
19 gennaio, 2010
...frivolafrivolafrivola...

18 gennaio, 2010
La visita di Tiberio.

La luna è una ciglia.

Che strano viaggio, nebbia sì e nebbia no, l’autostrada e le sue luci incerte, e poi brillanti, e poi di nuovo nascoste e poi ancora lucide. Nebbia e sereno, diavolo e acquasanta, cotone e inchiostro. E quella luna lì, una ciglia nel cielo, una virgola, un apostrofo, mezzo bordo di un bicchiere, un anellino spezzato, così, di malavoglia. Che luna sarai mai se nemmeno ti si può guardare, ci sei o fai finta, ci sei o ci fai, che stupida sei se nemmeno sei tutta intera, e ti nascondi nella nebbia, e anche quando la nebbia non c’è più si fa fatica a trovarti, ma come, era lì un secondo fa, ma è così sottile, così incerta, così fine e appena nata. Che strani i viaggi così, passi dal niente alle cose, dal nebuloso al chiaro, dall’indefinito al sicuro, dal mistero alla certezza. E non sai quale condizione ti piace di più, cosa ti affascina e cosa ti fa paura, dove ti piace di più stare, cosa vorresti non finisse mai, se una bolla di nebbia e di niente o se il buio lucido e brillante, il sereno perfetto di una sera d’inverno, dove puoi vedere le stelle dal finestrino e quella stupida luna così sottile e assurda che nemmeno sembra una luna.
15 gennaio, 2010
Sciocco scialle.
Silenzio e cucchiaini.
Le mattine come questa sono senza inizio e senza fine. E' tutto un gran silenzio, un grande ordine tutto intorno, epperforza, ci si è stremati ieri a sistemare, riordinare, impilare, riporre. Non c'è niente da fare, viene da dire, ma si sa benissimo che non è vero, che le cose sono mille più mille più mille, ma ci si balocca un pò, si prende tempo, ci si dà tempo. Le mattine come questa sono preziose, hanno lo straordinario vantaggio di mettere in fila i pensieri, di fare piccolissimi progetti, di affrontare con calma e raziocinio tutto una serie di piccole grane, questioni da poco, guai di nessun conto o quasi. Ci si ferma un pò. Pericolosissimo. Quando ci si incaponisce su questa o quella sciocchezza, quando si insiste su una macchia che è già andata via, quando si riordinano i cucchiaini nel cassetto delle posate, cha fanno così un bel rumore, io lo so, è solo per prendere tempo. Solo per darsi tempo. Perchè c'è uno scatolone là fuori, di pensieri pesanti e di questioni, di cose cui non si ha voglia e si fanno cose inutili per non affrontarle. Potrei far sù gomitoli tutta la mattina, colorare coi pastelli, sgranare piselli se fosse stagione, o pulire fagiolini, con l'Amica giusta al telefono, mentre. O attaccare decalcomanie alle finestre, ma questo mi costringerebbe a guardare fuori e di guardare fuori non ne ho voglia. Resto così. Ho uno stupido scialle sul divano accanto al camino spento, le tazze e le briciole, a far cose serie ci vuol ragione, genio e sentimento e stamattina non ce n'è. Così, lascio il mio scatolone là fuori, e mi concentro, chissà chi ha fatto questa macchia sul divano, è finito il latte, dovrei tagliarmi i capelli, ma guarda un pò che disordine questi cucchiaini.13 gennaio, 2010
Acqua e menta.
Ci sono dei pomeriggi così. Hai fame, hai sete, hai qualunque cosa. Fuori piove stupido, l'ho imparata oggi, si cerca in ogni modo di essere, comunque, ben disposti verso il mondo, le questioni, le cose. Sempre più difficile. Qualcuno ti consiglia un bel giro di saldi, così, ma l'hai già fatto stamattina con l'Amica delle Lampadine, quella che senza Victoria's Secrets non esce nemmeno a buttare l'umido, non so se mi spiego. O una bella tisana, ma non sono mica malata, e poi non ho tempo nè voglia di aspettare l'acqua che bolla e poi le mie tisane sono orrende, mi lascio attirare quando le vedo al supermercato e da lì sembrano tutte buonissime, con quei nomi così romantici, Tarassaco, Ribes Nero,Passiflora, Melissa*, no, quella no, che in grazia di Dio ne abbiamo già anche troppe di Melisse, nella casa in collina. Ciò detto, abbandonato nel lato del frigorifero, quello delle bottiglie, quello che hai dovuto ripulire l'altro giorno da una colata di ketchup chiuso male, il frigo degli orrori, visto così, appunto lì , occhieggiava una bottiglia di sciroppo di menta, quella che usano i miei scellerati figlioli maggiorenni per quell'intruglio buonissimo, alcoolicissimo, che va giù che è un piacere e che ti fa ridereridereridere, e dire scemenze una dietro l'altra e camminare malferma, e insomma, quello lì. Ancora non sono diventata alcoolizzata, e nemmeno potrei, vista la mia scarsissima reggenza (!) all'alcool. Ciò detto, presto fatto. Tazzona Starbucks di Parigi, acqua gelatissima, sciroppo di menta, appena appena, e diamoci questa botta di vita, questo sorso d'estate, altro che tisana tristerrima, l'acqua e menta mi salverà dalla malinconia, dalla stupidità della pioggia, dalla mestizia di non essere andata all'AperoKnit in collina a Torino e da mille e mille altre cose. Certo, però, un gocciolino di rhum, che mal può fare? Mojito, si chiama, ecco come. Ma si aspetti l'estate, ubriacarsi in inverno pieno non sta bene.12 gennaio, 2010
Male non sto.
Nel senso più preciso del termine. E' strabiliante come il solo posporre la negazione faccia prendere alla frase già tutta un'altra piega. Sì, perche NonStoMale, non è proprio uguale a MaleNonSto. la sfumatura è lievissima, si avverte appena, è così, in equilibrio, come quelle cose che sai di sapere, ma che non riesci a spiegare, cioèadire, mi è chiaro il concetto ma non so esprimerlo. Ecco. Male non sto, in effetti, perchè oggi ho fatto tutto con una lentezza accesa, cercando di non inziare mille cose insieme, una per volta, con calma, mi sono un pò coccolata, ammansita, addomesticata, io selvatica che non sono altro, qualche volta. Male non sto, ed è uno stato che non mi dispiace, che non vuol dire necessariamente che mi piace, ma il fatto che non mi dispiaccia me lo fa piacere, mi rende tranquilla, con le cose che conosco a memoria, la mia casa in ordinissimo, una volta tanto, il caldo, le finestre, le cose. Mi mantengo in superfice, rimango nel piccolo microcosmo che mi fa sentire protetta e al sicuro, non mi avventuro in sentieri complicati e scoscesi, cerco, semplicemente, di non pensarci troppo sù, di non farmi le menate, si dice così, di essere un pò più leggera e svolazzare, senza andare sulla luna, canticchiare senza urlare, scivolare senza cadere. E' così trasparente il mio universo, così liquido e perfetto che è così bello da guardare, così rassicurante e avvolgente. Si galleggia, in questa bolla di cristallo, e tutto è fermo e un pò magico, un privilegio. Certo, a scuoterlo un pò succede il delirio, non ti ci ritrovi, tutto è confuso e si confonde, e i fiocchi girano e girano e si muovono scomposti come le anime del Paradiso, ma tu, aspetta un secondo, è così che funziona, scuoti pure se vuoi, per il solo gusto di vedere poi i fiocchi posarsi sul fondo e il tuo mondo tornato, in un attimo, limpido com'era. Tumbrl.LaDouleurExquise
11 gennaio, 2010
Corre.
Ancora non ho capito che cosa sia. Il mio cuore, intendo. Se un organo, un muscolo, come si studia a scuola, come si impara a disegnare fin da piccoli, due curve perfette, sui biglietti, sugli zaini e poi sul vapore dello specchio, dopo la doccia. Io non so se non sia piuttosto uno strano animale, un essere che vive una vita propria, un cavallo, forse, che corre e galoppa e si imbizzarrisce, certe volte, la notte, più spesso. Non si riesce ad ammansirlo in nessun modo, nè leggendo nè guardando fuori dalla finestra, nè respirare profondo, guardando il soffitto, dicendo sì, adesso passa. Batte fortissimo, corre veloce verso dove non lo so, senza rumore, senza fare polvere, senza niente. Così forte che se fermi il respiro un istante e stai lì ad ascoltarlo, ti sembra di sentirne il rumore, che ti balla in testa e in tutta la stanza, sveglierò qualcuno, così. Un cuore così ha bisogno di cure, non di pillole e intrugli, ma di cose belle e bei pensieri, ed è vero che già si è iniziato, ad andare più lenti, come dicono le tue Amiche, a ingranare la prima, a fare tutto con più calma, e a non farsi prendere dalle cose. Vero è ben. Ci vuol mestiere ed esercizio, non è che viene tutto subito, così, ci si è fatti delle promesse, a se stessi, che sono le più difficili da mantenere, che scoperta. Nel frattempo, lui corre velocissimo, salta i cespugli del sentiero, schiva le dune, batte così forte che ti viene voglia di tirarlo fuori e metterlo in un cassetto, o accarezzarlo e dirgli, Calmati, ma lui niente, e tu cerchi di camminargli vicino e di stare al passo e stargli dietro, ma camminare vicino a uno che corre, dimmi un pò come si fa.10 gennaio, 2010
Il Ridicolo Cappello.
09 gennaio, 2010
Ode all'Arancia di Ribera.

Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
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Sarà il periodo. O la mia proverbiale e assoluta frivolezza cosmica. Ma a me, scartare i pacchi, galvanizza. Elettrizza. Mi piace, insomma....
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Da poco, abito accanto a una palestra. Alla palestra di una scuola. Ho spesso la finestra aperta, non mi arrendo ai temporali alle piog...
