Ovvero, un bel manuale di sopravvivenza. Dieci modi per sfangarsela, sempre e comunque. Dieci vie d'uscita, lo sanno anche i sassi che alle elementari disegnavo le case con due porte e due strade diverse e la maestra a dirmi, Bambina, Ma Come Mai Due strade, Così Riesco a Scappare, dicevo, Ma Scappare da Cosa Bambina e non mi ricordo bene la risposta. Non che voglia scappare, certochennò, ma certo che non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello, o almeno, non scappare con armi e bagagli e fare a tutti ciaociao con la manina, me ne vado e tanti saluti carissimi. Si può scappare per anche soltanto un quarto d'ora, una mezz'oretta, una serata intera, un bel pomeriggio di sole, o da mattina a sera. Dieci regole auree per tirarsi fuori, per vedere le cose un pò più colorate, una scatola di dieci pastelli, dove, manco a dirlo, non c'è il nero.
Vediamo perciò cosa suggerisce una donna qualsiasi, per stemperare momenti di tensione mista ad ansia mista a disperazione mista a Ditemi Dove Posso Comprare Quella Polverina Se No Mi Butto dall'Abbaino che dal Salone mi Faccio Soltanto Male.
- Cantare. Possibilmente a voce altissima, avendo cura di scegliere un brano consono, che so, Sì Stupendo di Vasco Rossi, vedendo di rendere il meglio nell'interpretazione, soprattutto alla frase Mi viene il Vomito.
- Alla bisogna, alla centesima malattia vera o presunta dell'ancella, passare l'aspirapolvere con l'iPod nelle orecchie a pallissima. Scegliere anche qui un brano di quelli giusti, the Final Countdown, per esempio, e mimare con l'aspirapolvere medesima il suono del basso. O magari, completare con una serie di affondi, frontali e laterali: ne gioveranno glutei e interno coscia e di questi tempi, male di certo non fa. Accertatevi che nessuno sbirci dalla finestra.
- Fare un progetto. Di qualsiasi tipo e non di centenaria realizzazione. Un maglioncino veloce, un cappellino per l'estate, una tovaglietta per la colazione. Il veder realizzato un lavoretto tutto vostro vi renderà più lucide nell'affrontare anche la più spinosa delle situazioni. E modestamente, di spine me ne intendo più di un intero esercito di ricci di mare, di terra e pure di cielo, già che ci siamo.
- Riordinare la dispensa. La grande soddisfazione si cela nel buttar via baccelli di vaniglia scaduti, farine a metà ormai residence di una intera colonia di farfalle macaone, e mezze bustine di lievito Bertolini ivi stipate dal lontano 2001. Soddisfazione e consapevolezza di aver reso un servigio impeccabile al resto della famiglia.
- Sconsigliato leggere un buon libro. La vostra mente ha già abbastanza pensieri e non la si può mica riempire come un tacchino il Giorno del Ringraziamento. Ben perciò, è tempo del tutto perso cercare di fissare le frasi del libro. Dovreste tornare indietro cento volte a capire chi è l'amante chi, chi abita dove e alla fine sareste ancora più elettriche e storneggiate.
- Girare senza meta. Trovate una mezz'ora, appena prima che esca la Princi, magari, o subito dopo aver accompagnato qualcuno a calcio. Parcheggiare e camminare, camminare. Magari, col naso insù, scoprirete angoli della vostra città che mai avreste osato scoprire. L'importante è non avere un luogo preciso. L'arte del bighellonare, a tempo, s'intende, è quanto di più terapeutico per far uscire dalla vostra testolina i pensieri sgraditi, anche i più ostici.
- Un giro in profumeria. Senza comprare niente, mi viene da aggiungere, anche se mi rendo conto che al momento, con tutti i nuovi trucchi primavera estate, è impresa improba. In profumeria si può osare. Ci si può spruzzare con ogni sorta di fragranza, confrontare ogni nuance di rossetto e ogni texture di cremina o gloss. Si esce, profumatissime e col dorso delle mani bistrato, ma soddisfatte. E un tantino più serene.
- Fare una torta. Meglio se un filo complicata, ma va bene anche quella Buitoni delle buste. Il profumo che si spanderà per tutta la casa sarà come un richiamo al ragionamento, alla calma, alla pace. Non importa se non sarà uguale alla foto, troppo cruda o bruciacchiata. In fondo, cosa c'è di più paradisiaco del profumo caldo di una torta nel forno? E poi, si sa per certo, anche le più tremende delle paure e dei sensi di totale inadeguatezza, se cotti in forno a 180 gradi per quaranta minuti e spolverizzati di zucchero a velo, spariscono, puff! come per magia.
- Pollice verso anche per il bagno caldo. Lì i pensieri galleggiano galleggiano, non ne vogliono sapere di andare via, e si resta lì, l'occhio impallato a guardare la schiuma e si esce più tristi di prima, fiaccati dalla temperatura dell'acqua. Niente di tutto ciò, meglio una bella doccia energizzante, freddina, oso dire, uno shampoo curativo e un bagnoschiuma profumatissimo. Decisamente meglio.
- Scrivete. Non importa cosa a chi. Scrivete le cose che vi vengono in mente, fosse una favola o la lista dei film che avete odiato, la poesia di Natale o una canzone di Baglioni. Scrivete e basta. Scarica, tonifica, rilassa, risciacqua menti obnubilate, fortifica. Scrivere è per me un blister di antidepressivi, un bicchiere di Citrosodina dopo il fritto misto, il burrocacao a tremila metri. Scrivere mi fa regina, mi fa sognare, mi fa che mi sento bene, dopo. Così scrivo e scrivo. Regole auree che auree non sono, cose inventate ma solo un pochino, un gioco innocente, un modo di essere, una specie di inganno non agli altri ma a me. Funziona? Non so. Quel che so è che mi piace. E il resto, che importa, vedremo, chissà.
6 commenti:
Il tuo scrivere non fa bene solo a te, fa bene anche a noi, che ti leggiamo, a volte capiamo a volte no, ma non importa.. ci fa bene lo stesso!!
Un abbraccio.
Eliana
E' rassicurante leggere la vita nei tuoi bellissimi scritti. Chi ti legge ritrova anche un po' di "quel sè stesso" che credeva di aver perduto...ho reso l'idea? Hai una innata capacità di rendere vive le parole!
ciao anche stamattina i bimbi sono usciti e mi bevo un caffè, il primo santo caffè della giornata, leggendo di te e di noi x' tu riesci veramente a dare voce a tutti i ns. cuori...è bello rubare qs. pochi minuti ogni mattina per passare a salutarti...e cominciare così la giornata con alcune delle tue regole auree! ciao e buona giornata anche a te. emi.
Sottoscrivo tutto. Io, che proprio ieri pomeriggio, mentre la picci era alla sbarra tra plié e passé, mi son concessa un terapeuticissimo giretto in profumeria, dal quale ne sono uscita con tre matite nuove di zecca e un sorriso ebete che mi arrivava alle orecchie. Funziona, eccome se funziona!
Come si fa ad entrare in profumeria ed uscirne senza aver comprato niente? Io potrei riuscirci solo lasciando a casa portafoglio e bancomat!!!!
Flavia
Sì, anche per me è così. Scrivere e correre. Il primo ha una controindicazione: mentre scrivo potrei anche mangiare. Il secondo mi dà la possibilità di recuperare le energie perse con un paninozzo di salame e una birra. Così, grezzissimamente. Magari anche una sigaretta, un tempo, adesso raramente. E quindi non ho capito se alla fine è la corsa o il salame l'antidepressivo.
Ma va bene anche una telefonata dal Piemonte al Friuli, dal Friuli al Piemonte. No?
Sto lavorando al nostro progetto. Confermo lunedì 31.
Bacio
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