18 gennaio, 2010

La visita di Tiberio.

A dire il vero, già stamattina l'ho incrociato, all'alba o quasi, nel viaggio verso la scuola, quando la macchina è ancora così ghiacciata che fai fatica persino a parlare e i ragazzi sono lì, imbaccuccati, addormentati e immobili, che non sai se è il caso di parlare , per non svegliarli. Lui, TIberio, ha attraversato baldanzoso la discesa di casa, quella che da VillaVillacolle porta a quel che si chiama Anello, il quale Anello poi porta allo Stradone e lo Stradone in Città. o ovunque si voglia. Quasi ovunque. Lui, Tiberio, mi ha zigzagato davanti come fa di solito, confuso anche lui su quale direzione prendere, se quella del Prato o quella del Bosco. Poi, è sparito. Se non poi, riapparire al fondo del pratino, quello che si vede dalla finestra della cucina, e mettere il muso dentro il cancello, per assicurarsi che nessuna belva, cane o gatto che fosse, si trovasse nelle vicinanze. E' un coniglietto socievole, ma a certe bestie non dà confidenza. E' entrato in giardino, ha camminato un pò sull'erba molliccia, stremata da tanto gelo, poi ha proseguito sui resti della neve, ce n'è ancora un pò, ghiacciata, che non si scioglie tanto facilmente. Camminava a piccoli balzi, portando a spasso quel suo codino tondo, bianco e morbido, anche a guardarlo da qui. Vorrei imparare anche io. A camminare sulla neve gelata senza sentire freddo, e non sprofondare mai, fosse neve o fango o tutt'e due. Vorrei sapere come ci si destreggia quando il terreno è sconnesso e nemico, se devi andare veloce per non affondare, o se devi muoverti con studiata lentezza, senza perdere di vista il cancello per scappare, arricciando il muso per sentire meglio che aria tira, guardarsi intorno a scatti precisi ed eleganti e far finta che la neve sia panna, morbida e dolce, far finta che il pratino non sia ghiacciato ma comodo e ospitale, far finta che tutto intorno sia luminoso e sorridente, e che tutto gira esattamente come vuoi tu. Sono uscita per prendere accordi, Tiberio, Insegnami Come Fai, ma niente da fare, il rumore della finestra lo ha intimorito. Bel coniglio che sei, le orecchie ti fan così, come cantano i miei figli, scappi via subito e non ti lasci avvicinare da nessuno, nemmeno da me, che ti metto le carote vicino al ciliegio. So per esperienza che i conigli non hanno un buon carattere. Men che meno Tiberio. E a camminare scalza sulla neve, nessuno mi insegnerà mai.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

che bello se sapessimo tutto,che bello sarebbe poter dire:"sì sono certa si fa così e così"!
Ma una vita non basterà ad insegnarci tutti i "trucchi"allora procedo a tentoni,ogni tanto al buio ogni tanto con un pò di luce.....che fatica!(meno male che non sono sola su questo percorso accidentato!)..
L'amica di valverde.

Maria ha detto...

Benvenuto tiberio!

santin ha detto...

Adoro il coniglio Tiberio!!!!lo voglio conoscere

Odore di dicembre.

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