28 ottobre, 2011

La Scatola col Gatto.



E' una scatolina di latta, di quelle che possono contenere dal nulla, a tutto. Comprata a Parigi, da Merci, qualche anno fa, e portata in dono a Lei, la Principessa Omioddio, la figliola più piccola, l'unica femmina, l'unica e basta. Per lei, da subito, palloncini rosa sulla porta a dire che sì, era arrivata, quel 4 marzo di quasi quindici anni fa. Quindici anni quasi. Anzi, facciamo quattordici e mezzo, e un pò di più, che suona meglio. Suona meglio per me. Questa scatola le piacque subito tantissimo, ci teneva i nastrini per le trecce, le stringhe con la tastiera del pianoforte, le mollettine coi fiocchi. Stamattina, svuotando il cestino della sua stanza, l'ho trovata lì. Buttata via. E subito mi sono ricordata, Ho Messo in Ordine, Mamma, me lo ha detto ieri salendo le scale di corsa. Solo, non ho compreso subito cosa volesse dire quel suo mettere in ordine. Ha buttato via tante cose,  pastelli spuntati, penne che non scrivono, e degli orecchini con Hello Kitty. Ha buttato un portachiavi ad orsetto, una serie di elastici con le ciliegie e le banane, un cerchietto di pelo con le orecchie. E la scatola col gatto. L'ho recuperata, dentro avevo un biglietto dell'autobus e un topolino fosforescente. La userò io, ci terrò la mia sterminata collezione di stitchmarkers, in fondo questa scatola è così bellina, mi sono detta. Poi ho pensato. Non sei più da scatole coi gatti, figlia, me ne accorgo quando apro la porta della tua stanza e tu sei lì, me ne accorgo da come stai seduta, un pò di sbieco, come me,  me ne accorgo da come alzi gli occhi, da come ti scosti i capelli dal viso, con quel gesto che i tuoi Fratellacci Maleducati imitano centinaia di volte, per farti arrabbiare, Occhioni Verdissimi e Capelli di Seta. Cose te ne fai di questa scatola col gatto, che ti sembra tanto da bambina stupida, adesso, ma che forse riscoprirai tra un pò, magari all'università, chissà. Ho messo in ordine, che tradotto vuol dire, sono diventata grande, sono grande, non ho più bisogno di scatole coi gatti per conservare le mollettine, non mi faccio più le trecce, e quelle orride mollettine con le banane, ma per favore. Un figlio maschio cresce quando dalla sua stanza escono le note dell'heavy metal, quando ti bacia e punge, quando lo vedi radersi una mattina nel bagno blù. Una figlia invece, cresce quando butta via le scatole coi gatti. Me lo devo segnare, da qualche parte.                                   


3 commenti:

Gabriela ha detto...

E si prova una leggera malinconia, una vaga inquietudine vero?

sabri ha detto...

Cavoli, quanto è vero! Ma poi l'heavy metal passa?

Anonimo ha detto...

adorata io colleziono ancora scatole di latta.........conservala non si sa mai..un giorno te la richiederà

cug santin

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