12 giugno, 2007

Sempre caro mi fu.

E' finita la scuola, da qualche giorno, oramai. Cioè, solo da venerdì, per qualcuno di casa, per qualcun altro sabato. E fin qui, niente di speciale. Non è certo una notizia, o meglio, è una notizia da Studio Aperto, con quel Brachino che ti racconta di un accoltellamento feroce e quella del caldo a Palermo con la stessa espressione attonita, fintamente professionale, vagamente addormentata e da PassavoDiQua. Perciò, meglio SkyTg24. Ma non è una recensione dei tg che voglio fare. La fine della scuola, si diceva. Dovrebbe portare con sè un'immagine romanzata, di colazioni con calma su candide tovaglie di fiandra, il porta toast argentato e la cuccuma del caffè. Di eleganti stiracchiamenti in camicia da notte, sul terrazzo, appena prima di controllare la lavanda che sta esplodendo del viola che amo, le ortensie giganti, il prato perfetto. Ho detto dovrebbe. La fine della scuola, quest'anno è tutto, fuorchè così. Tanto per cominciare non è affatto finita, il Mediano ha gli esami di licenza media, ripete l'Infinito di Leopardi a sua sorella, che paziente lo corregge, quei sovrumani silenzi se li dimentica sempre. Il Liceale è ansioso: greco proprio non lo ha mai digerito, si vedrà, l'ansia perciò, la combatte vivendo più fuori che in casa, in compagnia dell'Amata. Il Giovane Holden ancora sotto esami, ma rientrato temporaneamente qui, in famiglia. Un bel quadretto. bello se si omettono, nell'ordine, le varie incombenze veterinarie, le varie organizzazioni di traghetti, aerei, mongolfiere, Shuttle e feluche per i vari spostamenti, giammai che la regale famigliola si sposti tutta insieme, quella è roba da anni 60, la Cinquecento e il portapacchi. Noi ci si sposta a rate, come il mutuo, sarebbe troppo semplice se no, uno arriva a luglio, l'altro a fine giugno, l'altro invece ha una festa di fine scuola alla quale proprio non si manca, uno arriva con un amico, forse, ma non so bene quando. Il mio sposo, già che c'è, si fa un congressino in un'altra isola, così, tanto per far qualcosa. La casa, le vicende, le feste e i libri delle vacanze creano un groviglio di bigliettini, annotazioni, cerchiolini sul calendario e appunti sulla lavagna in cucina che nemmeno alla Nasa. Altro che toast imburrati e niente fare. Così, "tra questo delirio", si annega il pensier mio. E il naufragare, ben lo si sa, mi è dolce in questo mare. Appunto.

5 commenti:

copenhagen_by_bike ha detto...

Che meraviglia questa frenesia però!!noi mi sa che prenoteremo all'ultimo un passaggio ponte...sigh!
ciaooo

fux ha detto...

... e tu, mammina della truppa, quando? Noi traghettiamo domani, mercoledì.
A presto presto presto.
Franci

Anonimo ha detto...

Vedi che mi fa bene leggere i tuoi scritti?
Io che stavo dando fuori di matto ieri, primo giorno di vacanza della picci che automaticamente diventa il primo giorno ai centri estivi, zaino da preparare, borraccia, istruzioni per l'uso, accompagnarla e ritirarla tipo pacco postale, speriamo che vada tutto bene, che gli animatori siano bravi, che si diverta, che non piova. E poi la doccia, perché ai centri estivi SI E' divertita, i compiti da fare subito fin dal primo giorno, che le maestre non hanno pietà per coloro che non hanno la fortuna di fare il loro stesso lavoro e conseguentemente non dispongono di tre-mesi-tre di ozio casalingo. E poi le prove di danza che il saggio incombe, mamma salta la corda con me, veloce che mi si brucia il sugo, e la pila di panni da stirare che nemmeno l'Everest.
Poi leggo di te. Oh. Al confronto sono una magra pivella :-)
bacio
iaia

marge ha detto...

Io corro dietro ad un solo figlio e penso che tu sia veramente organizzata bene, ma la famiglia tipo "Mulino bianco " credo sia impossibile da emulare e forse anche un pò squallida, meglio le tue giornate frenetiche. Ciao Susy

daniela ha detto...

… ciao bella signora!!!

chissà
chissà
chissà…

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...