Lo avevamo deciso da settimane. Solo, non avevamo ancora individuato la sera giusta, con tutti presenti e non via per lavoro, per diletto o dove diavolo. Una cena a sei mani è quanto di più stimolante e divertente possa esserci per movimentare di un pochino le sere d'inverno, il venerdì, per la precisione, che a mio parere ha il titolo di essere il più bel giorno del week end. E' la vigilia della vigilia, si possono fare una serie di progetti e congetture e programmi che nel novanta per cento dei casi vengono disattesi, ma che fa, in fondo il divertente è pensarli, mica farli per davvero. Che poi il sabato ci sono varie commissioni da fare, magari, e la domenica si ozia con classe, si guarda un film, si gestiscono senza troppo impegno compiti e lezioni, si firmano cose, ma poi già col pensiero si è al giorno dopo e tanta della magia è già andata via. Ma il venerdì è qui, intatto e lucido, pronto da vivere. Ognuna di noi ha fatto qualcosa. E vedere arrivare le mie Amiche coi cestini e le patate per i gnocchi, e la pentola del coniglio appena tolta dal fuoco, mi dà un piacere sottile. E' come dire sì, guarda, ho cucinato a casa mia e ti ho portato questa meraviglia, questo trionfo di profumi e stiamo insieme, questa sera, i figlioli grandi in settimana bianca arriveranno domani, qui ci sono i piccoli e i grandi-grandi. Possiamo chiacchierare fino a tardi, spettegolare un pochino, appena appena, programmare un giro in barca a vela tutti insieme la prossima estate, raccontarci qualche segreto e qualche spavento, passato, per fortuna, e qualche sogno, perchè ne abbiamo tanti e metterli in fila sono come perle, tonde e perfette, ed è così bello tirarli fuori, stasera. Abbiamo preparato gnocchi per un reggimento, ma in fondo un reggimento eravamo, siamo sempre e allora va bene. E torte e pane e ragù da rivista e il coniglio che ha mandato tutti in visibilio. Semplice e grandioso. La cena a sei mani necessita per forza di cose un menù non troppo elaborato, una tavola apparecchiata con mazzi e contromazzi, e degli amici. Veri, vicini, di sempre. Niente di più si aggiunga.
27 gennaio, 2007
A sei mani.
Lo avevamo deciso da settimane. Solo, non avevamo ancora individuato la sera giusta, con tutti presenti e non via per lavoro, per diletto o dove diavolo. Una cena a sei mani è quanto di più stimolante e divertente possa esserci per movimentare di un pochino le sere d'inverno, il venerdì, per la precisione, che a mio parere ha il titolo di essere il più bel giorno del week end. E' la vigilia della vigilia, si possono fare una serie di progetti e congetture e programmi che nel novanta per cento dei casi vengono disattesi, ma che fa, in fondo il divertente è pensarli, mica farli per davvero. Che poi il sabato ci sono varie commissioni da fare, magari, e la domenica si ozia con classe, si guarda un film, si gestiscono senza troppo impegno compiti e lezioni, si firmano cose, ma poi già col pensiero si è al giorno dopo e tanta della magia è già andata via. Ma il venerdì è qui, intatto e lucido, pronto da vivere. Ognuna di noi ha fatto qualcosa. E vedere arrivare le mie Amiche coi cestini e le patate per i gnocchi, e la pentola del coniglio appena tolta dal fuoco, mi dà un piacere sottile. E' come dire sì, guarda, ho cucinato a casa mia e ti ho portato questa meraviglia, questo trionfo di profumi e stiamo insieme, questa sera, i figlioli grandi in settimana bianca arriveranno domani, qui ci sono i piccoli e i grandi-grandi. Possiamo chiacchierare fino a tardi, spettegolare un pochino, appena appena, programmare un giro in barca a vela tutti insieme la prossima estate, raccontarci qualche segreto e qualche spavento, passato, per fortuna, e qualche sogno, perchè ne abbiamo tanti e metterli in fila sono come perle, tonde e perfette, ed è così bello tirarli fuori, stasera. Abbiamo preparato gnocchi per un reggimento, ma in fondo un reggimento eravamo, siamo sempre e allora va bene. E torte e pane e ragù da rivista e il coniglio che ha mandato tutti in visibilio. Semplice e grandioso. La cena a sei mani necessita per forza di cose un menù non troppo elaborato, una tavola apparecchiata con mazzi e contromazzi, e degli amici. Veri, vicini, di sempre. Niente di più si aggiunga.
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1 commento:
Cara Laura
grazie per essere passata dal mio blog, per inciso io di anni ne ho 10 di più, ma ogni tanto ho l'impressione di averne ancora venti
(quando sono in compagnia dei miei 19 frugoletti, i miei allievi)
ciao
Sciura Pina
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