Mai affrettarsi, mai precoccuparsi. Sembra facile. Ho messo a punto in un'infinità di giorni, esperimenti e prove, un'infallibile teoria per dominare ansia e agitazione, sentimenti e stati d'animo non proprio piacevoli da gestire. Appunto, è solo teoria. Qualche volta funziona, qualche volta no. Solitamente, nei giorni in cui mi sento un Minipimer piantato all'altezza dello stomaco, quando mi ronzano le orecchie e urlo, indistintamente, con chiunque incontri lungo il mio cammino, provo a fermarmi. Ok, mi dico, calma, vediamo di ragionare. Respira a fondo, così, schiarisci bene la voce, bevi un bicchiere d'acqua, ferma. Non mi dico Rilassati perchè, chissà come, su di me è una parola che ha un effetto devastante, e mi provoca la reazione esattamente contraria. Cioè, dò di matto. Stamattina, che di ansia ne avevo già preso la mia bella dose insieme al caffelatte, ho provato la mia astrusa teoria. Ho parcheggiato lontanissimo dal centro, ho camminato, camminato e camminato per il mercato cittadino, per le strade della zona pedonale, fra le vetrine dei negozi chiusi, certo, è lunedì mattina. Così, senza un granchè di urgente da portare a termine, ho provato. Ho camminato per quasi due ore, una per andare e una per tornare, certo, mica così a vanvera, ho fatto quello che dovevo fare, commissioni e faccende quotidiane, un passaggio in ufficio e cose così. Mentre si cammina non si pensa mica, lo sapeva? Si sente lo scalpiccìo dei passi sul marciapiede, si intercettano brandelli di discorsi di sconosciuti, si vedono facce note e facce che no, si saluta qualcuno, ci si guarda nelle vetrine, si fissano gli automobilisti dai passaggi pedonali, si guardano i bambini sui passeggini, prima i cani e poi i loro padroni, si leggono i manifesti elettorali, quelli dei film, si respira profumo di focaccia, di sole e di città. Non si è chiusi ermeticamente in un abitacolo, perciò l'ansia, trova spazio e vola via, invece di girare e rigirare, saltare sui sedili e non andarsene, non passa mica dal finestrino, se ne sta lì, appiccicata,un ragno alla ragnatela. Al prossimo attacco, via, lasciare la macchina dove ci si trova, meglio se non in divieto di sosta, e camminare, camminare, camminare. Mi sa che funziona.
1 commento:
Proprio così, camminare: anch'io, senza la mia dose quotidiana di kilometri a piedi impazzisco e, più grave ancora, faccio impazzire chi mi sta accanto, in particolare i miei figli...
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