15 febbraio, 2011

The Perfect Day.

Il giorno perfetto, più che perfetto. Per urlare, incazzarsi a nastro, sbagliare la qualunque, non sapere che strada prendere, e che cosa fare mai con un'adolescente imbizzarrita di sesso femminile, sbagliare tutto, sbagliare comunque, sbagliare a prescindere, sbagliare quantunque, in ogni caso, sempre e solo sbagliare. Oggi non ne va dritta una che sia una, non ne infilo nessuna, non ne porto a casa nessuna, non ne indovino nessuna. Sono una calza smagliata, un vaso rotto, un tacco spezzato, il latte che esce dal pentolino e appiccica tutta la cucina, sono un foglio strappato, una virgola messa male, la fila alla posta, una gomma bucata, il sugo bruciacchiato, sono una multa per divieto di sosta, tutto il peggio del mondo oggi sembra capitare a me, che poi è ridicolo, son cose ridicole o comunque di poco conto, lo so, lo so benissimo, ma è la somma che fa il totale e allora e perciò, accidenti, c'è da augurarsi che nulla più succeda fino a stasera, che non deluda più nessuno, che non debba più urlare, che non debba uscire sotto la pioggia a cercare una figlia che pronti via ha scoperto il disubbidire, che non debba discutere e discutere e mediare e negoziare e proporre e ancora discutere. Mi servirebbe un bagno caldo e una candela e una bella musica, ma ancora non è tempo, non è ancora sera, ancora tutto questo Perfect Day non è affatto finito. Nel frattempo, piove.

L'Officina dell'Occhiale

Non è mistero che abbia un debole per le scarpe, i pinguini, i carciofi e...gli occhiali. Il fatto che io li porti dalla quarta elementare non è determinante. A me gli occhiali piace cambiarli spesso e probabilmente mi inventerei anche un difetto inesistente, pur di comprarne a manciate, come, forse sta facendo la Princi, che da me ha preso molto e in frivolezza moltissimo. Gli occhiali sono strani oggetti del desiderio, ci sono quelli comuni, molto visti, pubblicizzatissimi e taroccatissimi e c'è  invece l'eccellenza.
Ove si intenda, per eccellenza i modelli destinati ai trend setter, alle fashion victim, insomma a chi di occhiali se ne intende per davvero. Modelli Cutler & Gross, per donne fatali e figliole dall'eleganza ricercata e attentissima al dettaglio, o uomini di buon gusto ed essenzialità, un pò manager un pò dandy.
Dal 1969, anno dell'apertura del primo negozio in Knightsbridge a Londra, Cutler & Gross ha completato il look di donne perfette come Jacqueline  Onassis o Grace Kelly, passando per Brigitte Bardot e anche moltissimi dei modelli della collezione di Elton John portano la loro firma.
Un altro nome da segnare in rosso sull'agenda è Barton Perreira, che utilizza solo i migliori materiali per le sue montature, dal titanio alla cellulosa giapponese, il tutto per modelli di altissima qualità, da perderci davvero il sentimento. Orbene, dove trovare tutto questo?
Da qualche mese ad Alessandria, L'Officina dell'Occhiale, in Corso Roma al 140.
In un sapiente mix di design e modernità, in un locale di grande gusto e raffinatezza, Alessandro e Letizia vi accoglieranno con grande professionalità, proponendovi una serie di modelli che meglio si adattano al vostro bel faccino, al vostro look del momento, al vostro stile di vita. Si passa dai sofisticati Mykita a Oliver Peoples, da Lunor, a Marni, oltre ai classici Ray Ban e Chanel , per i quali ho una vera propria mania, possono darvi un tocco più glamour, e magari rendere divertente il vostro astigmatismo. 
Orsù dunque. Anche se è un giorno sverso, anche se il morale è ai minimi storici, un giro al 140 di Corso Roma non può che farvi bene. E che importa se piove. L'Officina dell'Occhiale è proprio sotto i portici. Più facile di così!.



14 febbraio, 2011

Scivolata.

Scivolati gli ultimi giorni, scivolata io, immersa e presa, in giro, molto in giro, sorpresa dalle millecinquecento cose da fare, come, non erano soltanto milleedue, mi sono sbagliata anche stavolta. Ho cercato di fare ordine, fuori e dentro, come dico sempre, mi sono sorpresa ad avere orrore della televisione, se non per un film senza pubblicità o un programma di ricette, mi fanno schifo tutti, anche il tg, tutti i tg, dal primo all'ultimo, salvo forse SkyTg24 ma per coerenza mi dico che vada al diavolo pure lui. Scivolata, a sistemare l'armadio delle lenzuola, dove, cascasse il mondo, non ho due federe uguali nello stesso ripiano, l'armadio degli asciugamani, che qualcuno sembra cashmere e qualcun altro carta vetrata, qualcuno me lo spieghi. Stasera ho fatto una torta a cuore, che ve bene che qui San Valentino non si festeggia, che non è mica una festa e una ricorrenza, e bla e bla, ma almeno una parvenza, i piatti a cuore, i cuori sparsi, ma a tutti questi maschi, tutti tutti per un pò, non gliene importa nemmeno granchè e all'Illustrissimo meno di zero, anche se mi ha stupito l'altro giorno arrivando con un fascio di mimosa del nostro giardino sull'Isola, Lo Sai, mi ha detto, Io Faccio Sempre i Regali Nei Giorni Sbagliati. E' una sera che scivola, oggi in giro con lei e le sue bambine deliziose, così bionde e sorridenti, ci siamo ripromesse di fare uguale a Parigi, chissà quando, ma una promessa è una promessa, e se è fatta va mantenuta, non importa quando, non importa come, l'importante è che. Scivolano via i pensieri di tutta la giornata, quelli che ci sono piaciuti e quelli che invece no, le parole e le parole e ancora le mille parole dette e ascoltate, e mentre le cose di oggi vanno via ci sono già germogli piccolissimi di quelle che saranno domani, progetti e pensieri, che domani non è poi così lontano se ci pensi bene, ma a quest'ora i pensieri  ti vengono random, così, senza un ordine preciso e scivolano sì, ma sparpagliati, voglio imparare a cucire, ho di nuovo voglia di leggere fino alla nausea, devo trovare il tempo, non andando a letto con le galline, per dire, che non so mica se tutti sanno che significa andare a letto presto, non proprio dividere il proprio pagliericcio con un pennuto ruspante, bipede e ovaiolo. Ecco, a quest'ora tarda mi vengono le cose più astruse, e anche i rumori di questa casa mi fanno dire che è quasi ora di spegnere la luce e che stasera leggere niente, ma domani un giro da Feltrinelli nessuno me lo leva, promesso, e lo voglio fare perchè leggere è per me una vitamina, e poi, lo sanno tutti, una promessa è una promessa, e se fatta va mantenuta, non importa quando, non importa come, l'importante è che.

11 febbraio, 2011

Imperfetta e felice.

Che bella mattina. Bella come lo sono le mattine qualunque, sveglie dall'alba o quasi, una serie di piccole cose da fare, non troppe, il giusto, la colazione lentissima, ci sarà tempo, ci si è portate avanti già ieri, oggi la si prende con tutta la calma del mondo, qualcuno mi ha detto che è venerdì mattina e il venerdì mattina è già la festa della festa, domenica poi saremo proprio tutti tutti, e così per un bel pò, si prende un bel respiro e ci si fa coraggio, ma alla fine stamattina proprio non si riesce ad essere preoccupati o affannati, o semplicemente pensierosi. Non si pensa a un bel nulla, che va bene uguale, o forse sì, a qualcosa sì, forse al soprabito blù oltremare che si è misurato ieri nel negozio di Cristina, che è diventato la nostra tappa fissa dopo il knit cafè, così le chiacchiere le continuiamo da lì, mentre ci misuriamo pantaloni e cose, ma non per vero, solo mettendole davanti, che è la cosa più snob al massimo, perchè a misurarla per vero, nel camerino, capisci come ci stai dentro, e invece, ad accostarla ai fianchi o alle spalle, capisci come ci stai da fuori, non so se mi spiego. Ieri, l'invasione da Cristina è stata cospicua, con alcune figliole al seguito, la Princi e la Margie, e giù a far confusione, Come Mi Vedete Con Questi Leggings Paillettati al Banco degli Affettati all'Esselunga? Così succede, ognuno di noi ha tonnellate di grane da impastare ogni giorno, da spolverare e rimirare, da sguazzarci dentro come si fa al fiume, quando il fiume ti arriva alle ginocchia ed è tutto uno spruzzo e una schiuma, quando non fango e alghe e schifo. Qualche volta però il nostro fiume cambia, diventa azzurro e trasparente e ci vedi i ciottoli di sotto,  e allora ecco un pò di sana cretineria, di frivolezza a pacchi da 6,  di qualche innocente porcheria. Imperfette che siamo, ma così semplici alla fine, e cocciute e testarde e un pò acrobate, e maghe e illusioniste,  a voler trovare ad ogni costo, ad ogni dannatissimo costo, una scusa qualunque, imperfetta essa pure, per sorridere ancora e per sorridersi un pò.

10 febbraio, 2011

L'Orrida Maglia.

In linea generale, generalissima, direi che quello che ho nell'armadio mi piace. Epperforza, l'ho comprato io. Ma non è sempre vero. Nel senso che magari mi faccio attirare da cose che appaiono meravigliose finchè sono nel negozio e che invece diventano sempre più sgalfe già nella strada verso casa e ci si pente amaramente di aver comprato, sebbene in saldo e sebbene fosse un vero affare, che ne so, magari non ci stanno troppe bene, non sono del colore che immaginavamo stesse d'incanto con i panataloni a righe o con quella camicettina a fiori che è un amore e cose così. Questo discorso vale per le cose acquistate. Capita però, nel corso di una vita, di fare dei grossolani errori e di essere troppo, troppo sensibile per rimediarvi. E spiego testè. Anni or sono, diciamo una decina e forse di più, presa da raptus,  confezionai con le mie mani, a me stessa, una maglia girocollo. E fin qui, che c'è di strano, Lo strano parte dall'uso della lana, una lanona da lavorare col 10 se va bene e che io lavorai invece col 6. Le esperte potranno ben capire che genere di materasso essa è diventata. E uno. In più, il colore. Sempre presa da raptus, non so come e non so perchè, la maglia è verde. Ma non un verde brillante, bottiglia o smeraldo. Un verde...morto, come ha detto la Princi questa mattina. E due. Ma il raptus non si fermò, ed ebbi la balzana idea di cucirvi tutt'attorno ai polsi e al collo, una specie di pelo, una di quelle passamanerie che tra l'altro mi costò una fucilata, all'epoca, ma che ne so cosa mi venne in mente, insomma, fattostà ed è che tale  pelliccia, e faccio fatica anche a confessarlo, è, non so come dire, arancione. E tre. Inutile dire che la maglia risultò orrida già dal primo secondo, pesantissima, forse anche un pò corta, ma insomma, la obnubilai nell'armadio e me ne dimenticai per anni e anni, non trovando mai il coraggio di sbarazzarmene. Questa mattina, aperto che ebbi l'armadio delle cose che metto poco, com'è, come non è, pensai che sì, in fondo era quasi primavera e che forse, dopo aver accompagnato i figlioli dacchè è il turno mio,  avrei  anche potuto farmi una corsetta agli Argini, perchè no, in fondo, e così, anzichè in pigiama, mi sono infilata l'Orrida Maglia. Errore ma-dor-na-le! Già perchè secondo la legge di Murphy è scientificamente provato che pronti via, quando non sei al massimo della forma e della beltà incontri persone che conosci, ovvio, ed è errore pensare certo, è mattina presto, nessuno è apparecchiato da corsa a quell'ora. NON E' VERO. Le apparecchiate da corsa ci sono eccome, nonostante fossero solo le 8, la mia Amica delle Lampadine era davvero apparecchiata ma che dico da corsa, da Scala, da Bolscioi, Chanel a nastro, trucco impeccabile e capello da copertina. Ma poichè mi vuole bene mi ha confessato che anni or sono, anche lei aveva una maglia beige dove ci aveva attaccato una roba del genere. Così, mestamente, me ne sono tornata a casa, e l'Orrida Maglia è lì, ancora ignara del suo tristo destino. Buttarla nella spazzatura o raccoglierci la polvere dal pavimento? Ancora non lo so. Quel che so è una grande verità, che ho scoperto proprio stamattina. Le Amiche, quelle vere, mai ti diranno che hai una maglia orrenda. Ma con eleganza e qualche giro di parole te lo faranno ben capire. E ti stringono la mano, dopo averti illustrato la teoria dei vasi comunicanti. Ma questa la capisce solo lei. Grazie C., per aver detto soltanto Beh, Non è Tanto il Tuo Genere. Che tradotto vuol dire: Indifferenziata. Che grandi amiche che c'ho.
Ok, l'avete voluto voi.
Ecco l'Orrida Maglia.
Ora, scatenatevi.
E grazie, grazie tante, serpenti a sonagli che non siete altro.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...