprile al Concerto del Primo Maggio in un soffio. Lassù, nella casa in collina, tutto appare tranquillo e forse lo è, ma non diciamolo troppo forte, non si sa mai. La casa, già, che a giorni è in ordinissimo, pronta per AD e a giorni è una specie di mercato o meglio no, è la piazza del mercato dopo il mercato, solo che qui, almeno, nessuno cerca la frutta scartata fra le cassette e non c'è l'omino sull'attrezzo che lava la strada. Per il resto, la confusione è u-gu-a-le. E' un'immagine esagerata, me ne rendo conto, ma stamattina, in questa beata mezz'ora in camicia da notte, si ha voglia di cose così, che vengano un pò come vogliono, nessuno controllerà. Progetti ce n'è. Il Camp di Cuore di Maglia è fra un mese esatto, e giusto ieri un incontro a 4, un G4, ecco, a definire questioni e presentazioni e progetti di maglia, ma quanti saranno, poi, e quante saremo noi, coraggio, sarà un regalo trovarci tutte lì, ci sarà il sole, lo so già, e un sacco di cose da vedere, Special Guest, e allora, cosa aspettate a prenotare, anche solo per una merenda, passavamo di qui, volevamo vedere da vicino cosa fanno le scellerate di Cuore di Maglia. Per il resto, questo aprile va via e nessuno lo rimpiange, nessuno lo rivorrebbe indietro, maggio è un mese così bello e profumato, romantico, in un certo senso, è quasi estate ma non così chiassosa, è delicato e discreto, sa di sapone Marsiglia, di fiori e fiori, di rose e rose. C'è, nel cuore di ognuno, in un angolo nemmeno tanto nascosto, la voglia di cose belle e semplici, senza tanti giri di valzer, ti piace una cosa? la fai e basta, le prendi e la metti lì, con grazia, s'intende, e nel rispetto di tutti. Concetti contorti della mattina presto, filosofia in biscotti da pucciare nel latte della colazione, una fine aprile che c'è una nebbia leggerissima che sembra spruzzata, ma non è mica come il nebbione di novembre, che ti ruba la collina lì davanti, la collina, graziaddio c'è ancora, ed è verdissima, di un verde mai visto, e il sole è lì, opaco ma c'è, e allora coraggio, il manuale della perfetta donna di casa prevede che alle ore 8,30 si stenda per bene, così prima di sera asciugherà tutto, e non servirà l'appretto per stirare, i panni stesi oggi sapranno di buono, di fresco e pulito, di sapone Marsiglia, di fiori e fiori, di rose e rose.

28 aprile, 2010

L'iradiddio.

Cioè quando succede di tutto, il contrario di tutto, il trasversale di tutto, il superlativo di tutto, il minimo, il massimo, il così così di tutto. C'è stato vento, due notti fa, e un temporale da far paura. Sarà quello. Io non sono brava a giocare a bowling, non mi piace, mi ci han portato a forza, qualche volta i figli, qualche volta amici, così, per ridere, ma non so prendere bene la mira, e mi fa schifo mettere le scarpe degli altri, sono così belle le mie, perchè me le devo cambiare. Tutto 'sto giro di parole per dire che ecco, sono un birillo che resta in piedi, nonostante una palla di guai  mi abbia colpito, vacillo, dondolo, ecco adesso cado, ecco, adesso, adesso, e invece no, resto in piedi. Arruffata come l'erba del prato, sporca come l'ingresso, pieno di polvere e foglie, e rametti e petali di fiori, sì, di fiori scossi giù dall'albero, che è persin bello in un certo senso, se non fossero mischiati alla terra. Resto in piedi, nonostante le urla, le cose, le grane, l'affanno, le questioni, e chi non ce le ha, ma nel frattempo, facciamoci un giro con un figliolo al pronto soccorso, massì, è da un pò che non ci andiamo, tre settimane, mi pare, e con un figliolo diverso, non questo qui, almeno variamo un pochino, e il S.I.S. Sommo Imbufalito Sposo, che latra nel telefono HAIFINITO tuttattaccato, come se fossi sotto il casco dalla pettinatrice, non so se mi spiego. Resto in piedi. L'iradiddio non mi scalfisce neppure, mi lascia così, libera e bella, libera forse, bella chi lo sa, mi fa stare da cani, mi devasta, mi ottunde e obnubila, mi prostra, e poi, eccomi qui, non c'è trucco e non c'è inganno, la uonderuoman de noialtri, dura e pura alla meta. Qui di cose da fare ce n'è una tonnellata, non è che ci si può permettere di stare lì a cinquantarla, e a piagnucolare come una scolaretta che ha scordato la merenda, questo lo dico ogni volta e me lo ripeto, e me lo ricamo sugli asciugamani, ma, mi si permetta, lo sanno anche i sassi che ogni iradiddio non è uguale a nessun'altra,e che non ci sono delle regole precise, e che va bene tutto, i birilli, il vento, ma a me la tutina di Wonder Woman non mi è mai piaciuta, e poi,  il S.I.S. si sta acquietando vieppiù. L'iradiddio per fortuna sta perdendo di potenza, come l'uragano Katrina. Resta lo sporco di fuori, la polvere, i petali misti alla terra. Nessun ferito? Magari. Sospetta lesione di legamenti ginocchio sx. Peggio mi sento.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...