Quasi un chilo e ottocento grammi. Un gran raccolto di more, un'invasione di rovi ricoperte di preziosissime gemme di un bel viola scuro. Ne abbiamo raccolti quattro sacchettini, sfidando le spine e le asperità del terreno circostante, il campo appena arato e le zolle irregolari, la riva scoscesa e il caldo. Non che fosse in programma, si ciondolava tranquilli per il sentiero, una pigra domenica, come a ricaricarci per la settimana che verrà e che inizia domani, di grandi cose, di grandi fatti, di grande vicende. Non che raccogliere more sia la cosa più semplice del mondo. Primo, bisogna trovarle. Secondo, bisogna aver voglia di lavorare per obiettivi, con metodo scientifico, nel senso che non è che ti diano grandi soddisfazioni, come i fichi, per esempio. La mora non è che tenga tanto spazio, e ti sembra di averne già raccolte un sacco e invece ne hai una ventina o poco più. Terzo, non è che sia così agevole, la mora non è che stia lì aggrappata al suo rametto e ti dica, Còglimi, Sono Qui. La mora la devi cercare tra le frasche, spostare i rametti spinosi, le foglie che pizzicano, se ti va bene sei a cavalcioni su un fossato o, come nel mio caso, in equilibrio malfermo, che non mi ero attrezzata per la raccolta a sorpresa, e dovevo stare bene attenta a non impigliare la camiciola nelle spine, o peggio, graffiarmi le gambe dacchè, bella pensata, avevo anche la gonna. Ma mica faccio la Raccoglitrice di More di mestiere. Ora, il preziosissimo bottino troneggia sul tavolo della mia cucina. Resta da capire cosa farne. Marmellata? Una torta? Li schiaffo sul gelato e buonanotte ai suonatori? ci penserò. Ora però devo recarmi di fretta al capezzale del mio Illustre Sposo, che per amor mio ha sfidato spine e dirupi, burroni e terreni scoscesi ed ora giace, ferito, graffiato che nemmeno il Gladiatore. Non è vero affatto che gli uomini preferiscano le bionde. Io mora sono. E infatti.
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2 commenti:
Quando ho mal di testa vengo a leggere qui.
Niente, te lo volevo dire.
E ora c'ho pure la nausea. Giustificatissima peraltro, ma prima di giovedì e dell'ecografia MICA mi fido di sta pancia già grande di nuovo.
E niente (di nuovo).
Forse ti volevo dire anche qsto.
Facci una marmellata, o una salsa calda, da colorarcisi le dita indelebilmente.
Madamesnob
(o marylizard come forse mi ricordi)
Sono Viola. Prima ancora di guardare se ci sono commenti sul mio blog, vengo a leggere Fragole Infinite. Anche se sono triste, trovo sempre una frase serena, consolatoria. Grazie
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