Ha un esame domani. Ha studiato poco e lo sa. Me lo dice, anche. Ma non è solo questo. E' triste, da due giorni in qua, inconcludente, insofferente, silenzioso. Non è da lui. Non chiedo, giro intorno, faccio tentativi. Abbiamo aggiunto una coperta al suo letto, mi ha aiutato. Si è fermato di scatto e mi ha abbracciato forte, quasi mi fa male, con quelle braccia robuste che ho fatto proprio io. Mi abbraccia così solo quando piange. E infatti. Non chiedo. Non chiedo ma so. Io Non so Come Fare, Mamma, Ho Dei Pensieri Assurdi. E io so. So di che pensieri si tratta, che fa questo mio figlio, so di che burrasca tremenda è pieno il suo cuore, a volte meno, a volte di più. Oggi, di più. So di quel suo dolore, so di quelle lacrime ricacciate giù tante volte, o lasciate scendere quando nessuno vede, quando sono tra loro, tra amici, alle panchine. So che ne parlano tanto, ancora e sempre. Piange. Piange le sue lacrime di diamante che non vorrei vedere mai, che strazio per una madre un figlio che piange, soprattutto se da dire non c'è nulla, proprio nulla. Provo, azzardo un discorso strampalato, il senso della vita , il ricordo in chi resta, e l'amore, l'amore che è l'unica strada, l'amore che consola e scaldae accarezza e fa sentire più forti anche quando senti di non farcela più. Mi arrabatto, cerco di uscirne, in qualche modo, ma com'è difficile, e faticoso, sento le parole pesanti e senza senso. Si asciuga goffo gli occhi con la manica, lo fa sempre, e in questo gesto ritrovo il mio bambino a tre anni, eccolo qua. Come sarebbe semplice se ancora avessi tre anni, figlio, come sarebbe liscio e senza ostacoli il mio consolarti, il mio soffiare sul ginocchio, il mio fazzoletto bagnato sulla testa, il mio massaggio alla pancia. Passerebbe subito. Così no. Io non sono brava a consolare e non trovo le parole giuste, mai. Questo, poi, è un nodo tanto grande e impossibile da disfare, che nessuno al mondo sa darti la strada, la soluzione, un fazzoletto bagnato per sollevarti, accudirti e stringerti, e scolorire un pò questo dolore che non passa.
6 commenti:
non ci sono cerotti per i cuori, non ci resta che esserci, asciugare lacrime, abbracciare forte, si sono dure queste lacrime dei figli.
La strada saprà torvarla da se.
E non sa difficile, se vicino ha una madre che riesce a trovare parole così squisitamente perfette...
E' che è tuo figlio, e le parole giuste, giuste per tutti e due intendo, sono sempre le più difficili da trovare, e chissà perchè, poi.
Forse perchè, allora, abbiamo pianto anche noi. Ma adesso, con loro, è molto peggio.
Forse perchè vorresti metterci dentro semplicemente, come una pillolina da mandar giù in un sorso d'acqua, tutto il coraggio, la protezione e la capacità di riacquistare il sorriso in un attimo.
O forse, semplicemente, per troppo amore. E che tu ne abbia troppo salta fuori da queste bellissime righe.
Sei una persona speciale. Purtroppo, a volte, le parole giuste non ci sono, ma il cuore e l'amore trova sempre la strada giusta, l'abbraccio di una madre consola l'incosolabile e ci sostiene anche nei momenti più duri e bui. Le ferite a volte non si rimarginano, ma impariamo a conviverci grazie anche all'aiuto di chi ci ama in modo incondizionato.
Quel nodo non si scioglierà, purtroppo, ma lui pian piano imparerà a conviverci anche se al momento gli sembra impossibile.
Sappi che tu gli hai detto le parole più belle e più giuste che una madre possa dire in questi casi.
Un abbraccio (a te e, se potessi, anche a lui)
Ci sono passata anche io, oltre vent'anni fa e il dolore c'è ancora in un angolino.
Queste sono cicatrici che rimangono sul cuore per sempre...prova a proporgli di fare qualcosa di "buono", coinvolgendo il gruppo e intitolandola ai loro amici morti...è un modo di lenire il dolore. Vi abbraccio forte, forte. Baci, Daniela
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