30 maggio, 2007
Potevo resistere?
29 maggio, 2007
Dai, che si knitta.
Orsù, dunque.

26 maggio, 2007
Tutto pronto.
25 maggio, 2007
Ecco.
24 maggio, 2007
Così.
Lo schiaccianoci.

22 maggio, 2007
Pesta.
Mi rendo conto di avere, negli ultimi due giorni, dei desideri torbidi. Delle voglie strane. Scartando a priori la possibilità che arrivi il quinto figliolo, direi che ho già dato, le mie voglie sono, come dire, voglie primitive. Ho voglia di sbadigliare. Ho voglia di annoiarmi a morte. Ho voglia di girare di qua e di là senza meta, non sapendo bene come imegnare il mio tempo. Ho voglia di dirmi, e adesso, cosa faccio? Ho voglia di fare zapping. Ho voglia di sfogliare distratta una rivista soffiando sul thè e mettendomi lo smalto alle mani e soffiando un pò sulle mani un pò sulla tazza, così. Ho voglia di dormicchiare sul divano. Ho voglia di guardare per la decima volta Mediterraneo. Ho voglia di stufarmi fino alla nausea. E invece. Due giorni di frullamento, tritamento e centrifuga. Due giorni di non essere sicura di camminare per davvero, ma solo di sfiorare il suolo. Due giorni di delirio, ecco. Con la strana sensazione di essere, aiutami a dire, sopravvissuta. Si sopravvive senza telefono, dove segni numeri, codici e appuntamenti? Certo che sì. ma il vero lusso è che nessuno ti chiama, o meglio sì, e solo quelli che hai voglia di sentire. E sono coloro ai quali hai dato il tuo numero provvisorio, perchè tu, il loro, lo sai a memoria. Certo, ce ne sono molti altri, ma che importa, in fondo. Se proprio ti vogliono ti chiamano a casa. Il lusso di sentirsi un pò in incognita, sì, sono qui ma non esattamente qui, il lusso di non essere trovata, di sentirsi un pò nascosta un pò privilegiata. Nonostante questa sera mi senta come il basilico nel pesto, direi che tutto è sotto controllo. Andrò a letto presto, però. Per trovarmi domattina fresca, pimpante e profumata. Di basilico? E perchè no?21 maggio, 2007
La resa dei conti.

19 maggio, 2007
Canzoni d'amore.
E ti scopri a pensare, ma in quale posto del mondo sono finita, in quale straordinaria cornice stanno chiacchierando i miei bambini, che cosa resterà a loro e a noi, di queste isole disabitate, non selvagge ma molto di più, con i negozi che vendono tutto di niente, con le chiese, le rovine, le case abbandonate, con i gerani selvatici ancora alle finestre.
Quel che resta non lo so. Ma ho imparato tante cose. Nodi e ricette, venti e andature. Ho imparato che si deve avere un'anima pulita per cose come queste, non dare nulla per certo, e guardare, guardare, guardare. Nel fondo di una grotta celeste, in una spiaggia deserta, in un'isola di 15 abitanti, c'è davvero tutta la pace, tutta la verità e tutto il segreto della vita.
Farò così. Scriverò al nostro Capitano e al suo Assistente, e leggerò quel libro, e dirò loro che quella passata è stata una settimana che non dimenticherò, che davvero conserverò nella scatola dei Giorni Perfetti, nonostante la Bora di ieri, e che penserò spesso a loro quando dovrò mettere in pratica tutte le cose che ho imparato. Beh, sarà una lettera o una mail, ma non credo sia molto distante da una canzone d'amore. Pensata tutta la settimana e scritta. Ora.
11 maggio, 2007
10 maggio, 2007
Senza titolo.

Per caso.
E' così che ho scoperto che c'era. Ho visto un manifesto, in un posto nemmeno tanto in vista, dalle parti della stazione. Giovanni Allevi, Joy Tour. Ho calcolato che sì, il 9 maggio ancora non era passato e che, anzi, era proprio la sera stessa. Sì, si va. Perchè sono mesi che lo ascolto, mi piace, mi fa sentire in pace e leggera, non so, non sono affatto una che ne sa di musica, ma lui mi piace, anche per com'è lui, un pò giullare un pò filosofo. La Princi, al settimo cielo. Si è vestita e cambiata, cambiata e vestita, pettinata e ripettinata, per essere carina, dice, con quel rossore da emozione che ha di solito quando deve fare qualcosa di importante. Piace anche a lei. E tanto, anche. Una folla da paura. Esclusi gli amici incontrati lì, composta perlopiù da gente che non mi piace: pseudo intellettuali, pseudo impegnati, pseudo radical-chic, pseudo sinistrorsi, pseudo griffati che sembra che no, pseudo profondi, finto tolleranti, finto benefattori, autentici incomunicanti, non avvezzi agli entusiasmi, impostati anche sotto la doccia. Ecco, loro. Ma che m'importa, sono qui per la musica, sono qui, con mio marito e mia figlia, che si è portata il quaderno di musica, per farlo autografare da Lui, qualora, caso mai. Arriva, puntuale. E io mi innamoro. Le sue dita sono di schiuma sull'onda, scivolano, leggere e perfette, e la musica che ci viene a trovare è puro incantesimo. La fa uscire, note vibranti e dolcissime, e la accompagna fino a quando l'ultima bollicina si sente ancora, lontanissima. E sembra che, alla fine di ogni brano, un pò gli dispiaccia di farla andare via, ma come, così presto, non doveva durare per sempre questa festa, non dovevamo volteggiare ancora e ancora, invece di ritrovarci di nuovo, appiccicati a queste poltroncine cremisi nemmeno tanto comode? L'ho adorato, da subito. Timidissimo, semplicissimo. E bravo, bravo, bravo. La Princi non ha avuto il suo autografo, le scienziate-guardarobiere-maschere del teatro, ci hanno guardato con sufficienza quando abbiamo chiesto la via dei camerini, come si fa in tutti i teatri. del globo terracqueo, a fine spettacolo. Ma qui, mica siamo in una città come le altre, qui regna la quintessenza del provinciale più basso, del non farsi vedere entusiasti per una cosa che sia una, del non comparire, del low profile ad ogni costo. Pazienza. Le ho recuperato, non senza storie, un manifesto del concerto, che sarebbe diventato il fondo della gabbia del canarino di qualche scienziata-ecc-ecc., e che mi hanno fatto cadere dall'alto, come se si trattasse della copia originale dell'Editto di Costantino, e che ora, troneggia beato in camera sua, della Princineve. Purtroppo non ho trovato su You Tube nessun video all'altezza. Son cose da scoprire da soli, ascoltare in pace e leggerezza, serenità e candore. Per sentirsi in pace, leggeri, sereni e candidi. E al diavolo le guardarobiere. O pseudo tali.08 maggio, 2007
Petali.

07 maggio, 2007
Funziona.
Mai affrettarsi, mai precoccuparsi. Sembra facile. Ho messo a punto in un'infinità di giorni, esperimenti e prove, un'infallibile teoria per dominare ansia e agitazione, sentimenti e stati d'animo non proprio piacevoli da gestire. Appunto, è solo teoria. Qualche volta funziona, qualche volta no. Solitamente, nei giorni in cui mi sento un Minipimer piantato all'altezza dello stomaco, quando mi ronzano le orecchie e urlo, indistintamente, con chiunque incontri lungo il mio cammino, provo a fermarmi. Ok, mi dico, calma, vediamo di ragionare. Respira a fondo, così, schiarisci bene la voce, bevi un bicchiere d'acqua, ferma. Non mi dico Rilassati perchè, chissà come, su di me è una parola che ha un effetto devastante, e mi provoca la reazione esattamente contraria. Cioè, dò di matto. Stamattina, che di ansia ne avevo già preso la mia bella dose insieme al caffelatte, ho provato la mia astrusa teoria. Ho parcheggiato lontanissimo dal centro, ho camminato, camminato e camminato per il mercato cittadino, per le strade della zona pedonale, fra le vetrine dei negozi chiusi, certo, è lunedì mattina. Così, senza un granchè di urgente da portare a termine, ho provato. Ho camminato per quasi due ore, una per andare e una per tornare, certo, mica così a vanvera, ho fatto quello che dovevo fare, commissioni e faccende quotidiane, un passaggio in ufficio e cose così. Mentre si cammina non si pensa mica, lo sapeva? Si sente lo scalpiccìo dei passi sul marciapiede, si intercettano brandelli di discorsi di sconosciuti, si vedono facce note e facce che no, si saluta qualcuno, ci si guarda nelle vetrine, si fissano gli automobilisti dai passaggi pedonali, si guardano i bambini sui passeggini, prima i cani e poi i loro padroni, si leggono i manifesti elettorali, quelli dei film, si respira profumo di focaccia, di sole e di città. Non si è chiusi ermeticamente in un abitacolo, perciò l'ansia, trova spazio e vola via, invece di girare e rigirare, saltare sui sedili e non andarsene, non passa mica dal finestrino, se ne sta lì, appiccicata,un ragno alla ragnatela. Al prossimo attacco, via, lasciare la macchina dove ci si trova, meglio se non in divieto di sosta, e camminare, camminare, camminare. Mi sa che funziona.06 maggio, 2007
Il cestino.

04 maggio, 2007
Ma il paterazzo...

02 maggio, 2007
Volare.
Non mi è affatto sembrata una buona idea. Proprio per niente. Un giorno di vacanza e due no, poi un altro, poi uno che non si capisce se c'è il ponte oppure no, ma che giorno è esattamente lunedì eppure sembra domenica, pensa che domani sembrerà domenica e invece sarà martedì. E che oggi, concèntrati, sembra lunedì ma è mercoledì, bellezza. Un delirio. No che non è stata una bella idea, queste vacanze spezzettate non sono il mio genere. Sono del tipo, tutto o niente. Si lavora, ok, si va. Si sta in vacanza? bene, allora ci si programma per benino, si può fare più di un progetto, una grigliata, magari, a dispetto delle previsioni del tempo, e chi lo sa, magari ci grazia. Stamattina, un mercoledì che ha il gusto di un lunedì, ma di quelli schifidi, invero, che ti sei addormentata col sole e il profumo della prima rosa del cespuglio, e ti svegli con quella pioggia novembrina che ti rende isterica e noiosa. C'è poco da fare, signora cara. Orsù, una bella spesa per le boccucce di rosa che ti razzolano per casa, orsù un pò di incombenze nefaste che ha buona parte degli abitanti del globo terracqueo. Vien voglia di scappare. Senza farsi vedere, sgattaiolare alla bell'e meglio dove si può, lontano, purchessìa. Vaporizzarsi in un dovunque qualsiasi, trovarsi un angolo dove nessuno ti troverà, chiamarsi fuori dai propri doveri di madre esemplare, dovendo alla bisogna redarguire pesantemente un tre di filosofia, eppure ha studiato, la creatura, che cosa si deve fare in quesi casi, cosa c'è scritto alla pagina 347 del Manuale Del Perfetto Genitore. Si tuona? Si urla? Si dice, da oggi non esci più e metti la moto in garage e non vai più a calcio? Si dice ma dai, rimedierai la prossima volta, è stato un incidente? Si dice Lo Sapevo, Ma Quando Ti Metterai a Studiare Sul Serio? Non lo so. Ci penserò. Nel frattempo, scusate tanto, ma me ne vado. Ho una mongolfiera nuova fiammante parcheggiata proprio lì in giardino, il tempo di gonfiarla e vado a farmi un giro. Lo dicevo, queste vacanze a spizzichi e bocconi non mi hanno mica fatto tanto bene.E lei, signora mia, non faccia finta di stendere per curiosare cosa faccio, non lo vede che tra un minuto diluvia?Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
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Sarà il periodo. O la mia proverbiale e assoluta frivolezza cosmica. Ma a me, scartare i pacchi, galvanizza. Elettrizza. Mi piace, insomma....
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Da poco, abito accanto a una palestra. Alla palestra di una scuola. Ho spesso la finestra aperta, non mi arrendo ai temporali alle piog...

