11 aprile, 2011

Piccola me.


Credevo fosse più semplice. Credevo di farcela, Ho Studiato Abbastanza, mi dicevo, sarà come coi suoi fratelli, lievemente diverso, lievemente soltanto, ci saranno da fare alcune aggiustature, ma sono preparata, ho gli appunti di tre esami precedenti, sì, anche di quello che è diventato mio quando aveva 13 anni, proprio nel momento peggiore, e forse è stato proprio lui ad insegnarmi come, con i suoi fratelli. Sarò pronta. E invece no, pronta non la sono affatto. Sono giorni che stridono per la Principessa degli Zaini Scarabocchiati. Quattordici anni e il mondo addosso, un giorno a schiacciarla, il giorno dopo a portarla in trionfo, un giorno nel fosso, un giorno sulla luna. E' normale, mi dico, lo sapevo, anche io forse alla sua età, ma è cosa da non dire, i miei anni di allora non si riconoscono con i suoi di adesso, è tutto più veloce, a volte più semplice, a volte così complicato. Dove sbaglio è la prima domanda, ovvio, ci deve sempre qualcosa nei miei figli che deve, assolutamente deve essere colpa mia, in qualche modo. Ma lei, occhi di mare verde, di erba nuova e smeraldo, mi scivola via. Parla poco, ascolta molto, o forse sembra, persa a volte dietro una carovana di zingari che sono i suoi pensieri e sembra qui, a tavola con noi, ma forse è in qualsiasi altro posto del mondo che non è questo. Cosa devo fare con te, Principessa del Sole, che mi rubi  maglie, occhiali e braccialetti e il profumo che ad abbracciarti stretta sento me, e ti dico Sicura Che non Ti Chiamino col Mio Nome? E tu sorridi piano e dolce come sei tu. E poi non dici, o dici pochissimo, e stai spesso nei tuoi pensieri e in quel regno perfetto che è la tua stanza, e suoni e suoni e poi parti per un viaggio che sai solo tu, le cuffie nelle orecchie e scrivi e scrivi, distante, distante da tutti, distante da me. Io sto qui e aspetto, che arrivi da me la donna nuova che stai diventando, che mi dica le cose che senti e che a chiedertele sono solo piccole frasi, Tutto Bene, Tranquilla, ma tranquilla non sono e vorrei riuscire a guardare dentro quel cuore che ti ho regalato e sapere quello che c'è, cosa gira nei tuoi pensieri, cosa sono tutti i silenzi e tutti quei musi e quelle risate che arrivano improvvise quando ti sento parlare al telefono. Ma so che non sei tu, ma io a dover cambiare, so che devo riavviare tutto, e studiare e imparare  la nuova Te che sei, e che devo sapere quando è ora di parlare e quando invece di stare zitta e aspettare. Arriverai, lo so. Forse non mi chiederai di rifarti una treccia o di aiutarti a colorare ma io sono qui, lo stesso, per ascoltarti e stringerti, non mi scivolare via, sono qui perchè è il mio posto e tu sei tra le mie gemme più preziose,  Principessa della Casa in Collina,  piccola Figlia, piccola me.

4 commenti:

CINZIA ha detto...

Giorni difficili, a volte sembrano non passare mai...ricordo con le mie "Princi".... ma tornerà da te,donna e in gamba e sensibile e dolce..perchè tu hai seminato tutto questo e dimostrato questo tutti i giorni della tua vita!
Ti abbraccio
cinzia

Narcysa ha detto...

Vedo una mamma che cerca di capire e una figlia adolescente che cerca di crescere. Io adolescente non lo sono più, ma una mamma che cercasse di capire me, figlia maledettamente imperfetta nella sua inarrivabile perfezione e non avere estenuanti prove di forza, giorno dopo giorno. Te lo dice la figlia di un'altra: sembri in gamba come mamma, coraggio, ce la farai.

diamanterosa ha detto...

Narcysa, sembro solo.

Cinzia, grazie.

L.

Narcysa ha detto...

Lo sei. perchè già il fatto di porsi dei dubbi è importante. Non dici che sei la mamma e dunque, in re ipsa, ciò che dici possiede la verità.

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