19 marzo, 2011

Aspetto la luna.

Aspetto la luna di stasera, quella grande, quella che dicono sarà uno spettacolo meraviglioso, col naso per aria, io la luna la amo davvero, da sempre, come tanti, mi sa. Aspetto la luna. A cancellare i gionri che vivo e che non mi piacciono, a colorare quelli belli che ho, e che sono di più, che sono tanti e che mi fanno sentire così in pace, migliore, anche più alta e più bella, e più perfetta, che il Cielo solo sa quanto perfetta io non sia, ma chi lo è, alla fine, ma è bello sentircisi qualche volta. Come stamattina, il mio Amico dei Mattoni mi ha promesso che mi darà una mano per un progetto e io, mentre gli raccontavo di come e di cosa, davvero mi sentivo perfetta e un pò felice, e tranquilla, non so, una specie di insieme di sensazioni che non distingui, ma sono vive e reali solo se tutte insieme, come a dire, ecco, stai così, ferma così che non ti può succedere niente. Aspetto la luna, ad ascoltare le cose che ho da dire, serie e stupidissime, quelle che ho da scrivere, da fare, da cucire insieme a farne un mantello prezioso. Aspetto la luna, la luna di stasera e il suo faccione di luce, la guarderò dalla collina, uscirò al buio che buio non sarà, e poi il buio non è così brutto, è fascino e mistero, mi piace, ogni tanto. Io aspetto. Affiderò a questa luna una scatola d'argento, dentro i miei sogni, la ricetta dei biscotti, un nastrino, un bottone e la mia allegria di oggi, allegra tanto da sembrare un pò scema, il sole non c'è, ma chi se ne importa, c'è del bello da queste parti, c'è del buono e del semplice, sottile euforia, una torta nel forno e stasera la luna.

18 marzo, 2011

Non c'è ragione.

Chissà che giorno è. E' venerdì, ma ha tutta l'aria di un lunedì, del giorno dopo, chissà. Bene è un'altra cosa, è un'altra condizione, è un'altra sensazione, un  altro effetto. Bene sarebbe se ci fosse il sole, fuori e dentro, se ti sentissi come sei di solito, nella maggioranza dei giorni, intendo, non in quelli che sei sul fondo, che non galleggi e ti lasci andare giù, un pò pesta. Pesta la sono uguale, come se mi avessero menato, preso a schiaffi e a calci e a spintoni, eppure non c'è ragione, nessuno mi ha picchiato, eppure. I miei pensieri sono tutti lì, li giro e li rigiro con un forcone, come fanno i contadini con la paglia, li rastrello,ne faccio piccoli mucchi e poi, ci corro dentro per sparpagliarli di nuovo. E' un giorno insipido, non sa nè di me, nè di te, nè di cane che scappa, dicono dalle mie parti, mi lascio guidare dagli eventi e dalle cose, che mi piaccia o no, che ne abbia voglia o no. Nessun programma di nulla, nemmeno per il fine settimana, forse ma sì chissà, qualcosa si farà ma  in questo momento l'unica cosa che mi riesce bene è non pensare, non faccio fatica, mi concentro su altre cose, da sistemare ne ho una tonnellata, penso che era da molto che non avevo una discussione accesa con qualcuno cui voglio bene, e che lo so che le mie idee restano quelle e le sue anche, questo non cambia le cose, mi è spiaciuto il modo, non mi sono riconosciuta e ho perso il controllo e sono qui a domandarmi perchè, credevo di essere più distaccata e diplomatica e ho dato il peggio di me, e che cretinata è mai discutere di queste cose che non è la sede, il momento, e che forse avremmo dovuto guardarci da fuori e dire Ma Cosa Stiamo Facendo e Dicendo ma chi lo sa, m'è presa secca, c'è presa secca a tutt'e due, e ci sono milioni di cose che ci uniscono e una sola che ci divide, dobbiamo proprio parlare di quella? e allora ma basta alla fine. Che giorno piatto è questo qua, riprendo il forcone e rigiro i pensieri, che si secchino un pò, che asciughino un pò, perchè ad essere inversa, inconcludente, acida e noiosa, oggi proprio non c'è ragione. 

17 marzo, 2011

Bellafesta.

Si potrà dormire fino a tardi, andar per musei, fare un giro in centro col naso per aria a guardare le bandiere alle finestre, mettere le Superga tricolore, preparare spaghetti al pesto, al burro e al pomodoro e metterli nel piatto tutti insieme. Basterà pensare a qual che siamo, che siamo stati, quel che vorremo e vorremmo essere. Non piove più, è un bel giorno per far festa, alla nostra storia, alla nostra cultura, a noi . Nonostante tutto.



15 marzo, 2011

Dei cinque spruzzi.



L'approfondimento si impone, cara la mia Marzipan, ben perciò eccoti accontentata. Se mi si chiedono frivolezze, di certo non me lo faccio dire due volte. Niente di meglio c'è di una buona dose di cretinate, frivolitudini spicciole, cose di poco conto, per chiuder fuori per un pò le cose brutte della vita. Approfondisco perciò con grande, grandissimo piacere il dossier che chiameremo in codice Dei Cinque Spruzzi, e vi rimando qui per l'antefatto.
Orbene.
Il mio profumo storico, di sempre, nei secoli dei secoli è questo qua. Lo so che tanto nessuno avrebbe sofferto d'insonnia a non saperlo, ma intanto ho accontentato Marzipan, e fin qui va bene.
Lo uso da più di dieci anni, lo adoro come si adorano i profumi che ti fanno stare bene, sentire a posto, perfetta. Ha note di vaniglia e di fiori, sa di acqua fresca, di ambra e di gardenia. E', in assoluto, quello che amo di più, quello a me più vicino, che mi somiglia di più, più mio. Difficile da reperire, non impossibile.

Il mio secondo amore è questo qua, è l'amore dell'estate, o meglio da maggio a ottobre, sa di pompelmo, ovvio,  e vaniglia, mirtillo e bergamotto. E sa di estate, della mia. Di questo, cinque spruzzi forse nemmeno bastano, è un aroma che si ama da subito o si detesta. 


E infine, il terzo amore, il più recente, incontrato per caso circa due anni fa, durante una vacanza. Gelsomino, cocco e fiori di tiarè, estivissimo ma mi piace anche d'inverno, col freddo, sa di vento e anche di spiaggia, di pulito, non so come dire.
Ecco qua, Marzi, ora sai.
Però, adesso tocca a te, a voi.
Raccontate alle Fragole di che profumo siete. Ma che bel gioco sarà. Frivolissimo, e che te lo dico affare. Grazie, Marzi.

Un regalo.


...perchè fuori è buio
ha piovuto tutto il giorno
ci sono immagini dalla tv che fanno paura
e i giorni anche
e il mondo a volte 
e allora si canta piano
a labbra strette
e chissà come
mi sarà mai venuta in mente

Inutile star lì.

Non mi parte la mattina, se non scrivo almeno un pò, inutile star lì. Inutile star lì è un'espressione tipicamente lombarda, che vuol dire e non vuol dire, che significa, lascia stare ma anche stai perdendo tempo, ma anche cerca di ragionare, ma anche vedi di prendere coscienza delle cose. Ma inutile star lì, è di certo la più bella, la mia preferita, preferitissima. Vediamo cosa posso dire in una mattina del genere, appena prima di tuffarmi in una serie di conti, sissignori, oggi faccio dei conti, ho una bella matita con la gomma in cima, la mia bella calcolatrice viola che non uso mai e un bel foglio a quadretti. E' un lavoro che devo fare per Cuore di Maglia, per un progetto che prende forma ogni giorno di più e che sarà una specie di sorpresa. Ma io, a questi conti qui, ci penso da ieri. In realtà sono soltanto somme, il +, come si chiama alle elementari, ma io che bestia sono con i numeri, c'ho già l'ansia, inutile star lì. Ma farò il mio compito per bene, se sbaglierò cancellerò, ho la gommina apposta e sono bell'e organizzata. A parte ciò, si attendono con ansia i giorni dolci della primavera, tamburellando con impazienza, sbirciando l'armadio, ho letto da qualche parte che l'arrivo della bella stagione coincide con la constatazione dell'inadeguatezza del proprio guardaroba, ma noi non ci si fa prendere da tali frivolezze. Ancora non è il momento di affrontare una simile questione, e se ci si prova si abbia almeno la compiacenza di guardar fuori, prima di fare come quella tale che sabato sera è uscita a cena col sandalino color tortora e senza calze mentre pioveva a secchiate, e appena fuori si è detta Ma Piove! Torno a Cambiarmi Le Scarpe e invece no perchè erano già in ritardo e non si fanno aspettare gli amici. Oggi è il martedì più piovoso del mondo, si può scegliere se fare smorfie di disgusto, farsi un caffè o cazzeggiare, oggi si può dire, nei negozi on line e fare una lunghissima wish list delle cose che ci piacciono o ci piaceranno, ivi compreso uno smalto turchese, un anello massiccio, un pantalone a pois. La vita prende la piega che le vuoi dare, un pò come quando stiri le camicie, e ti è concesso il mirabile lusso di scegliere cosa pensi di fare e da che parte vuoi stare, e se lo dice Ligabue ci credo, e poi alla fine è tutta questione di filosofie personali, piccolissimi accorgimenti, banali sotterfugi per far dire di un giorno così Ma Che Bella Giornata, orecchini con le rose, cinque spruzzi di profumo, dopo i conti un volo in città per una chiacchiera discreta, e stavolta niente sandali, che piove e piove, beh ma con le calze, magari, scellerata sono, inutile star lì.

14 marzo, 2011

Dopo gli alberi il cielo.

 Buongiorno, sì. Che è cominciato non benissimo e poi d'un tratto è virato verso il bello, vuoi vedere che ho imparato davvero, anni e anni di esercizio mi hanno fatto arrivare fino qui, a sentirmi una sogliola appena apro gli occhi e faccio il sound check, Come Sto Oggi? e poi pian piano cambiare, prospettiva, angolazione, inquadratura. Uno schifo, vien da dire se guardi fuori e io fuori ci guardo subito, non ho bisogno di aprire le finestre, i miei occhi sono le finestre per vedere il mondo, non ho filtri o drappi o tende o persiane, quel che vedo da subito sono gli alberi e dopo gli alberi il cielo e in quei secondi tra il gong e scendere dal letto mi chiedo come sto, e in un secondo cerco di ricordare cosa ho sognato e cosa devo fare e dai rumori che sento indovinare chi è già sveglio, lo scrosciare della doccia, qualcuno che parla piano di sotto e il silenzio di sopra, dormono ancora di sopra, ma quanti sono, e allora faccio un calcolo veloce ma è troppa fatica la mattina appena apri gli occhi non è che hai proprio voglia di far di conto. No che non è stata una gran domenica, ho ricamato, compulsiva e ossessiva, se ne è accorto anche il mio Sposo Illustrissimo, Ma Cos'Hai, cos'avevo non so, ero in disordine, non ero in asse, non ero in bolla, è così che si dice quando sei storta, dura poco però e meno male, i giorni storti mi rendono insopportabile, odiosa, noiosa. Farò di questo lunedì un antidoto per il veleno, una specie di vaccino, ho tali e tante cose da fare che non avrò nemmeno il tempo di formulare un pensiero, di quelli molli, intendo, di quelli fangosi che ti impantànano come nelle sabbie mobili, di tutti i Se Poi e di tutti i Ma Allora, che ne ho fin qui di pensieri che mi intralciano, stringhe slacciate mentre corri, scalini nella discesa, macchie di prato nella neve, che scendi tranquilla e gli sci ti si piantano e se va bene traballi e se va male cadi e neve gelata dovunque, negli occhiali, nel collo, che fastidio la neve che ti entra addosso, ci sono sensazioni che sai a memoria e e ci pensi ti sembra di sentirle. Farò di questo lunedì un bel lunedì lucente, i pensieri di quando ho aperto gli occhi li ho già quasi dimenticati, sotterrati sotto un cumulo di neve gelata, nel fango del pratino, domattina farò lo stesso e se mi verranno li scaccerò, mi concentrerò per bene su quel che vedo, troverò il modo, e ce la farò, anni e anni di esercizio, passando dal comodino al davanzale, dal davanzale ai vetri, dietro ai vetri gli alberi e dopo gli alberi, il cielo.

13 marzo, 2011

La Domenica del Ricamo.

In realtà mi era presa già da ieri pomeriggio, volendo sdebitarmi con l'Amica delle Perle per avermi fatto da Soccorso Stradale venerdì all'ora di pranzo. Ben perciò, ho pensato di farle con le mie manine sante una cosa che però non posso dire perchè ancora non gliel'ho consegnata, e allora se legge qui ma mi vuoi dire che razza di sorpresa è? Mi è presa che mi è tornata voglia di ricamare, perchè a me ricamare piace tantissimo e ricamo da vent'anni, più o meno, ed ero andata da una vera guru del ricamo ad imparare a fare un rovescio perfetto e lo faccio sul serio, non ci faccio i nodi e non uso il telaio perchè lei mi aveva detto, Orrore, Guai a Te! Così stamattina ho ripreso il mio cestino e ci ho trovato tutta una serie di lavori lasciati a metà, le prove per le bomboniere del Liceale e quelle della Princi, i cuscini sbagliati, i fili ingarbugliati, gli aghi d'oro comprati da Liberty, la forbicina che credevo persa. Fuori che piova pure se ne ha così voglia, quassù, nella Casa in Collina, qualcuno dorme, qualcuno legge, qualcuno ciondola guardando di fuori e mormorando Bel Tempo di Menta. Mi accoccolo nel mio angolo di divano che preferisco, devo scegliere da dove cominciare, quale lavoro portare a termine, se il cuscino coi gatti o qualche strofinaccio, c'è perfino un Babbo Natale ricamato sul lino, oggi gira così, invece di knittare ricamo a nastro, so fare molte cose, sono proprio una donna multitasking, qualcuno chiede, A Che Ora Si Pranza? già, a questo, tutta presa da fili, schemi e matassine, non ci avevo proprio pensato.
E nel cestino ho trovato anche la fotografia dei sacchettini per la Comunione del Giurisprudente. Bellini, tanto bellini ( mi stimo da sola, ogni tanto va bene).

11 marzo, 2011

La latteria.

Stamattina ho voglia di mare. E di sole. Bella scoperta, e chi non ce l'ha? E poi di pizzi e di trine, di gonnine trasparenti, di tacchi e ballerine a giorni alterni, di rossetti sfacciati e smalti assurdi, di camouflage, che ieri c'è stato un attimo di panico vero nel negozio di Cristina, quello che è diventato l'appuntamento dopo il pomeriggio al knit, che facciamo una vera e propria invasione ogni giovedì e ne usciamo sempre con un piccolo regalo a noi stesse, ma io avevo voglia di pizzo mixato al mimetico, mixato alle perle e tutte a dirmi Ma Sei Fuori, persino la Princi scuoteva la testa, quei pantaloni militari proprio non le piacevano, occhiataccia di disappunto, Ma Mamma. All'insegna della frivolezza più assurda, dell'effimero e del piùchesuperfluo, ci si accinge in grazia di Dio a iniziare questo bel venerdì, il cielo laggiù promette bene, promette bene il fatto che stasera finalmente saremo di nuovo tutti, e la mia casa diventa la casa di sempre, non siamo sempre a contare chi c'è e chi non c'è, l'Universitario, da non confondersi col Laureando, riederà in serata dalle sudate carte, oggi è per me un giorno di semplice beatitudine, niente o quasi da fare, letio brevis, come si ama dire in questa casa, e un altro week end, giorni infilati come perline, qualcuna di plastica, qualcuna di vetro, qualche sasso sporco, qualche brillante, a fare  una collana lunghissssssssima. Ieri ho avuto la precisa sensazione che questo posto, le Fragole, siano una specie di latteria, non un salotto, non un bar, proprio la latteria, con le sedie di plastica e i tavolini di alluminio leggero, quelle con le tende di gomma a strisce alla porta di ingresso, quelle che vendono le caramelle nei vasi di vetro col coperchio che si svita, da prendere con la paletta e da pesare guardando fisso la bilancia, sono 2 etti di ginevrine, lascio? E' una latteria dove si passa ogni giorno, per pochi minuti ritagliati alla giornata, dove si trova quel che si vuole trovare, un sorriso piccolo, magari, un'idea che fa pensare, una cretinata che fa ridere e dire Ma Che Scema E' Questa Qua. Ieri, ho avuto la precisa sensazione di cosa sono le cose che scrivo, di cosa significano, di come arrivano. E questa cosa mi ha scaldato. Felice, molto felice di ciò, io che scrivo la mattina presto prima d tuffarmi nelle cose mie, prima di iniziare questo venerdì di sole e tranquillità, a chi sa che ci sono, e sa che parlo a lei,  mando un pensiero speciale, un invito a passare ogni giorno da questa latteria,  a chiacchierare con me e con tutte quelle delle Fragole, che sono tante ma così tante che non si immagina, e che magari una piccolissima mano la riescono a dare, nel delirio della vita di ciascuno, che già è complicata così e qualche volta un giro per di qua di certo non fa male. Buonissimo venerdì di cose belle, di pensieri delicati, di pantaloni militari con pizzi e perle, di piccole soddisfazioni, di un giro in latteria per vedere chi c'è.

10 marzo, 2011

Sarai salva.



Non che ce ne sia bisogno. Di salvarsi, intendo. Ma a volte è necessario sapere come, esattamente come le hostess sugli aerei, ci hai fatto caso? pochissimi danno loro retta, pochissimi le guardano mentre spiegano di seguire il percorso luminoso sul pavimento e nell'improbabile caso di ammaraggio. Sarai salva. Se avrai ancora voglia di sorridere, comunque e sempre. Se ti perderai ancora nelle librerie e carezzerai piano le copertine, e annuserai, e aprirai il libro per vedere com'è scritto e leggerai una frase e poi lo rimetterai al suo posto, ordinato, che fascino perfetto hanno le pile dei libri nuovi, ma anche quelli usati del Libraccio, i libri, in generale. Sarai salva se troverai in ogni giorno almeno tre cose belle, siano esse una torta, il sole, o il gatto, o il sorriso dell'uomo che ami a colazione, anzi no, questa vale più di tutte. Sarai salva se potrai prenderti ogni giorno un pò di tempo per te, per scrivere, leggere, o fare niente, stare lì a pensare, provarti una pettinatura davanti allo specchio, canticchiando piano con le mollette  in bocca, è così che si fa, e facendo la faccia da oca, o le smorfie, tanto non ti vede nessuno, che t'importa. Sarai salva se avrai un'amica che ti dirà Devo Parlarti e tu sai che è un segreto che dice solo a te e che tu sola sai, e che non dirai a nessuno al mondo, a nessuno al mondo mai, nemmeno sotto minaccia. Sarai salva se avrai giorni belli e giorni no, e se imparerai  a riconoscerli e saprai che passeranno, prima o poi, e tu, guai se ti fai prendere dalle cose, guarda in giro quel che c'è, ma non in giro in giro, in giro in casa, guardali dormire gli abitanti di queste stanze, e allora riesci a capire bene che cosa voglio dire. Sarai salva se saprai chiedere aiuto, se saprai darlo, se penserai a te e anche agli altri, se non farai mai questioni di principio e stupide ripicche, se riconoscerai gli errori e non ti pentirai di averli fatti, ma li userai e imparerai. Gli sbagli li hanno inventati apposta, per farti capire che si può rimediare, in qualche modo, sempre. Sarai salva se avrai sempre un sogno, un progetto e un desiderio, sempre, sempre. Insipida e vuota  è una vita senza un sogno da realizzare, un progetto da portare a termine, un desiderio semplice, come vuoi tu, una vacanza, magari, un mazzo di tulipani o di margherite piccole, quelle che spuntano sul pratino, quelle da legare col filo, una Chanel 2.55, andare a Dublino, riprendere a giocare a tennis, rivedere chi non vedi da un pò. Sarai salva se non metterai musi, se saprai chiedere scusa, anzi no, se saprai dire Mi Dispiace, che è meglio di scusa, perchè scusa è una parola di cinque lettere che non vuol dire niente. Sarai salva se imparerai, se non ti darai mai per sconfitta, se continuerai, se ricorderai, dimenticherai, e perdonerai. E amerai, con tutto il cuore, con tutta l'anima e anche di più, amerai le cose che fai, le più importanti e le più sciocche, anche, perchè anche loro hanno un senso, se ci pensi bene, e tutto insieme, sacro e profano, diavolo e acqua santa, ti fanno essere quello che sei. E trova il tempo. Per calmarti se sei in ansia, per darti un giro se sei ferma, per camminare più veloce o rallentare un pochino, a seconda dei casi. E quando non troverai il sentiero, quando ti sembrerà che niente e nessuno potrà mai fare qualcosa per te nè tu per gli altri,  che tutto è storto e traballante e sghembo e lacero e tu sei straccio sfilacciato e è tutto buio intorno a te, se avrai imparato una canzone a memoria, se avrai fatto scorta di coraggio e ti ripeterai Massì che Ce La Faccio, se ti sforzerai a trovare TreCoseBellediOggi, allora sì che davvero  sarai salva.

09 marzo, 2011

Il Chiosco.



Si va per tentativi. Si cerca di scuotersi. Di tirarsi fuori. Di dire, eccheccavolo. Di darsi una mossa, un contegno, una scossa qualsiasi. Non si sta male, nemmeno bene. Non si sta bene, nemmeno male. Una sorta di marmellata mal riuscita, troppo densa o troppo liquida, troppo dolce o troppo aspra. Troppo, in ogni caso.
Il sole di fuori aiuta, certo che aiuta, eccome se aiuta. Ma anche ieri, hanno tanto insistito a casa, fatti un giro, vedrai, ti fa bene. C'è un micro centro commerciale a pochi minuti da casa mia, non c'è granchè, ma almeno guardi le vetrine e fai la spesa tutto insieme, c'è pure la lavanderia che mi salva da dozzine di camicie ammonticchiate sul letto, le porti e te le restituiscono profumatissime e stiratissime, che grande meravigliosa invenzione è questa qua. Ieri ciondolavo, provavo smalti e gloss, e avrei voluto con me la vicina del 12, perchè il caffè del mattino p con l'Amica delle Perle, ma quello del pomeriggio, verso le 5, non è il caffè cittadino, è quello del mare, al chiosco laggiù, quello di Annalisa, nel bicchierino di plastica e con la palettina trasparente, quello che bevi guardando lontano, Facciamo Tardi Stasera, che tradotto vuol dire aspettiamo che se ne siano andati tutti e che la spiaggia rimanga deserta e che le ombre si allunghino sulla sabbia, e stiamo qui a chiacchierare ancora, i migliori progetti sono usciti nelle sere passate in spiaggia, conclusi, nessuno, ma così seri, come quella volta che si volevano importare cipressi o il vino argentino o cosa diavolo, ma che precisione a fare i conti, coi bastoncini sulla sabbia, finanza spicciola alle 8 di sera, davanti a un mare immobile e meraviglioso. Oggi, la vicina del 12 era forse un pò più vicina, l'alta finanza non ci sfiora, ma mescoliamo cose tremende a smalti e cazzate, e facciamo un riassunto veloce, calendario alla mano, transumanze di figli e cose e faccende e così il chiosco di Annalisa e quel caffè impagabile nel bicchierino con la paletta, non sembra poi così lontano.
Ah, lo smalto poi, era questo qua.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...