13 febbraio, 2007

Tombola!


Un bel momento. Più che altro, un bel risveglio. Tosse e febbrone del Fanciullo Mediano, nausea e vomito del Liceale, ancora tosse e febbre della Princi. Un bel quadretto, non c'è che dire. E la scrivente, già alle 6 o poco più, lì ad azionare termometri (non a sbatterli, anche se era un gesto che mi piaceva tanto, sbattere il termometro per fare andare giù il mercurio, signora mia, quelli li usavano gli Egizi, adesso ci sono quelli ad ultrasuoni e che fanno biiiiip, si adegui, suvvia), a somministrare tachipirine e sciroppini, a consolare, accarezzare, rimboccare coperte e a dare baci e coccole in offerta tre per due. Mi inteneriscono i miei figli malati. Sono lì, tutt'occhi sotto il piumone, un pò smarriti e un pò contenti di stare al caldo, a casa, tranquilli, anche con la febbre, che tanto passa tra un pò. Di rara bellezza, questo mese ancora non lo avevo detto, si sa, mi concedo una volta al mese di celebrare la lor beltade, e allora, va bene. Bella prospettiva si presenta al mio sposo, che riede quest'oggi al familiare desco e al nuziale talamo. Proprio io che volevo farmi trovare in negligè ti-vedo-e-non-ti-vedo, in versione sexissima con piume e lustrini! Dovrà accontentarsi di una maglia con Minnie e degli avulsi fuseaux, che adesso si chiamano leggins. Però, le calze sì, quelle son a cuoricini. Magari, un qualche effetto lo producono lo stesso, come si dice, più che l'amor potè il digiuno. Beh, San Valentino è soltanto domani, e io mi son già portata avanti. Febbre d'amore? Non propriamente. Per il momento, due a 38 e uno a 37,3. Altro che piume e lustrini!

12 febbraio, 2007

Tanti baci.


Vuol dire buon giorno. O buonanotte, a piacere. O che voglia di rivederti, o che bello che sei qua. O mi sei mancato da morire, o torna presto, o fai attenzione e non fare stupidaggini. Vedrai che passa, che non è niente, e non preoccuparti che ci sono qua io. Vuol dire pensami, e scusami, e mi dispiace e non succederà più. Vuol dire svegliati, o dormi bene, al sicuro, vuol dire aspettami, che torno subito, o tanto lo sai che non andrò mai via. Vuol dire tanto, o quasi niente, le cose che non sai e quelle che sai a memoria, le cose che immaginavi e che sognavi spesso, vuol dire i pensieri, vuol dire i sogni, le carezze, i progetti e i ricordi. Baci. Baci a manciate, a sacchi e a tonnellate. Baci veri, baci da film, baci innocenti e baci che no, invece. E oggi, prima di tutti gli altri, veri o virtuali, scritti o a parole, letti o messaggiati, gridati o sussurrati, davanti a tutti o di nascosto, scritti sul muro o in fondo a una lettera, facciamo in modo di averne, darne, mandarne e conservarne. Di baci, per l'appunto.

10 febbraio, 2007

Stendere?!?


Lo sa il mondo. A far la casalinga, proprio non ci sono portata. La faccio, certo, soprattutto dopo che le ancelle che si sono avvicendate nella gestione della mia non semplice casa, si sono, per un motivo o per l'altro, rese latitanti, o sposate, o colte in flagrante a rubacchiare, occultare maglie di cachemere diventate stracci per la polvere, o a dire, Grazie Ma c'è Troppo da Fare, spendere quei soli 230 euro in telefonate dall'altra parte del globo terracqueo e in soli 2 giorni. Ma tant'è. Il mio modo di occuparmi di casa mia, me ne rendo conto, è...è....creativo!, ecco, non mi veniva la parola. Certo, la spiegazione di come si possa essere creativi che so, a lavare un pavimento, piuttosto che (uso proprio dell'espressione piuttosto che) a dividere i bianchi dai colorati, è faccenda complicata. La creatività, signora mia, mica la vendono insieme ai carciofi, badi bene. Semplicemente, cerco di fare le cose divertendomi un pochino, ecco, dato che è così noioso fare le faccende domestiche, che in fondo non faccio mica male a nessuno a cantare lavando le tazze delle colazione, no? O ad apparecchiare sempre come se il fotografo di Elle Decor arrivasse dopo un quarto d'ora? Certo, ho i miei limiti. Uno di questi è lo stendaggio. Anzi, lo stendimento. Cioè, lo stendere. Non mi piace. E già lì non puoi certo fare bene una cosa che non ti piace. Non sono una precisa, conosco le tecniche, e cioè che le camicie si stendono così, le magliette cosà, ma non c'è niente da fare. Io, considerando che i miei chilometrici stendini sono non già quelli orrendi pieghevoli bianchi e rossi, ma quelli di design, echevvelodicoaffare, comprati non si sa dove, per la posa dei quali è servito un'intera giornata di studio tra architetti e ingegneri e arredatori, signora mia, e non sono al pavimento, ma piazzati tra il soffitto e la parete, insomma in alto, io, butto. Lancio. Accumulo. Sovrappongo. Mischio. Appallottolo. Lego, qualche volta. E perdo, perdo, perdo. Comincio a credere che in casa mia ci sia un buco nero dove finiscano, solinghe e tristi le legittime compagne delle calze dei figlioli, e nessun Pacs potrà mai riportarle insieme. Le hanno tutte a righe e a rombi, ma mai, mai, mai, che le righe siano uguali, così, rassegnati, hanno cominciato a metterle diverse un giorno, creando così una vera tendenza in città. Certo, col mio sposo mi và di lusso, le ha tutte blu e tutte uguali. Certo, qualcuna è più blù, qualcuna è indaco, qualcuna è blu elettrico, perchè mica i lavaggi sono tutti uguali, sa? Insomma, un disastro. Cerco qualcuno che mi dia lezioni di stendaggio. Mi applicherò, lo giuro. Quanto alla mia cratività, beh, come diceva quel tale, che non è Zucchero? "Bisogna avere un caos dentro di sè per generare una stella danzante"? Beh, io mi sono portata avanti. Di stelle, per cominciare, ne ho generate ben tre. E di caos, modestia a parte, ne possiedo. E a tonnellate, signora mia, ton-nel-la-te.

09 febbraio, 2007

No, San Valentino, no.

A me gira già la testa. Menù di San Valentino, lingerie da battaglia per San Valentino, regali low cost per San Valentino, week end per San Valentino, trasmissioni tv su San Valentino, paginate di messaggi da paura sui quotidiani locali (del tipo: alla mia armadilla dal suo armadillo), insomma, la fiera di San Valentino. Devo averlo già detto, è una festa che non ho mai amato, anche se, confesso, possiedo pure la padella per fare le uova al tegamino a forma di cuore, e pure la teglia per la torta ma che non lo si dica in giro. Non credo di aver mai ricevuto alcun regalo per la festa che ci toccherà tra qualche giorno, in un tripudio di amorecuorefiore che darà la nausea. Ed è in questo esagerato show che ho scovato, saltellando qua e là, una cosa mai vista. Carina sarebbe la colazione con queste belle tazzze, acquistabili in tutta scioltezza qui magari in montagna mentre fuori nevica. Sono belle, aiuterebbero a iniziare la giornata con una discreta dose di romanticismo pronto all'uso, da intingere nel caffelatte insieme ai biscotti. Non regalerò nulla e nulla riceverò. Ma queste tazze le comprerei al volo. Fine delle trasmissioni. Ma poi, a ripensarci: l'armadillo, ma che razza di animale è?

08 febbraio, 2007

Eppure, sentire.

C'è una bella musica in giro in questi giorni. C'è come un buon odore, una bella aria, che freddo non fa ma caldo nemmeno ed è così strano e sfacciato e impertinente e bugiardo, questo febbraio. Mi arrivano freschissime notizie dall''Isola, racconti ed immagini, come questa, l'alba di stamattina, sul mare. Si sente. Energia e colore. Calma ed entusiasmo. Si sente, una specie di allegria, sottile e discreta, si sente che si sta bene e si è pronti a berla piano, come l'acqua quando è gelata, così non fa male, questa inaspettata felicità. Per farla durare a lungo, come il ghiacciolo all'amarena, come il Cornetto Algida. Non c'è un motivo vero, ci si sorprende a cantare molto, a parlare molto, a sorridere, molto. E ci si sente un 'pò sopra le cose, si passa a volo radente sui pensieri che ci inquietano e si pensa di averli cancellati, allontanati, almeno per un pò. Si farà una conserva, di questi giorni intatti e pieni di cose, si stiperanno per bene i barattoli con le etichette in belle scrittura FELICITA', e si apriranno con garbo, quando ce ne sarà bisogno. Ma anche preparandoli, come nelle migliori tradizioni, nulla ci vieterà di prenderne ancora, tuffando il dito, appena prima di sigillare per bene il tappo. La felicità, è cosa nota, vola via in un attimo. Meglio farne grandi provviste.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...