Senza soluzione di continuità, senza continuità e anche senza soluzione. Entro ed esco, prendo e poso, faccio e disfo, intermittente, come le luci difettose delle insegne dei motel, nei film americani. Mi accendo e mi spengo, così, senza un motivo, senza una ragione, mi sento in cielo e sottoterra in un secondo netto, mi succede ogni tanto, quando il cielo mi schiaccia, lo stesso cielo dove volavo un secondo fa, salgo e scendo, senza strade o sentieri, mi ci trovo e basta, ho un sorriso luminoso e un attimo dopo ho la faccia del passaporto, la faccia da dissidente, da rifugiata politica, da scema. Esco, apparecchiata che manco ai Golden Globe e il giorno dopo sono sciatta e confusa, disordinata, storta, impacciata, Ugg e pigiama, capelli elettrici e la solita faccia da scema. La fortuna è che non c'è un giorno che sia uguale all'altro, la sfiga è che non sai mai, quando apri gli occhi, che giorno ti tocca vivere, a quale giro stiamo, come sarai, e ci vuole poco a capirlo, un minuto, forse meno. Non si chiamano sbalzi d'umore, io sono sempre io, ma è il mood che cambia, la percezione del sè, come dicono quelli che parlano bene, il sentimento, la ragione non c'entra, credo, io che di ragione non ho granchè, io, giri di giostra da far girar la testa, il pianto e il riso, la Torino-Milano e le curve dello Stelvio, la nausea e l'euforia, il nulla, il complicato, la quiete e l'angoscia, che sono due vetri della stessa finestra, dipende ben da che parte vuoi guardare. Cammino a tentoni, radente il muro, tasto per cercare un interruttore che accenda un giorno così, una stanza così, una strada così, e mi sento onnipotente a pensare che sarò io a decidere come sarà quest'oggi, ma onnipotente dove e come e in quale film, se non sai niente, se non sei niente e che non c'è l'interruttore o forse sì, ma prima devi trovare il contatore, è da lì che l'han staccata.
20 gennaio, 2011
19 gennaio, 2011
Break Time
La mattina non è stata di quelle semplicissime, ci sono volte in cui si ha voglia non di fermarsi ai box, ma nemmeno di partire prima, insomma, di non mettere in moto, con mille scuse, non si trova la chiave, fa freddo, si ha sonno, fame, sete e nulla risulta al mondo più seducente di una coperta e un letto, sia pure un divano, una sedia, uno sgabello, un angolo in piedi con la fronte sui vetri, un gradino delle scale, financo il pavimento, è di legno e certo non ci gelerà il sedere. Ad ogni buon conto si è partite, eccome, dicono che sia la serotonina a farla da padrona su testoline imbizzarrite, me lo diceva anche il mio Medico dei Pazzi che a stare troppo fermi ci si scioglie su questioni e menate, peggio di un cornetto Algida lasciato al sole. Ben perciò ci si è attivate per benissimo, e a metà mattina ci si è pure concesso il piccolo lusso del thè. Che proprio thè non era, è un regalo di Rosanna, e già a prepararlo, con la mini teiera e la mini tazza, ha tutto il suo bel dire. Bustine? Che volgarità. Questo infuso di frutti e scorzette di agrumi è conservato con somma eleganza in graziosi cartoccini di garza, che poi è un vero peccato buttare via, perchè sono troppo belli anche dopo infusi, voce del verbo infondere, cioè anche dopo che il thè è pronto, col suo un bel colore rubino. Così, la mattina ha tutto un altro sapore, di rosa canina e arancia, perchè dopo una tazza fumante e una chiacchiera a Roma con B., il livello di serotonina è deicisamente migliorato. Che sia essa contenuta nei pallocchetti di garza sopraffina? Per informazioni, chiederci Rosanna.
18 gennaio, 2011
A grandissssssima richiesta.
Considerando le centinaia di clic che ha avuto il post qui sotto, le mail che ho ricevuto, persino messaggi su FB, ecco che mi accingo a dare spiegazioni non riguardanti che so, presunte storie torbide o intrattenimenti non leciti con chicchessia, quanto dare ragguagli e indicazioni il più possibili precise, su come fare il Moebius Cowl. E tutto ciò cade veramente a fagiuolo, nel senso che il prossimo week end ci sarà un sacco di neve e non la voglio gufare ma l'ho proprio letto sul Corriere della Sera on line e che devo dire è stata la notizia più bella che ci ho letto stamattina.
Ciò detto, mi appropinquo senza meno a dare le spiegazioni, o, come dicono Adelina e Guendalina BlaBla, il pattern.
Diciamocelo, innanzitutto, che il Fragola Moebius Cowl, che il nome l'ho inventato adesso, in questo istante preciso, si fa coi circolari, e qui non ci piove.
Ma se qualcuno lo vuole fare coi ferri dritti, straight needles, lo può fare uguale, basta che lo cucia storto. Cioè incrociato.
Per il Fragola Moebius Cowl occorrono.
2 gomitoli di lana grossa, o lana bulky, che si lavori col 10. Io ho usato la Debbie Bliss Como, mohair e cashmere, e t'ho detto tutto.
Ferri n.10 circular o straight, va bene lo stesso
1 ago da lana di quelli spessissimi che ci puoi cucire pure il materasso, alla bisogna.
Procedimento.
Si mettono 58 punti. Cast on 58 stitches.
Dopodichè, si procede con il Magic Loop, che è anche su You Tube.
Ma, mentre nella descrizione normale si raccomanda DON'T TWIST, qui invece, il twist si deve fare eccome.
Cioè, si fa finta di sbagliare, si girano un pò i punti e si comincia a lavorare normalmente.
Cioè, è un Magic Loop che si arròta.
Cioè, è un Magic Loop che si arròta.
E' nel twist il segreto.
Quando il collo sarà finito, avrete un bel girarlo e rigirarlo, è tutto arrotolato su se stesso e indossato fa la sua bella e scintillante figura. E senza cuciture, ovvio.
Se invece si opera coi ferri dritti, si fa un bel rettangolo, si cuciono le due parti diritto con rovescio e buonanotte ai suonatori.
Ecco, non si capisce una beata, io ho fatto del mio meglio.
Lo sapevo che ci volevano Adelina e Guendalina.
povera me.
Moebius Mood.
E per giunta, on demand. E' il mio figliolone Giurisprudente, che adesso non so nemmeno più come chiamare, che mi ha commissionato un neckwarmer rosso. Pronti via, in poco più di un'ora, il suo Moebius Cowl era bell'e pronto, caldo, morbidissimo, un pò mohair e un pò cashmere, fatto strano, storto e sghembo come solo i Moebius Cowl sanno essere. La cosa che mi strabilia è infatti come, da quello che può sembrare un erroraccio, cioè il fatto di andar storte col Magic Loop, esca fuori una tale meraviglia. Raffinatezze, lo so, cose da chi se ne intende, so anche questo, ma insomma, eccolo qua. Noi qui non si va tanto per il sottile e si sfornano colli caldissimi in pochi minuti, lo vuoi verde? ecco qui. Grigio e con la treccia? che problema c'è, sanno tutti in questa casa che la tv mi annoia a morte, ultimamente, a meno che non mi soffermi a guardare film che mi fanno commuovere e piagnucolare, La Mamma Ha Pianto, Vuol Dire che Questo Film è una Ca@ata pazzesca. Che dire. A guardar fuori ti verrebbe un AH, BELLO, ma qui dentro c'è un caldo tranquillo, una torta di mele nel forno, una serie di cose e progetti gestite via mail o al telefono, forse una passeggiata più tardi, fino al negozietto sullo stradone, per il latte che scarseggia e nessuna voglia di mangiar nebbia per scendere in città. Certo, a piedi farà freddino ma mi avvoltolerò alla bell'e meglio in qualche sciarpa che raccatterò nell'armadio. Come? No, rispose arrossendo e volgendo altrove lo sguardo intristito, Io di Neckwarmer Non Ne Ho Nessuno. Son cose.
17 gennaio, 2011
Cuori di Cristallo.
Era da molto,troppo tempo che non succedeva. A parte le feste dei miei figli, le cresime e le comunioni, ma oramai i miei figli sono tutti grandi, cioè no, grandi non lo sono, ma le feste di quel tipo si sono esaurite, mica si fa la cresima tutti gli anni, così, giusto per avere la scusa per avere tutti vicino. E' stata una bella festa, una specie di Natale, non so dire, il compleanno di mio fratello, una tavola lunghissima, i tovaglioli ben piegati, un ristorante di delizie appena fuori Torino. Noi tutti. La mia famiglia di ora, tutti i miei figli e il mio Sposo, la mia Cugina dai Capelli Rossi, quella delle estati lunghissime al mare, e la mia famiglia di prima, quella sparsa, disintegrata, noi tre che il destino ci ha fatto un brutto tiro, ci ha sparpagliati e divisi per un pò, ci ha preso di mira una mattina d'ottobre, vedete, da adesso niente sarà più come prima, lui viene con me, al resto pensateci voi. Ci abbiamo pensato sì, ognuno a suo modo, ognuno nel suo pensiero, e qualche volta siamo stati così lontani che non sembrava nemmeno vero. Com'è stato possibile, mi sono chiesta tante volte, perchè. Non c'è risposta al destino, non c'è risposta a un dolore troppo grande, alla mancanza che si fa disperazione e deve essere di quelle forti se nemmeno l'amore riesce a calmarla, almeno un pò. Ieri, il mio cuore era vicino a quei due cuori che sono la mia storia, che sono la mia vita prima di questa, che sono mia madre e mio fratello, che siamo stati sì sparpagliati e disintegrati, che abbiamo preso sì delle strade così diverse, che siamo stati sì lontani e opposti, ma che siamo sempre noi, cuori trasparenti di un cristallo lucente, cuori vicini di gesti e racconti, cuori, di storie e legame fortissimo, di cose che sappiamo solo noi e noi soltanto, di infiniti rimpianti e ricordi laceranti, ancora adesso, che è passato tanto tempo. Che bella festa la festa di ieri. Mio fratello ha cinquant'anni e il sorriso di un ragazzino, lo stesso che mi portava in giro col go-kart e raccoglieva le figurine, artista e sognatore, ora come allora, che la vita anche a lui ha tolto le cose che ha tolto a me, e qualche volta me lo dimentico. Mia madre non ha ancora settant'anni ed è così bella, e ha ancora quel suo amore bellissimo nel cuore, nonostante il tempo e la vita, e ne parla con un rimpianto che si tocca. Eravamo tutti lì, ancora, come nella cucina di via Emilia, o sul terrazzo a Varigotti, la mia vita bellissima, di prima e di adesso, cuori lucenti di cristallo purissimo, che non si spaccano, che non si incrinano e che messi vicini luccicano un pò di più.
14 gennaio, 2011
Dietro la nebbia c’è un bosco incantato, un sonno beato, un quadro rubato. Dietro la nebbia c’è la collina, una rosa e una spina, è un tranello, bambina. Dietro la nebbia c’è il sole che scotta, se hai perso la rotta ,mi sa, sei nei guai. La nebbia non ride, né piange o respira, la nebbia è lì, ferma, e se prendi la mira, il bersaglio è lì, vedi? non lo sbaglierai. Dietro la nebbia c’è una fata sgarbata, una mela fatata, una foto strappata. C’è la spiaggia al mattino, una fetta di torta, se è viva o se è morta non lo saprai mai. La nebbia è il mistero di questo giardino, è un opaco destino, tu prova a scacciarla, non ci riuscirai.. La nebbia solleva, nasconde e riluce, se canti più forte o se accendi la luce, lo sai che non cambia, rimane com’è. Tu guardala e pensa, tra poco scompare , tra poco va via,ma è falso e lo sai. Allora sorridi, che tanto è lo stesso, ma dove l’ho messo, che prima era qui. La nebbia sta lì, attaccata di fuori, e mangia i colori, le stelle, e il giardino. Tu stalla a guardare, andrà via quando vuole, nasconde le aiuole, ti ci abituerai.
E' stato un piacioro.
Seratona, ier sera, verso l'ora di cena, quella presto, che di solito a cena si va intorno alle 8, anche 8 e mezza. Noi no. Noi si va presto. Si è knittato e chiacchierato e knittato, giaggià, perchè ieri era il primo del 2011, e allora e perciò la mia Amica delle Perle s'è detta, e allora perchè non stiamo fuori fino a tardi? Anfatti, ci siamo state, fuori, intendo, non già fino a tardi. Organizzate le figliolanze, voilà, non ci siamo spinte dove di solito, ma siamo rimaste in loco medesimo stesso, nella City, che ad arrivare a casa poi, c'abbiamo avuto il nostro bel dire e il nostro bel fare, che alla Lisa che guidava a un certo punto le ho detto, Accosta, Lisa, Che Guido Io, e per forza, c'era una nebbia da farcisi un vestito, ma di quelli complicati, mica un tubino e via, e lei che vien da Genova proprio non c'è abituata ai nebbioni di qua. Ancorchè alla cena, che bella cena che è stata, Biancaneve, L'Amica delle Provette, la Lisa, e quella della Perle, ovviamente col suo tablet in mano che c'è da giurarci che anche all'Esselunga, mentre sceglie il riso se Carnaroli o Arborio si chiede guardinga se c'è il wi-fi. Bellabella sera. Le mie Amiche sono belle perchè non ci scappa niente, perchè ridono sempre, perchè se hanno qualcosa lo dicono e non stanno tanto lì a cinquantarla, perchè fanno le equilibriste per trovarsi due ore al giovedì, perchè mi seguono nei miei scelleratissimi progetti e anche quando vado a comprare un vestito di pizzo, come, di pizzo? ma poi dicono che è bello e alla fine sono contente.
E poi, le mie amiche, come me, sanno a memoria, ma dico a memoria, i cartoni animati Disney con i quali i nostri figlioli sono diventati grandi, altro che Gormiti e Mostri.
E infatti mentre scrivo, la vicina del 12 su Facebook c'ha messo del suo, e ha detto Sì Sì, Io Lo So, è La Sirenetta, e anche Ursula, che ha un debole per l'arricciaspiccia. E allora, per la Patti che ieri sera non se lo ricordava, e che è strano perchè lei si ricorda sempre tutto e non le sfugge niente, le dò questo da ripassare, e le dico che sì, stare con lei, con tutte loro, sapere che sono lì e sono lì così vicine, è stato, davvero, un grande piacere. Un grande piacioro.
13 gennaio, 2011
Bonjour.
Ce l'hai un minuto? sì che ce l'ho, mi metto l'auricolare per sentire meglio, per farmi sentire meglio, e per non prendere multe che in grazia di Dio ne ho già prese il giusto. Ho minuti per ascoltare e per parlare, per dire scelleratezze, porcherie e cose serissime, ascoltare che non vuol dire sentire, vuol dire che proprio capisco quel che dici, e ti dico la mia, quello che penso e so, a dispensare consigli sono capaci tutti e d è pieno il mondo di chi ti dice FaiCosì, FaiCosà, perciò non consiglio e non giudico, e nemmeno ti dico quello che farei io perchè io non sono te e tu non sei mica me, ti dico da fuori che cosa sembra, butto lì due previsioni ma non sono Maga Maghella e nemmeno la Fata Turchina. Grazie, mi dici, ma grazie di che, io non ho fatto nulla, è davvero così difficile trovare qualcuno che ti ascolta che ti vien quasi da baciarlo in fronte, se per caso qualcuno lo fa? Buongiorno dalla nebbia fitta, buongiorno dal nulla, da questo angolo di mondo che per un pò di giorni l'anno non ha contorni e dimensioni, solo sagome e riflessi poco chiari, lattiginosi, opachi come il vetro quando ci aliti sopra per farci i disegni, o lo specchio della doccia, quando esci, e per specchiarti devi passarci la manica dell'accappatoio, Mi piace disegnare sui vetri, mi è sempre piaciuto, cuori, per lo più e pinguini, e stelline e frasi di canzoni, che poi se non lavi i vetri dopo mesi, col sole, ti ritorna fuori, e dici, ma che scema, quando la smetterò con questa storia dei disegni. Buongiorno dai giorni bianchi e fermi, dal gatto che forse si è preso una storta e bisognerà portare dal veterinario, buongiorno dal silenzio di una casa ordinata e linda, svuotata dagli eccessi e perciò pronta per essere riempita di nuovo, buongiorno dalla musica che viene dalla radio, dal cestino dei gomitoli appoggiato sul divano e da una tazza di thè dimenticata ieri, e metà, accanto al dizionario di inglese e una molletta con i brilli. I pensieri vanno riordinati per bene, organizzati come in un cassetto, incasellati per far sì che non prendano strade troppo tortuose, o si perdano nel niente che c'è fuori. E se diventassero troppo pesanti, se fossero così ingombrarti da non riuscire a farti passare nemmeno se ti metti di lato e di piatto e fai passi piccolissimi, avrai sempre, da qualche parte, qualcuno cui chiedere Hai Un Minuto? Non importa chi, non importa dove, ma vedrai, Sì Che Ce L'Ho, ti risponderà.
12 gennaio, 2011
Strawberry Shawl.
Ci si può lodare da sè medesimi, qualche volta non fa mica male, che sia una ogni tanto, mica tutti i giorni. Con la lana da peccato che mi ha mandato la Mirella, da peccato perchè era morbidissima, di un colore che ho adorato all'istante, e che non ci è voluto tanto a farmi decidere di mollare tutti progetti in essere e dedicarmicivisi. Ciò che ho ottenuto è questa meraviglia, liberamente tratto dal Traveling Woman di Liz Abinante, la stessa del Saroyan, stylist che nel mio personalissimo cartellino ha un posto davvero speciale. E dico liberamente perchè, di fatto, il progetto di uno scialle non si batte, un pò come Il Pane e Frittata di Mia Madre. Non si batte nel senso che sì, uno decide istantaneamente cosa e come, di che colore e con che numero, se dritto o circolare, perfino dove conservare il progetto per i vari trasporti, il sacchetto, intendo, che mai mai mai sarà un sacchetto di plastica, che volgarità e pure fuorilegge, e nemmeno sacchetti di carta dei negozi, quelli con i manici a cordoncino. Sacrilegio. Un lavoro a maglia che si rispetti va ben conservato, per essere ben trasportato, e fin qui non fa una grinza, ma in borse all'uopo stesso concepito. Non tutte, si sa, e qui mi dò un bel pò di arie, possono contare su una borsa unica al mondo a fiorelloni di seta, fatta apposta per te dalla tua Amica Teutonica, con avanzi di un costosissimo tendaggio, regalo della tua Amica Canavesana. Nè, e qui altre arie, nella Knitting Bag firmata Emma Fassio, non so se riesco bene a renderne l'idea, il pregio e la sciccheria. Ma, e qui riprendo la frase lasciata a metà, può decidere di fare tutte le modifiche che vuole in corso d'opera, non ti piace il bordo? non lo fai. Non ti viene il slk2p, che proprio non mi sta in testa? e non lo fare, ma che t'importa a te. Le puriste, la Fassio e la Brenna, avranno da ridire, ma non sono forse loro che dicono che ogni capo una cosa a sè e come tale va trattata, pensata, esaltata? Così, in questa bianca mattina gelata, il mio simil Traveling Woman viene dato alla ribalta del web, ben stirato, ben pettinato e ben immortalato. Noi qui si sta benino, in salute, al caldo e in pace. Cose da fare un sacco, pensieri qualcuno, angosce nessuna, a casa tutti bene, e tanti saluti a Liz Abinante. Ah. E grazie Granadiriso.
...ma quanti link ho messo, stamattina...mah!
11 gennaio, 2011
Tempo Zero.
E' una delle espressioni che ho imparato dai miei figli. Non che non abbia un significato scientifico, ma nel Personalissimo Dizionario dei Miei Figli, Tempo Zero mi piace di più. Istantaneamente, Immediatamente, Non Appena, Subito. Sono uscito e tempo zero l'ho incontrato. Eravamo alla festa e tempo zero si sono menati. Cose così. Il mio personalissimo tempo zero,invece, è quello in cui mi rendo conto che forse ci siamo sbagliati tutti e non è vero affatto che sono le 7 e mezza, ma è ancora notte fonda, dal buio che c'è, dalla non luce che c'è, che non è buio, la non luce è quando il cielo non esiste, quando tutto è così grigiastro e bianchiccio e orrido a vedersi, perchè piove e c'è la nebbia e più luminoso di così non ci diventerà, e il buio rischiara pochissimo e così rimane fino a quando di nuovo non diventerà buio e ancora buio e ancora buio e via così. Il mio privatissimo tempo zero è quando a ragionare mi fa fatica, quando dico che 47 meno 11 fa 16, quando canto troppo forte con la musica nell' iPod e qualcuno mi viene a dire che era al telefono e che, certo, non era importante, ma sentire una pazza furiosa che grida ForseEraGiustoCosìForseMaForseMasì, non è proprio il massimo, diciamo. Il mio tempo zero di stamattina ancora non l'ho realizzato, prenderei a prestito un altro cervello e farei prima, quello che ho ancora dorme e di me non ne vuole sapere, ho pensieri appiccati di melassa e miele e fango, gherigli di noce e schegge di cristallo, pensieri luminosi a tratti, a tratti invece neri come il bosco quando il bosco è nero, luminescenti come la brace del camino, così arancione e rossa che ti verrebbe da fartici un anello o una collana. La mattina è immobile e qualunque, da qualche parte qualcosa potrà squassarmi o scalfirmi, non fa differenza, e nel tempo di queste righe la luce di fuori ha raggiunto il suo massimo, la non luce, il non niente, il qualunque, l'uguale. Abbiate tutti, uh, che solenne!, un modo qualsiasi per frantumare questa non luce, sia un bacio, uno smalto o una buona azione, un modo qualunque per non farsi schiacciare e sotterrare, un sortilegio per scoperchiarlo , questo cielo impossibile e pesante, e trasformarlo, tempo zero, nella volta celeste più turchese e brillante che c'è.
09 gennaio, 2011
Massì che son pronta.
Uh, se l'ho menata la mondo intero, con questa cosa qui. Uh, se ho stremato tutti a dire No, Per Favore, Ancora qualche Giorno di Pace. Uh, se ho fatto la spessa, come dicono qui, nella zona che da quasi quindici anni è la mia zona. Uh, son stata pesante a dire Nooo, Non Ce la Posso Fare. E invece sì. Si riprende, si riparte domani, un'agenda nuova di zecca nella borsa, ancora non ci ho scritto niente, nemmeno l'indirizzo, e il gruppo sanguigno e tutte quelle informazioni, in caso di smarrimento riportare a , beh, quello mi sembra il più utile, una volta l'avevo persa, anzi, me l'avevano sottratta dalla macchina a Famagosta, era dicembre, e poi a maggio me l'hanno riportata, mi ricordo essì che mi ricordo. Comunque alla fine son contenta, insieme all'agenda c'è un bell'anno nuovissimo, belle cose da fare, sfide da raccogliere, perchè no alla fine?, progetti a quintalate, forse se ne realizzeranno la metà della metà, ma sarà bello uguale, è il viaggio, non Itaca, mi trovo a ripetere spesso, da un pò di giorni in qua. Mi piaceranno le cose. Ho voglia di cose nuove, di tacchi vertigine e di rossetti di fuoco, di capelli lunghissimi, di Dublino, di Parigi, beh, quello sempre, di libri e libri e libri, come al solito, di scrivere tanto, forse di più, un libro? magari! mai dire di no. Ho voglia di bello, di ordine, fuori e dentro, di tranquillità, di cose semplici, voglio imparare a riciclare meglio, a schifare le borse di plastica che tutti si ostinano a volermi dare, ma io è un sacco che non le voglio più. Voglio imparare a cucire, ma non con l'ago e il filo, che quello, in grazia di Dio, sono capaci proprio tutti, no, con la macchina da cucire, è da un pò che c'ho il pallino e forse, magari, la mia vicina Cicolita potrebbe aiutarmi, alla bisogna, ecco, farei delle borse per la spesa, a fiori, a righe e a pois, che mi piacciono tanto. E poi e poi, ecco, vorrei riprendere a giocare bene a tennis, ma bene bene bene, non solo a buttare la pallina di là, che anche qui, sono capaci tutti. Ho voglia di nuovo e di chiaro, dei colori delle conchiglie, di bianco e di beige, e di luce, un sacco di luce, ho giusto in tasca delle stelle che ho conservato, sono un pò stropicciate, ma basta appiattirle un pochino con la mano, le stelle troppo stirate non sono belle a vedersi, perchè sembrano finte e non va bene, meglio queste, così sono più belle, vuol dire che le hai tenute tanto lì e le hai scaldate e sono diventate ancora più lucenti, stando nella tasca.
A tutti coloro che hanno ancora tasche strabordanti di cose da fare e di pensieri e di sentimenti, di piccoli segreti e grandi amori, a tutti quelli che hanno voglia e bisogno e necessità di pensare che sarà un anno lucente di belle cose, a tutti quelli che vogliono, forsennatamente vogliono essere contenti di loro, che s'addormentano presto e sognano a colori, che si sorridono nelle vetrine, che hanno voglia e bisogno di ridere di gusto, qualche volta, beh, bell'anno davvero anche a chi come me pensa che stirare le stelle no non si fa.
A tutti coloro che hanno ancora tasche strabordanti di cose da fare e di pensieri e di sentimenti, di piccoli segreti e grandi amori, a tutti quelli che hanno voglia e bisogno e necessità di pensare che sarà un anno lucente di belle cose, a tutti quelli che vogliono, forsennatamente vogliono essere contenti di loro, che s'addormentano presto e sognano a colori, che si sorridono nelle vetrine, che hanno voglia e bisogno di ridere di gusto, qualche volta, beh, bell'anno davvero anche a chi come me pensa che stirare le stelle no non si fa.
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