18 aprile, 2006

Casta diva.

Nei giorni di vacanza è buona norma fare cose che solitamente non si fanno mai, perchè non se ne ha il tempo, perchè non si ha la concentrazione o l'ispirazione o semplicemente la voglia. Quando non si è frullati dal meccanismo scellerato della vita di città, ci si può anche permettere di scialare. Leggere anche per 2 ore di seguito senza alzare la testa dal libro se non per guarare in sù e dire, pioverà?, prendere il sole con la musica a mille nelle orecchie, fare niente e basta, o guardare la tv. Personalmente la tv non la guardo mai. Film e tg, direi e tutta la carovana di granfratellame e quiz assurdi, no grazie. E senza fare la snob, semplicemente, trovo che mi fanno male. Non ho gli anticorpi necessari per sopravvivere senza allergie ed emicranie ai vari Mercanti In Fiera, Music Farm e cose del genere. Ma ieri, complice una pioggerellina impalpabile, ho detto, massì, e guardiamoci la tv. Mi sono imbattuta ne La Fattoria. Mio nonno era un uomo di grandi principi e valori morali, molto all'antica e di rara classe, ex ufficiale dell'Esercito e grande appassionato di lirica. Amava in modo incondizionato Maria Callas, Montserrat Caballè, e Katia Ricciarelli. Avevo preso come un'onta personale il fatto che avessero utilizzato un 'aria della Carmen per fare lo spot di un detersivo. Adesso avrebbe circa 95 anni. E mi conforta il fatto che almeno non ha visto la sua eroina Ricciarelli ex Baudo a spalar letame, a far la vipera e a disquisire di mungitura e lattuga in tv.
Il che , non è poco.
Mi sa che la prossima volta, allo zapping preferirò I Fratelli Karamazov. Con buona pace di mio nonno.

16 aprile, 2006

Lemon Twist.


Devo aver letto da qualche parte, tempo fa, che non si dovrebbe mai lasciar passare un solo giorno senza aver imparato qualcosa. Sia essa il modo per montare a neve un albume, foderare un libro o che ne so. La giornata di ieri è stata caratterizzata dall'incontro, da parte di tutta la Reale Famiglia, di una pianta di limone. E non già di un limone qualsiasi, quelli da supermercato, trattati o non trattati. Ma di un Reale Limone Quattro Stagioni, da non confondersi con la pizza. Tanto per cominciare, una pianta di limone ha le spine. E già lì c'è già stato il primo stupore generale. Le spine? Come le rose? Non proprio, molto più lunghe e affilate. E poi, una pianta di limone fiorisce. E fiorisce in un modo davvero speciale. Fiori bianchi, tipo d'arancio, ma, appunto, di limone. Con un profumo freschissimo ed inebriante, che si associa immediatamente al fresco e pulito. Ieri sera ci siamo sentiti tutti molto romantici, a guardare il nostro bel limone, di anni 11, che troneggiava nel suo vaso di terracotta. Dimenticate le parolacce per caricarlo, scaricarlo, interrarlo, mettergli l'argilla affinche stesse a suo agio. Ma solo la carineria di averlo scelto nel vivaio, a dire, E' LUI, come fosse diventato, ormai, uno di famiglia. E stamattina, a colazione, tutti a dargli il buongiorno. Qualcuno dei picci gli ha anche chiesto Come Hai dormito? I piccoli sono romantici, si sa benissimo. I grandi un pò meno. Profumato? A me sembra il detersivo dei piatti. Che devo fare, sopprimerli? Sopportare, invece, pensando al figurone che farò quando la vicina mi chiederà Ha per Caso Un Limone? L'eleganza imporrà di non aprire il frigorifero, ma di farla accomodare con grazia, Venga a Coglierselo, e offrendo un thè e una fettina di torta. Al limone, ben si sa.

15 aprile, 2006

Lo spremiagrumi?


E' risaputo, da secoli, ormai. L'allestimento di una casa, dal nulla, è quanto di più divertente, certo, affascinante e creativo ma stancante e sconvolgente possa esserci. Si deve pensare ad una quantità indecente di cose, dalle fondamentali alle superflue, dalle indispensabili a qualle totalmente inutili. Una volta definito il posto della scopa (la volevo leopardata, non l'ho trovata), delle lenzuola e della pasta, ecco che nella to do list appare la voce Cucina. Un gioco da oratorio. Un'idea di massima ce l'abbiamo tutti, chi più chi meno. Una pentola per gli spaghetti, un bricco per il latte, una padella per frittate, bistecche e affini. E tutto il resto? Alla Prima Cena in una casa di recente impianto ci si renderà ben presto conto di aver dimenticato, nella Prima Spesa, una quantità insospettabile di oggetti e alimenti. Primo fra tutti il sale. E l'aceto, e nemmeno quello balsamico, quello, come dire, di base. E poi l'apriscatole, la pellicola, il thè per la colazione di un Infante, già perchè ogni Infante ha una colazione diversa, così, tanto per rendere le cose più complicate. E poi, LUI. Lo spremiagrumi. Dimenticato nell'Ultima Spesa da Ikea, di vitale importanza per chi a colazione beve una spremuta d'arancia e qualche biscotto, o chi adora bresaola e rucola inondate di limone. La scrivente impallidisce a 6 paia di occhi che la scrutano con aria inquisitoria. No, lo spremiagrumi non l'ho comprato. Ma ho un rigalimoni. Va bene uguale?
Ho paura di no.

14 aprile, 2006

Fragole in vacanza


Beh, non ci vuole mica molto. Basta prendere un'isola, meglio se fiorita, fioritissima , come d'estate non si vede, ovvio. Prendere un mare, di quelli piatti e di un blu, come dire, cobalto, anzi, blu mare, appunto, come ho fatto a non pensarci. E poi rocce, un pò di vento, poco, un sole caldissimo che sembra di giugno e le spiagge coi surfisti e tutto ancora un pò dismesso, il chiosco dei panini e la scuola kite, un pò selvaggio a dire il vero, ma affascinante e bellissimo, proprio perchè così e che si sente un pò più vicino, un pò più nostro. Le Fragole arriveranno da lì, per qualche giorno.
Fragole salate, all'acqua del mare più bello che c'è.
Almeno per me.

11 aprile, 2006

Ancora tulipani.


Ancora da stirare, ma rende l'idea. La mia personalissima collezione di strofinacci da cucina (che volgarità, sono vere e proprie opere d'arte, pezzi unici, perlopiù), si arricchisce via via. Dopo L'Amore è Una Meringa, ecco i Tulipani, visto che oggi se ne è parlato molto, di tulipani, fuori e dentro la blogosfera. La caratteristica principale di questo, come chiamarlo, asciugamano?, è che è lilla. E già qui ci sarebbe da assegnargli, d'ufficio, un bel 20 punti. Dopodichè, impreziosito da un semplice ricamo, il nostro farà bella mostra adagiato con noncuranza sul ripiano del lavandino. Meglio se in pietra e di foggia genovese, sui toni, diciamolo, del rosa. Oppure, potrà essere utilizzato senza tema di smentita, per il primo asciugaggio (ma si dice?) di un servizio di piatti cui teniamo molto, o di una serie di deliziose scodelline per il thè alla menta, provenienza, Marocco. In realtà il tulipano col Marocco poco ci azzecca, ma la vera tendenza è di mischiare e fondere stili tra loro diversissimi, per ottenere un effetto che sembra improvvisato, ma che è frutto di numerosi studi di fior fiore di architetti e arredatori d'interni, ben pronti alla bisogna e poichè io nasco barocca ed essi minimalisti, più tendenza di così!

La valigia sul letto.


Quella di un lungo viaggio. Preparare una valigia è un'arte indiscussa. Ci vuole misura, buon gusto, una certa dose di chiaroveggenza, e un minimo di astuzia. Personalmente, le valigie non le so fare. Nel senso che, negli anni ne avrò preparate mille e per le mete più diverse, ghiacciaio e Tropici, deserti e musei, ma mai, o quasi ho fatto una valigia, come dire, consona. Il mio problema è che eccedo. Troppe scarpe, sempre. E poche maglie. Troppi pantaloni. Nessuna camicia. Troppi occhiali. Insomma, una valigia che non va bene. Perciò, mi vedo costretta, una volta raggiunta la meta, a un giro di rifornimento. Ovviamente parlo delle MIE valigie. Quelle che preparo per gli altri, leggi, i miei figli, invece, sono di una precisione chirurgica. Mutande, maglie, calze a multipli di 3, fazzoletti e pigiamini. E la busta con le medicine, ovvio. Tachipirina, Citrosodina, gocce per le orecchie, pastiglie contro la febbre gialla, colera e vaiolo, anche se debellato, perchè non si sa mai. La valigia che ho testè preparato mi sembra, contro ogni previsione, perfetta. T-shirt, jeans, una felpa, un sottoveste. E poi il mio kit di sopravvivenza: l'iPod, un libro, una copia di MarieClaire2, un piccolo ricamo da fare lì per lì. In fondo, per un viaggio verso l'Iisola, non serve nient'altro.

Messer tulipano

E' certamente uno dei fiori che preferisco. Forse, IL. A guardarlo bene , il tulipano ha questa faccia così austera, dinoccolata e un pò aristocratica. Non ispira subito simpatia come, che so io, la margherita, tanto per dirne una. Il tulipano non si svela subito, e in qualche caso non si capisce mai se è già fiorito o se ancora deve aprirsi per bene. Certo, è bellissimo. Che sia pallido o coloratissimo, ben definito o frastagliato, il tulipano ha, nella sua semplicità lussuosa, il segreto della bellezza. E non mi farò certo scappare l'occasione di vedere la fioritura di 50.000 tulipani, tutti insieme, al Castello di Pralormo, Messer Tulipano, appunto. Fino al 25 aprile. Devo esserci.

10 aprile, 2006

Ma alla fine, chi ha vinto?

Mi arrendo. Ho guardato una dozzina di Tg. Proiezioni, Exit poll, interviste. Tutto. Ma se dovessi dire con assoluta certezza che ho capito chi ha vinto, beh, direi una bugia. E la Camera, il Senato, e i seggi e la percentuale. Non ci sto capendo un granchè. Forse avrei dovuto guardare un solo telegiornale, lo zapping, si sa, crea una gran confusione. E io non è che sia molto avvezza ai numeri. Ma credo sia anche troppo presto. Tranquilli,, domani si saprà tutto e per circa 4 giorni ci stremeranno dovunque con le cifre delle elezioni, chi ha perso dirà di aver vinto e chi ha vinto dirà che non è vero. Insomma, le solite liti da lavandaie. Per tirarsi fuori, cominciare a preparare la valigia per la partenza. Il dubbio serpeggia, e l'incertezza la fa da padrona: il costume, quest'anno, sarà intero o bikini? Da non dormirci stanotte, altro che destra o sinistra.

09 aprile, 2006

Personal Purple Meme.


Ormai, si pensa in viola. Qualcuno ha dato il via a questo gioco che personalmente trovo davvero affascinante, data la mia passione smodata per il colore viola. Viola è il mio divano, la mia camera da letto, il mio lavandino, la pinza per gli spaghetti, le mollette per la biancheria...e una quantità di altre cose. Questa è una delle mie creazioni, insieme alle mie tazze giapponesi e al thè londinese.
Ma una precisazione è d'obbligo. Meringa è anche il nome di una gatta.
Spero che gli zuccherini di Belle de Sucre facciano la loro bella figura.
A me sembra di sì.

OTTIMO!!!!!

Complimenti a me medesima.
Mi stringo la mano da sola. Un pomeriggio a confezionare violette e ad assemblare cuoricini e bigliettini. Ora, fanno bella mostra di loro stessi e, tutti insieme, devo dire che sono proprio un bell'effetto. Come speravo.
Oggettini di rara bellezza, di finissima fattura e di deliziosa inutilità.
Ma che importa? Sono o non sono un'autentica Meraviglia del Creato?

Nel segreto dell'urna.


E' andata. Abbiamo votato. Complice una domenica che pare di metà novembre, ci siamo recati alle urne con doverosa mestizia, non troppo convinti ma se c'è da andare, si và. Un seggio elettorale è quanto di più triste, grigio, deprimente possa mai esservi sulla crosta terrestre. Urgerebbe una rinfrescata. Prima di tutto, le cabine. Che so, tende di Emilio Pucci, in fantasia di un bel turchese acceso, interni animalier firmati Cavalli, e insomma, votare si deve, e allora che lo si faccia con un minimo di gusto, e che diamine, dove lo mettiamo l'Italian Style che il globo ci invidia? Niente di tutto ciò. Un elogio al grigio, al piatto, al mediocre. E quelle matite, poi, così tristi, così non temperate, così volgari. A me, ogni volta che entro in una cabina elettorale, viene voglia di scrivere, anzichè la mia bella croce, che so, uno stralcio de Il Tamburino Sardo, o La Piccola Vedetta Lombarda, liberamente tratti da Cuore di Edmondo de Amicis. Tutto così brullo e scarno e spoglio che fuori di lì, l'unica idea che ti viene è di rotolarti giù dalla collina. Ma, dato che, incurante della pioggia battente, sei andata al seggio con jeans aurei e sandalini da metà luglio, meglio rinunciare. Il voto è segreto. Il prezzo dei jeans, pure.
Che è meglio, direi.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...