Trattato sul perchè può essere tanto rilassante e rasserenante e così assolutamente rinfrancante fare una sciarpa. Dimostrazione. Ci si danna su schemi difficili, qualche volta, troppo Brenniani o Fassiani, noi che semplicissime siam e forse anche un pò gnucche, si può dire, non è mica una parolaccia, se una è gnucca vuol dire che un'asina con le orecchie lunghe, una da mettere dietro la lavagna, insomma, una cosa del genere. Ecco, la scrivente in certe cose è gnucca. Gnucca per i conti, ad applicare il Teorema di Pitagora, a fare le espressioni, di qualunque genere, gnucca nel dare e nell'avere, insomma, un pò ignorantella, và, che non è nemmeno un'offesa. Però mi ci metto a far le cose difficili e ci perdo gli occhi e il sentimento. Talvolta, mi vengono pure bene. Poi, però, arriva il bel pomeriggio assolato, che la casa è uno specchio specchio delle mie brame, lucidissima e in ordinissimo, e allora mi vien voglia di dire, ok, ho fatto, adesso faccio quel che mi pare ammè. E dacchè ho sui ferri un progettino, continuo quello. Si chiama Indolence e l'ho battezzato or ora. E' una sciarpa. Ma non una sciarpa da seguire, da contare, da scervellarsi, da dire, Ussignur, Ho Sbagliato di Nuovo. No. E' una sciarpa quieta, indolente, appunto, tranquillissima, perchè è da maschio, e ai maschi mica ci puoi fare i buchi, i fiori, i ghirigori e i falpalà. E' una sciarpa preziosa, perchè fatta con un filato prezioso, meraviglioso al tatto, è lana-seta-cashmere, signora, mica olive ascolane, vuole che le snòccioli per bene non le olive ma le percentuali? E' una sciarpa su commissione, ormai la mia clientela si è allargata, non mi limito alla Princi e alle amiche sue, e poi dovrò smetterla di chiamarla Princi prima o poi, almeno prima del suo debutto in società, col vestitone bianco e il cadetto al braccio. La mia clientela si è estesa agli amici del Liceale, nella fattispecie colui che ha condiviso il nostro tetto per due mesi buoni quest'estate, Ma Quale Tetto, ha obiettato una volta, in questa casa il tetto non c'è, o quasi. E' pur vero, sagace fanciullo, è pur vero. Egli, il Compagno di Merende, desidera una sciarpa blù. E perciò verrà accontentato. La utilizzerà per le scorribande in scooter col mio figliolo finalmente risanato, per i pomeriggi allo stadio, e per le mattine gelide che il prossimo inverno ci riserverà. Fare questa sciarpa è una meraviglia vera, non devi contare, non devi leggere, nemmeno devi guardare, quasi, vai avanti e indietro, avanti e indietro, in una specie di nirvanica incoscienza, si può dire che vada avanti da sola, insieme ai pensieri, avanti e indietro, avanti e indietro, e fa di questo verso sera un verso sera beato e tranquillo, Che C'è Per Cena? ancora non lo so, lasciatemi ancora cinque minuti in questa beatitudine di diritto e rovescio, mai affrettarsi, mai preoccuparsi, provarci una volta, fare una sciarpa è il meglio che c'è.
4 commenti:
anche a me piace rilassarmi oltre che con i pennelli, la biro, l'ago anche con i ferri. Ora che arriva il freddo dovrò riprendere anche questa mia passione
Mi vergogno ancora di quel cuore demenziale che ho fatto qualche anno fa, eppure avevo assunto solo la mia dose quotidiana di innocua caffeina!
Per fortuna sto lentamente rinsavendo!
"la Brenna"
Oh, mi sa che copio, anch'io assumo una dose innocua di caffeina giornaliera...ma sono i sogni notturni che creano intricati sentieri di punti ....
"la Fassio"
sei un genio:):):)) tvtb
Anch'io trovo che sferruzzare una sciarpa sia ESTREMAMENTE rilassante. E più il lavoro è facile, più i pensieri scorrono lenti e profondi, e così il tricottare ha veramente un valore terapeutico, come una seduta di psicoterapia! Ma...anzi, molto meglio! Un abbraccio
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