Pigri giorni di vacanza nella casa sulla collina. Che tanto casa non sembra, in queste ultime ore, con transumanze varie verso monti e mari per Capodanno, ma c'è da sperare che nel pomeriggio, verso merenda, si ritorni ad una quieta, affollata, calda normalità. Trasformata in un bed & breakfast, laddove il breakfast aveva luogo intorno le 3 più o meno, riprenderà testè i ritmi normali, da molle vacanza, da caldo divano, da film a raffica, avvoltolati in una coperta nuova di zecca, di quelle fatte con gli avanzi che diventano vere e proprie opere d'arte, uniche nel loro genere e cosa importa se i colori non sono proprio una meraviglia. Ho pensieri confusi, sparsi come il mangime dei pettirossi, congelati, come a dire, un pò fermi. progetti ancora nessuno, o forse tanti, anzi, certo che sì, ma un attimo ancora, che non è tempo di metter cose sul tavolo, si lasciano lì, ancora per un pò. Si apre un cassetto e lo si richiude in fretta, ok, tempo ci sarà. Ancora qualche giorno di nulla sicuro, di orari dilatati, faccio questo? mannò, posso leggere un pò, se voglio, posso stare a chiacchierare o fare la maglia con una bella musica, c'è ancora nell'aria quella semi incoscienza dei giorni di festa, qualcuno ha fame?, che dopo giorni di capponi e torroni, di datteri e mazzancolle, si ha solo voglia di un brodo leggero e un mandarino, quand'anche. Si inizia con grazia, con consapevole lentezza, con pigrissima, celebrata indolenza. L'albero zen è ancora lì, intonso e fiero, i regali scartati, la scatola capovolta per contenere il pandoro a metà, nastrini e carte bel ripiegate, i rami candidi alle finestre. E' ancora festa. Finchè dura.02 gennaio, 2009
Gennaio lieve.
Pigri giorni di vacanza nella casa sulla collina. Che tanto casa non sembra, in queste ultime ore, con transumanze varie verso monti e mari per Capodanno, ma c'è da sperare che nel pomeriggio, verso merenda, si ritorni ad una quieta, affollata, calda normalità. Trasformata in un bed & breakfast, laddove il breakfast aveva luogo intorno le 3 più o meno, riprenderà testè i ritmi normali, da molle vacanza, da caldo divano, da film a raffica, avvoltolati in una coperta nuova di zecca, di quelle fatte con gli avanzi che diventano vere e proprie opere d'arte, uniche nel loro genere e cosa importa se i colori non sono proprio una meraviglia. Ho pensieri confusi, sparsi come il mangime dei pettirossi, congelati, come a dire, un pò fermi. progetti ancora nessuno, o forse tanti, anzi, certo che sì, ma un attimo ancora, che non è tempo di metter cose sul tavolo, si lasciano lì, ancora per un pò. Si apre un cassetto e lo si richiude in fretta, ok, tempo ci sarà. Ancora qualche giorno di nulla sicuro, di orari dilatati, faccio questo? mannò, posso leggere un pò, se voglio, posso stare a chiacchierare o fare la maglia con una bella musica, c'è ancora nell'aria quella semi incoscienza dei giorni di festa, qualcuno ha fame?, che dopo giorni di capponi e torroni, di datteri e mazzancolle, si ha solo voglia di un brodo leggero e un mandarino, quand'anche. Si inizia con grazia, con consapevole lentezza, con pigrissima, celebrata indolenza. L'albero zen è ancora lì, intonso e fiero, i regali scartati, la scatola capovolta per contenere il pandoro a metà, nastrini e carte bel ripiegate, i rami candidi alle finestre. E' ancora festa. Finchè dura.
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1 commento:
Risposta al commento: Non chiamatela Cicciona.
T'attacchi! Non te lo dico, non ve lo dico, pappappero (suggerisce la Gommosa). A tempo debito, ragazza mia, devi imparare ad avere pazienza ;)
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