Sì, si è lavorato. E tanto anche. Ma è stato così gradevole, sapesse, signora mia. Sono stati due giorni di niente assoluto e di tutto cosmico. Di grandi, invisibili manovre. Di riassettamenti vari, una lucidata qua, una stirata là. No, non ho iniziato le pulizie di primavera, ma di quale primavera poi, che io l'aspettavo eccome, anzi, già la credevo arrivata e invece eccomi qua col mal di gola per aver circolato una settimana senza calze col freddo che fa. Ho lavorato, ha lavorato il mio Esimio Sposo sulle Fragole, no, dico, ma ha visto che cosa mi ha fatto? Ho lavorato. In questi giorni ho cercato. Guardato meglio. Pensato, anche. Riflettuto. Mi sono trovata spesso a guardare fuori con la mente sciolta. Ho avuto pensieri distanti e vicinissimi, pensieri faticosi e altri deliziosi. Ho avuto modo. Di pensare a me. Di prendermi del tempo, e senza parrucchiere o massaggio. Ho pensato e basta. Una specie di seduta psichiatrica ma stando in piedi, non so come dire. Mi sono beata, anche. E alla fine, le cose che ho pensato le ho messe in fila. Una accanto all'altra, come quei vecchi bottoni che ho comprato giorni fa e che stanno adesso in un vaso vuoto della marmellata. Mi piacciono, le cose che ho pensato. Mi piaccio io, adesso, che non ho ansia e malinconia e quel disagio, quella specie di nausea leggera, quella scontentezza di fondo, quella stanca paura. Sto bene. Che bello quando si lavora, fuori e dentro. Si tira l'anima a lucido come una teiera d'argento, si spolvera il cuore per bene, si appendono tende fresche di bucato e si comprano vecchi bottoni, spaiati e bellissimi, luccicanti di madreperla, da conservare nel barattolo della marmellata.
1 commento:
Sono contenta di leggerti e vedere che stai meglio. Lo sai che quando ti sento un po'giù mi preoccupo? Anche io avrei bisogno,come dici tu, di una riassestata e spero in questi giorni di riuscirci,o,almeno,provarci.
Un abbraccio.
Tiziana
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