Oh, sì, me lo dicono da sempre, sono così brava con le parole, io. Qualche volta, a scuola, quando ci davano i tre titoli dei temi, spesso li facevo tutti e tre, per poi distribuirli a chi era in difficoltà. Parlo anche coi sassi, improvviso spesso, ho parlato in pubblico centinaia di volte, mai che avessi paura o fossi tesa. Dopo, magari, mai prima. Non fatemi fare di conto, ma le parole io le amo, amo il loro suono, le vedo, certe volte, amo i discorsi, la grammatica, i verbi, le poesie, le cose. Ma adesso no. Adesso sono qua che ci penso, veramente ci ho pensato tutto ieri, anche al concerto. Ho pensato ad un torrido ferragosto del 2000, c'era il Giubileo, anche, eravamo a pranzo in una splendida casa sulle colline di Perugia. Abbiamo cucinato in sei, quei pranzi chiassosi e incasinati che fino all'ultimo non si sa bene che cosa si mangerà, che uno affetta e l'altro mescola, e l'altro assaggia, che abbiamo riso come matti, e bevuto, anche, coi figli che giocavano e un pò si menavano, ma bastava chiudere la porta e non sentirli. Ci ho pensato tutto ieri. Alle vacanze, al mare, alla festa di Bea, ai discorsi, a quel sentirsi così uguali, anche se proprio amiche forse non siamo, ma vicine, questo sì, accomunate da altre amicizie, e qualcuno mi spieghi che la proprietà transitoria non si può forse applicare anche qui. E così, stasera, che ho notizie di te dai messaggi non tuoi, che ho saputo del cancro e so che lo sanno anche i tuoi figli e tuo marito, e te, stasera io, che scrivo da un tempo che non so e che so sempre, sempre trovare le parole anche quando non mi vengono, stasera che scrivo confusa e senza rileggere e correggere, stasera che sono qui a pensare che sei una come me, sei una di noi anche se lontana, e che sei tu ma potrei essere io, e i figli miei e mio marito, stasera io, proprio io non so che cosa dire. Io, Grazia, non so che cosa dire.
3 commenti:
Ho cercato tanto di ricordare quello che desideravo dicessero a me. In realtà volevo solo essere ascoltata, volevo parlare e raccontare. Ma ho ricordi confusi, mi rendo conto. Di sicuro ho notato chi mi ha telefonato e chi no. Perchè avevo bisogno degli altri. Ma era un equilibrio difficile perchè dovevano mantenersi in bilico tra il non minimizzare per consolarmi e il non trasmettermi panico.
Boh, un casino. E ci si sente così fragili, piccoli e bisognosi di tutto.
E si trema per i figli.
Anche io sono una che non ha difficoltà a trovare le parole, di solito... anch'io sono qui ora, cone questo rettangolino bianco e vuoto a perto da un po', e anche io non so che cosa dire, se non che ti abbraccio forte, e ti chiedo di trasmettere l'abbraccio a Grazia, che non conosco, ma che sento vicina, perchè, come dici tu, è lei e potrei essere io. Quando saprai cosa dirle, che sono certa che lo saprai, aggiungi che ci sono altri "affetti" lontani che le sono accanto.
Raffaella
gli "sms non suoi" sono i miei...se lei leggesse, se lei leggerà, ti abbraccerebbe e lo farei anch'io, per ciò che mi hai ricordato,e perchè nelle chiacchiere apparentemente vuote e frivole di una sera qualsiasi, magari su una spiaggia qualsiasi, senza schemi ,senza pretese, senza programmi, si intesse magici fili che paiono sottili e deboli, ma invece no...hanno in sè la forza e la potenza per tener legato l'universo...
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