10 maggio, 2007

Senza titolo.


Oh, sì, me lo dicono da sempre, sono così brava con le parole, io. Qualche volta, a scuola, quando ci davano i tre titoli dei temi, spesso li facevo tutti e tre, per poi distribuirli a chi era in difficoltà. Parlo anche coi sassi, improvviso spesso, ho parlato in pubblico centinaia di volte, mai che avessi paura o fossi tesa. Dopo, magari, mai prima. Non fatemi fare di conto, ma le parole io le amo, amo il loro suono, le vedo, certe volte, amo i discorsi, la grammatica, i verbi, le poesie, le cose. Ma adesso no. Adesso sono qua che ci penso, veramente ci ho pensato tutto ieri, anche al concerto. Ho pensato ad un torrido ferragosto del 2000, c'era il Giubileo, anche, eravamo a pranzo in una splendida casa sulle colline di Perugia. Abbiamo cucinato in sei, quei pranzi chiassosi e incasinati che fino all'ultimo non si sa bene che cosa si mangerà, che uno affetta e l'altro mescola, e l'altro assaggia, che abbiamo riso come matti, e bevuto, anche, coi figli che giocavano e un pò si menavano, ma bastava chiudere la porta e non sentirli. Ci ho pensato tutto ieri. Alle vacanze, al mare, alla festa di Bea, ai discorsi, a quel sentirsi così uguali, anche se proprio amiche forse non siamo, ma vicine, questo sì, accomunate da altre amicizie, e qualcuno mi spieghi che la proprietà transitoria non si può forse applicare anche qui. E così, stasera, che ho notizie di te dai messaggi non tuoi, che ho saputo del cancro e so che lo sanno anche i tuoi figli e tuo marito, e te, stasera io, che scrivo da un tempo che non so e che so sempre, sempre trovare le parole anche quando non mi vengono, stasera che scrivo confusa e senza rileggere e correggere, stasera che sono qui a pensare che sei una come me, sei una di noi anche se lontana, e che sei tu ma potrei essere io, e i figli miei e mio marito, stasera io, proprio io non so che cosa dire. Io, Grazia, non so che cosa dire.

3 commenti:

Laura ha detto...

Ho cercato tanto di ricordare quello che desideravo dicessero a me. In realtà volevo solo essere ascoltata, volevo parlare e raccontare. Ma ho ricordi confusi, mi rendo conto. Di sicuro ho notato chi mi ha telefonato e chi no. Perchè avevo bisogno degli altri. Ma era un equilibrio difficile perchè dovevano mantenersi in bilico tra il non minimizzare per consolarmi e il non trasmettermi panico.
Boh, un casino. E ci si sente così fragili, piccoli e bisognosi di tutto.
E si trema per i figli.

Anonimo ha detto...

Anche io sono una che non ha difficoltà a trovare le parole, di solito... anch'io sono qui ora, cone questo rettangolino bianco e vuoto a perto da un po', e anche io non so che cosa dire, se non che ti abbraccio forte, e ti chiedo di trasmettere l'abbraccio a Grazia, che non conosco, ma che sento vicina, perchè, come dici tu, è lei e potrei essere io. Quando saprai cosa dirle, che sono certa che lo saprai, aggiungi che ci sono altri "affetti" lontani che le sono accanto.
Raffaella

Anonimo ha detto...

gli "sms non suoi" sono i miei...se lei leggesse, se lei leggerà, ti abbraccerebbe e lo farei anch'io, per ciò che mi hai ricordato,e perchè nelle chiacchiere apparentemente vuote e frivole di una sera qualsiasi, magari su una spiaggia qualsiasi, senza schemi ,senza pretese, senza programmi, si intesse magici fili che paiono sottili e deboli, ma invece no...hanno in sè la forza e la potenza per tener legato l'universo...

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...