14 settembre, 2011

Giro, giro, giro.


Giorni che girano. E io che giro con loro. E tutt'intorno a loro, e a volte io sto ferma e sono i giorni a girarmi sulla testa, i minuti, le ore, e io nemmeno mi rendo conto. Passo in scioltezza da pitturare un tavolino a ritirare gli ultimi libri di scuola, da sistemare gomitoli a impostare lavatrici, a intervistare la Ginnasiale sulle prime impressioni della scuola nuova. Son cose. Il Sogno, nel frattempo, va avanti. Anzi, direi che si sta quasi completando, filo dopo filo, sia esso elettrico o di lana, insomma, ci siamo quasi. In tutto questo manicomio, fra figli e questioni, fra stanchezze felici e telefonate di fuoco, io mi balocco e con me le mie Amiche. Che fanno fiocchi, portano piattini preziosi come se giocassimo alle bambole, che come me, a pomeriggio inoltrato, non hanno nessunissima voglia di andare via, e si guardano intorno e trovano ancora un lavoretto da fare, un filo da raccogliere, un gomitolo storto che così proprio non può stare. E' il Sogno Potentissimo. E' quello che ti porta a dire, Sto Facendo Questo, a raccontarlo a tutti, ad invitare tutti a vedere, ad immaginare tutte le cose che faremo, i progetti, i corsi, che cosa inventeremo per fare di più e farlo meglio. Ho tra le mani una sasso bellissimo, di quelli piatti e lisci, un sasso che diventa a guardarlo diamante purissimo e mongolfiera che vola, in alto, in altissimo, volo di aquiloni, onda perfetta. Un sasso magico che cambia colore, che passa di mano in mano e ognuno ne fa quel che vuole, lo vede come vuole, gli dà il nome che vuole. Sono fiera e felice, nei giorni di adesso, e chiacchiero e chiacchiero, come e più del solito, e annoto appuntamenti e cose da ricordare, e non mi scappa niente, non mi dimentico niente, e giro e giro come una trottola, e mi addormento di schianto la sera, una specie di sorriso, fiera e felice, un sasso lucido sotto il cuscino.

12 settembre, 2011

Oggi c'è scuola.



Le cose cambiano. Non si sa se in meglio o in peggio, ma cambiano. Anche il primo giorno di scuola. Lassù, nella Casa in Collina, si ha memoria di primi giorni di scuola preparati fin dalla settimana prima, in un delirio di libri/quaderni/matite/quaderni con gli anelli/ a quadretti di prima, di seconda e di mille, senza margini, coi margini, fogli da disegno A4, A6, e Anosochecosa, squadre, righelli e compassi, copertine, i mitici Pignacento, quaderni preziosi e costosissimi richiesti specificatamente dalle maestre, pastelli, pastelli a cera, acquerellabili, pennarelli grossi, evidenziatori, cartelline. Lo scibile della cartoleria è passato di qua. E poi, la sera prima si andava a letto presto, coi vestiti pulitissimi già pronti e ben piegati sulla sedia, l'emozione dei miei figlioli non troppo  convinti, magari rientrati dal mare 24 ore prima. E davanti alla scuola altre mamme, ho stazionato nella piazza delle elementari una decina di anni, ad accompagnarli, ad aspettarli a chiacchierare, a ridere insieme alla mia amica Luisa che ancora ci staziona, mi sa. Adesso, invece, no. Ho gli ultimi due figlioli al Liceo. E si cambia musica. Oggi è il primo giorno per il Liceale, mercoledì sarà la volta della Ginnasiale, e che effetto mi fa, accidenti. E poi, a scuola si va in Vespa, non li accompagno più. E non sono alla 1 meno 5 minuti lì davanti ad aspettare che escano. Arrivano a casa alla chetichella, forse si fermano a pranzo da un amico, forse arrivano con un'amica, chissà. Non hanno lo zaino scelto con cura, preparato con cura, ma il diario infilato nel sottosella, forse nemmeno quello, e sanno già cosa faranno nel pomeriggio. Il primo giorno di scuola adesso è così, senza fiocco e grembiule, senza astuccio coi pastelli nuovi, senza niente. E sono solo io ad essere così lievemente malinconica, ma per un attimo mi sono scoperta ad avere un pò nostalgia di quella volta dei pidocchi e del regalo alla maestra e di quella volta ancora che un compagno di non so chi era caduto da una finestra, di quando il bidello aveva chiuso un mio figlio nell'armadio, dello scandalo delle merendine sottobanco, del mistero della felpa scomparsa, dell'epidemia di varicella. Ci penso e mi dispiace, appena appena, solo un pò. E forse, oggi, non vista, mi troverò a passare davanti alla piazza coi tigli, e farò finta di niente e mi confonderò fra le mamme che aspettano, fra i papà distratti che leggono il giornale, e fingerò anche io di aspettare qualcuno che esce di là. Ma poi, lo so, la mia amica Luisa mi vedrà da lontano, comincerà a ridere e mi dirà Ma Sei Scema e allora non vale.

09 settembre, 2011

Stupefacente.



Ora. Ho trascorso settimane un pò selvatiche, dove l'unico accenno di beauty era costituito da una scatoletta di Nivea e un burrocacao. E balsamo per capelli al profumo di vaniglia. In genere, non che ci si faccia trucchi stile Moira degli Elefanti, ma nelle giornate cittadine ci si concede almeno un velo di gloss  e smalto, ovvio. Ho convertito più di un'amica a questa innocentissima mania, tanto che si vocifera che Chanel mi passi sottobanco un qualche riconoscimento, notizia questa che viene immediatamente smentita dal mio ufficio stampa (!). Bene, durante uno di quei giorni selvaggi, mi giunse voce di alcune novità, quei must have della stagione che guai a farsi scappare. Ma, per l'appunto, navigavo selvatica in acque cristalline e l'unico shopping concesso erano state scatolette di preziosissimo tonno alla tonnara di Carloforte. Nulla di glamour. Che fare? Mentalmente passai in rassegna le mie Amiche, e quella che si trovava più vicina al luogo del delitto, in quel preciso istante, non poteva che essere PiperitaPatti, la mia Amica delle Provette. Ben perciò, sottovoce e con fare carbonaro, non udita da nessun membro dell'equipaggio le commissionai da lontano tale scellerato compito. E ieri sono entrata in possesso della refurtiva. Peridot è il suo nome, di un colore cangiante fra l'oro, il verde,  il tortora metallizzato, e anche un pò di quelle macchie d'olio che si formano sulle pozzanghere, quelle con l'arcobaleno, ecco,quelle. Molto invernale, ma portabilissimo anche su mano caffelatte, perche no. Da amare all'istante, un piccolo, piccolissimo peccato. A mia discolpa, posso invocare le attenuanti generiche e il fatto di non aver agito da sola. La Patti è una che ne sa. E se ci arresteranno per spaccio e detenzione di Smalti Stupefacenti, beh, diciamo che in cella, fra ferri e smalti, di certo non ci si annoierà. Son quasi pronta per il mio autunno glamour. Perchè va bene il tonno, ma a uno smalto del genere, come si poteva rinunciare? 

08 settembre, 2011

Senza sveglia.

La sveglia non suona, in queste mattine di settembre, lassù, nella Casa in Collina. E' una specie di calma piatta, che arriva appena prima della burrasca, ma intanto è così. Ci si sveglia uguale, all'ora solita, ma si ha il grande, grandissimo privilegio di restare ancora un pò, ad annusare le lenzuola pulitissime che sanno di casa tua, dopo tanto tempo che sei in giro, di ripassare mentalmente le cose da fare, che sono tante, si fan traslochi in questi giorni, o meglio, insediamenti, mica cose da poco. Amo i giorni appena prima dell'inizio della scuola, meglio se con un sole grazioso come quello che c'è, i figlioli più piccoli ancora impegnati in vari cazzeggi, purchessia, li aspetta un anno impegnativo, una maturità e una quarta ginnasio, accidenti, gli ultimi due entrambi liceali, ma come, se sono nati ieri l'altro. Nel frattempo io. Mi sveglio senza sveglia e resto lì, cinque minuti, vado ad energia solare incamerata in questi giorni, a controllarne il livello direi che ne ho ancora per un mese o due, poi si vedrà. Si vedrà se ancora girerò come una trottola e sorriderò e farò mille cose insieme o se rimarrò lì, imbambolata, ferma, zitta, silenzio dentro e fuori, se ci saranno ancora i giorni in cui sarò indolente e spossata e odiosa anche a me stessa. Speriamo di no. Nel frattempo sto. A sorvegliare il geranio che secondo me ha sofferto il mal di mare, a sistemare le ultime cose vacanziere rimaste in giro per casa, a spostare mobili e a cucinare l'indispensabile.  E se mai vedrò in lontananza avvicinarsi un pensiero scuro, una macchia, una nuvola rabbiosa, mi avvoltolerò meglio nelle lenzuola profumate di casa, o schizzerò fuori sotto una doccia gelata, o girerò vorticosamente, su e giù per le scale,  per non farmi prendere, per non farmi trovare, che a nascondermi son brava e insomma, qualcosa mi inventerò.

05 settembre, 2011

Così, a casa.

Era ora, alla fine. Si è andati su e giù, per l'uno e l'altro mar, si è stati stanziali e itineranti, si è fatto e visto molto, molto di tutto, molto mare e molto cielo, che sono il meglio, per me. Ci si è riempiti di vento e sole e cose belle, e se ne è fatto un pacchettino, legato con una cordicella, fatto un fiocco e tenuto lì. Servirà. Si è a casa, alla fine. Stamattina, si è guardata per un pò la scia della nave che ci ha riportato in continente, da quella parte lontana di isola che ancora non si conosceva. Si son fatti pensieri graziosi, nessuno pesante o complicato, a guardare i ghirigori della schiuma è difficile che ti venga qualcosa di sgradevole, e si è guardato tanto mare in questi giorni, che ancora un pò non faceva male. A guardarla da lassù, dal punto più alto del traghetto, la scia appariva nella sua candida, rumorosa bellezza, il candore della schiuma nel blu scuro di un mare sterminato, e trascinava con sè i pensieri che a lei affidavo, le cose che avevo in mente, quel che avevo da fare in ordine di importanza, ed erano tante, tantissime, ma nessuna che mi venisse per prima. Me ne stavo lì, a guardare quel bianco e quel blù, e che bello sarebbe stato poter fare un salto giù, per un momento, un momento soltanto, un bagno in questa schiuma di neve, in questo miracolo di motore e acqua, avrei messo anche quello nel pacchetto legato con la cordicella. La scia di una nave affascina chi ha pensieri liquidi da affidarle, racconti da lasciarle in pegno, te li regalo, fanne l'uso che vuoi, portali con te in quel bianco accecante, conservali per bene, falli giocare nei tuoi mille luccichii, complice il sole. Te li richiederò, qualche volta, e tu me li ridarai, intatti e perfetti come sono ora, magari in un lungo autunno o in un freddo inverno che è ancora lontano ma che non tarderà. Ecco, i miei pensieri sono in mezzo al mare, ora, la schiuma li ha cullati, ci ha giocato un pochino e li ha portati con sè, e il mare che ascolta, ricorda e sa,  li custodirà per me.

01 settembre, 2011

La Via del Sale.

Oggi niente mare. Bicicletta, per esempio. Si è girata l'isola in lungo e in largo, prima la Tonnara, una salita niente male, col sole a picco, che noi anche le rovine di Nora le abbiamo viste arrostiti dal sole, noi queste cose facciamo, non è che andiamo tanto per il sottile. E dopo la Tonnara, la Via del Sale, sempre in bici ma senza sole, verso sera, giusto in tempo per vedere i fenicotteri rosa che volavano sopra le nostre teste, non  ho fatto fotografie perchè non sono brava e non avrei reso loro giustizia. E' iniziato settembre, domani il nostro equipaggio inizierà a rientrare alla base, il tempo è incerto ma chisseneimporta. Settembre porta con sè una serie di nuove situazioni, sempre, ogni anno, ogni volta che si gira il foglio del calendario, settembre è anche una bella parola, mi piace, e puoi dargli il sapore che vuoi, di uva e di quaderni nuovi, di promesse, in un certo senso, di cose nuove che verranno, e non importa se poi alla fine non  arriveranno affatto, sarà bello uguale averle aspettate. Sono in un paesino che è un puntino minuscolo, sono in un'Isola dell'isola della Penisola, come dicono qui, ho visto i fenicotteri e so tutto sulla pesca del tonno, ho visto àncore arrugginite e barche di duecento anni, sento parlare genovese con una cadenza sarda che è una lingua strana e affascinante, ho pedalato lentamente sulla strada del sale, nel niente, la mia famiglia e i miei amici al seguito, il mio cane nel cestino, nel profumo di salmastro, modo migliore non c'è per iniziare il mio settembre.

31 agosto, 2011

Fuori. Dal. Mondo.

Il mare. E il sole. E il vento, leggero, morbido, a tratti più deciso. Sono dall'altra parte del mondo, dal mio almeno, in mezzo al mare, da un'altra parte di Isola, nel blù .Esistono diversi tipi di vacanza, quelle stanziali, quelle itineranti, quelle che tutt'e due. Noi si naviga da qualche giorno, si passa di spiaggia in spiaggia, si sono  viste rovine delle quali nemmeno di immaginava l'esistenza, si sono consumate cene e colazioni con vista mare, con vista stelle, con vista cielo e acqua verdissima, ci si è svegliati e tuffati subito, che proprio non se ne poteva fare a meno, ci si è addormentati col brusio dei ragazzi che chiacchieravano. Siamo un improbabile equipaggio, composto da 9 persone, un cane e un geranio. Mi piacerebbe guardare dentro il cuore di ognuno e vedere che cosa c'è, se i loro pensieri sono uguali ai miei, tranquilli e liquidi, se anche loro si sentono in pace, se il mondo è così lontano, così distante, che non è la stessa cosa. Se si sentono tutti fuori dal mondo, e in pace con esso, lontano da dove, distante da chi. Ho pochissimo segnale, spesso non ho neppure la corrente, eppure quasi mai mi sono sentita più al centro del mondo di così. Fuori dal mondo ma al centro del mio. Bellissima sensazione.

26 agosto, 2011

Troppo ordine.


Mattina presto. Si capisce che è giorno di partenze dai bagagli ammonticchiati in cima alla scala. In questa casa siamo sempre di meno, stamattina partiranno un figliolo e il Nipote Unico, l'uno richiamato dalle sudate carte, o almeno così dice, l'altro dal suo lavoro in banca che non ammette deroghe, non è che possa dire Mi Fermo Ancora un Pò. Sempre di meno. E sempre più ordine. Nessun asciugamano steso, nessun costume abbandonato, nè scarpe nè maglie, nessuna riffa per individuare di chi sono questa o quella mutanda, nessun far finta di urlare Raccogliete Tutto o Quel Che Trovo In Giro Regalo Alle Missioni. Troppo ordine non mi piace. L'estate è ancora qui ma non si fermerà molto. O almeno, non qui. C'è un'altra partenza in programma, un'altra fettina di vacanza, un'altra puntata, in un altro pezzo di Isola. Si programma una mezza dozzina di lavatrici, in questa casa dove si dorme nelle lenzuola stropicciate e profumate di vento e basta, ma quale ammorbidente mai, dove si stirano solo e soltanto le camicie e solo e soltanto quando servono, feste in Costa, cene o compleanni, che sono tanti, qui, d'estate. In questa casa, isola nell'Isola, dove si arriva con la sola andata, dove convivono diversi fusi orari, e la colazione viene servita dalle 7 alle 3 del pomeriggio, appena prima della scelta della spiaggia. Ancora un pezzo d'estate, ancora mare placido e vellutato, ancora sole. Ma prima, mi sa che farò un giro per casa e butterò alla rinfusa qualche calzino spaiato, qualche bottiglia d'acqua vuota, qualche briciola, tutto questo ordine mi fa malinconia.

25 agosto, 2011

E tu, chi sei?

Anzi, Voi Chi Siete? Così chiese il Liceale, ier sera all'imbrunire, mentre portava a termine il quotidiano rito dell'innaffiatura del suo Limone, situato nel patio di casa, diventato negli anni una specie di quercia dai fiori profumati. Tragggedia. Il Regio Limone ieri sera era diventato residenza di strani animaletti candidi, con un numero imprecisato di zampe che camminavano sul tronco, sulle foglie e perfino su qualche frutto. Tutti han voluto dire la loro, che andava dal Che Schifo del Giurisprudente a Omioddio, della Principessa Omioddio, manco a dirlo, appunto. Belli non sono, si muovono come sull'autoscontro, girando un pò su se stessi, lasciando una scia biancastra tipo (!) quella delle lumache, no, in effetti belli non sono. Passato il primissimo attimo di sgomento, ecco che si è chiamato il Regio Giardiniere, per avere un rapido e accademico consulto. Cocciniglia Cotonosa, è stata la diagnosi, Queste Cose le Porta lo Scirocco. Raccolti al suo capezzale, ci siamo guardati tutti con aria interrogativa, lievemente preoccupati, E Adesso? Niente panico, la faccenda è seria ma si può porre rimedio, domani sera, ben dopo il tramonto, a foglie fresche, il Regio Limone verrà cosparso di non so quale intruglio, tenuto sotto osservazione e nel giro di qualche giorno i candidi animaletti spariranno. Abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo, il Limone ha la sua storia in questa casa, è stato scelto con cura dal vivaio, potato con maestria da mani sapienti, e, diciamolo, da un gran pezzo d'uomo. A tutti sta a cuore la sua salute, tutti ne hanno accarezzato i limoncini appena nati, odorato i fiori, perfino punti con le sue spine. Sappiamo che, affidato alle cure del Regio Giardiniere, il nostro Limone guarirà. Peccato non avere intruglio similare per liberarsi dalle persone moleste, ignorantelle e noiose, di quelle che Io, Io, Io, di quelle che loro san tutto, e fan tutto meglio,  e ti dicono anche come dovresti fare tu, per dire. Chiederò al Giardiniere. Lui di queste cose ne sa.

22 agosto, 2011

Del Sottile Pensiero.

Che i pensieri li detti l'anima, o il cuore, la testa, forse, o tutt' e tre, nessuno al mondo lo sa con certezza. Non so se i pensieri di ognuno siano farfalle o sassolini, petali o macigni, a seconda di come e quando e cosa. Sono giorni di calma calmissima, di tende immobili e mare piatto, di foglie accarezzate e non scosse, che si muovono appena sotto un vento che non c'è. e di caldo, caldo immobile, bellissimo, che la doccia di fuori è calda appena la apri e le lenzuola asciugano ad una velocità che non si immagina. Le colazioni sul terrazzo si fanno lente, tempo ce n'è per la spiaggia e le cose, a volte ci si spinge qua e là per il villaggio, Da Chi Andiamo Stamattina? per un altro caffè e le chiacchiere di metà mattina, mentre tutti qui ancora dormono, bellissimi e abbronzati, un sonno che spesso inizia quando finisce il mio, che è già mattina. Il Sottile Pensiero è una frase che mi piace e che ho imparato ieri mattina, e che ho fatto mia. Sottile perchè piacevole, sottile perchè carino e che si fa pensare che un sorriso impercettibile, di quelli che ti vengono anche quando dormi, ogni tanto, non proprio un sorriso ma una specie di calma, di pace diffusa, di quiete guadagnata e che si beve piano, come il succo gelato del frigo, Bevi Piano o Starai Male. Di Sottili Pensieri ne voglio fare una valigia piena, stipandoli e stropicciandoli come fanno i ragazzi quando fanno le valigie per il ritorno, che stropicciano insieme alle cose anche la nessuna voglia di lasciare questa casa e questo mare. Di Sottili Pensieri ne faccio un mucchio proprio lì, vicino all'oleandro, ne metto qualcuno nel cestino della spiaggia, che si farà pensare al sole, o sguazzando nell'acqua turchese, o al chiosco dei gelati, stasera verso il tardi, perchè si è deciso da un minuto che si vedrà il tramonto dalle dune e forse si farà anche il bagno quando il sole è andato giù. I Sottili Pensieri sono belli da pensare, si nutrono di piccolissime cose da niente, piccole cose di poco conto ma di grande, grandissima importanza. Per me e per le persone che ho qui vicino, per questi giorni di Beato Nulla, cuore, testa e anima si impegnano tutti insieme a far pensieri che non tùrbino, che nulla smuovano, pensieri che siano dolci e anche un pò scemi, fioriti e profumati, e sottili, sottili come petali, farfalle colorate, brezza leggera che accarezza e non scuote.

20 agosto, 2011

Mare e mare.

Mare e basta, mare e sabbia, mare e mare. Per giorni. Che sia dal mattino presto, ove per presto si intenda mezzogiorno passato, o che sia dal pomeriggio tardi, verso le cinque, quando si incontrano le persone che vengono già via, nemmeno tante, in realtà, noi si arriva e si va via quando gli altri sono a cena, un pò controcorrente, al contrario, come spesso noi si fa. La bolla africana, come la chiamano in tv, noi qui ce la mangiamo a colazione, nel senso che si vede anche la sera, una specie di velluto a coprire le stelle e quella luna rossa laggiù, sembra nebbia ma sarà caldo per domani, ho rassicurato i miei figlioli e anche me. E stamattina, umidità di tulle su Maddalena, Chi Ha Rubato il Mare? Nel frattempo, tutto procede con perfetta lentezza, l'inverno, quale inverno?, è stato dimenticato e sotterrato, si passano giorni quieti di sole immobile, di spiagge scoperte o ritrovate, di libri e chiacchiere, di un niente che fa bene. Il mio Sposo impegnato in una regata, con zero vento ma vuoi mettere tutto quel blù, i figlioli sparsi fra letti e spiagge, nemmeno so con esattezza chi dorme e chi è già al mare, son scesa presto in paese a comprare il pane del forno, scoperto quest'anno, e un quotidiano, ogni tanto mi prende l'insana voglia di leggere un giornale vero, da sfogliare, che quelli on line è vero sono una meraviglia, ma un quotidiano di carta è un'altra cosa. E organizzo una giornata di niente fare, niente si fa per dire, ho ri-iniziato Orgoglio e Pregiudizio per la quindicesima volta almeno, un impacco di balsamo ai capelli stremati, un'insalata di farro da tenere in frigo, forse un ricamo, due giri di maglia, chissà. Raccolgo questi giorni come conchiglie, come i vetrini verdi che invece non trovo più, li raccolgo e li tengo da parte, come perle, come buoni consigli, come albicocche mature per la marmellata. Lontano, le vele giocano lentissime a rincorrersi e a cercare un vento che non c'è. Il mio cuore, pigro e disteso, bello sciallo e tranquillo, sta ben attento a non farsi da nulla scalfire, da nulla turbare, da nulla al mondo mai. Il mare mi guarisce da tutto, ma quante volte l'ho detto già?

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...