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02 luglio, 2009

Crochet in Santorini.

Si trova il tempo anche per questo. Che fa parte di quei progetti che iniziano in un modo e terminano un altro, càpita eccome. Una sciarpa? No, mi stufo prima e faccio un dischcloth. Un cappellino? No, mi viene troppo piatto, ci farò una presina, una presona, una tovaglietta rotonda, chemmimportammè. Questi qua dovevano essere degli shorts, di quelli da occultare con eleganza sotto le camiciole, mi son detta, ma sì. Ho iniziato con poca convinzione, ma un punto cos' semplice che andava via benissimo, senza dover pensare o contare. Tanto più che, con quello che ho intorno, ogni tanto si deve alzare lo sguardo e girarlo tutt' intorno, per forza di cose, non si possono fare delle cose troppo impegnative. Alla fine è diventata una gonnina, Carina, amaranto, traforata il giusto, effetto pizzo che va sempre bene e che sta un amore con l'abbronzatura. Mi piaceva così e così è rimasta, anche perchè proprio non avrei saputo come fare a unirla a pantaloncino e forse avrei dovuto contare, e misurare e fare delle cose strane e avrei rovinato tutto e allora, va bene così, lasciatemi le cose semplici che a quelle complicate ci penserò da un'altra parte. Ovunque, ma non qui.

07 giugno, 2009

Alghe.

Che cosa sia esattamente non si sa. E' una specie di fettuccia, una specie di cotone, non si capisce bene. Al mercato del lunedì me l'hanno tirata dietro, come di dice, perchè nessuno, proprio nessuno la voleva. A me piaceva. E le galline mie amiche, a fare le smorfie, Ma Che Schifo, Che Roba E'?. In effetti sembrano alghe, di quelle verdine che rendono gli scogli scivolosi. Però, l'effetto non è male. Si lavorano coi ferri che ferri non sono, numero 12, armi improprie in realtà. Non so bene a cosa daranno origine, io non so mai che cosa diventerà quello che sto facendo, si chiama variazione in corso d'opera: potrebbe essere una gonna, un piccolo top da sfoggiare nel bel mezzo del Mediterraneo, tanto chi mi vede, una stuoia per prendere il sole, una bandiera, uno straccio da lavar per terra. Qualunque cosa. La cosa bella è farla. Va sù che è un piacere, pochi giri ed è già a metà, e poi ha questo effetto arricciato che mi piace tanto. Si può fare guardando la tv o parlando al telefono, minimo sforzo, massimo risultato. Provare. I gomitoli di alghe li vendono al mercato per pochissimi euro, il saldo del saldo del saldo, anzi, gli fai pure un piacere se glieli togli di torno, non li vuole nessuno, un motivo ci sarà.

28 maggio, 2009

Summer Knit.

Uno degli ultimi, prima della pausa estiva. Dopo le grandi soddisfazioni dei giorni scorsi, oggi il KnitCafè al BioCafè di Vicolo dell'Erba si tinge di frivolo, di frivolissimo. Certamente si farà ancora una volta il punto della situazia, si raccoglieranno le ultime produzioni di copertine estive e cappellini da passeggio, ma so che sottobanco qualcuna proporrà uno schema di bikini, una borsa da spiaggia, un cappellino per la battigia, persino un pareo traforato del colore delle alghe. Come spiegarlo, le donne del knit sono siffatte, così vanesie, ma così vanesie e vanno in rete alla ricerca dei filati piu' strani e degli schemi piu' cool, che di Susanna proprio non ne vogliono sentir parlare. Noi al Bio si và di Zimmermann. E scusate se è poco.

18 maggio, 2009

Laura Vs.Circular Needles.

Ho fatto e rifatto. Contato e ricontato. Chiesto lumi. Confrontato spiegazioni, pattern, come si dice da un pò, in inglese e in francese. Quelli in greco erano finiti. Ho fatto.Guardato e disfatto. Rifatto. Guardato e disfatto. Mi sono innervosita. Ho rifatto. E, ovvio, ho ri-disfatto. Ho strappato il filo. Ho contato meglio. Ho buttato un groviglio di filo pregiato nel cestino. Ho rifatto. E poi sono giunta a una conclusione. Elizabeth Zimmerman, che Dio l'abbia in gloria, ha un'avversione verso la scrivente. Io non le piaccio, insomma, dacchè sono l'unica che non riesce a fare questo diavolo di pattern, come si dice oramai. I ferri circolari non mi sopportano, sono inversamente proporzionale al MagicLoop, non sono portata, non sono capace, eppure, mi era venuto così bene quella volta. Ma non finisce così, ho la testa più dura del granito di Maddalena, io, la cara Betty proprio non sa con chi ha a che fare. proverò e riproverò fino allo sfinimento, mio e delle ancelle cui chiederò di assistermi, e porrò così fine alla complotto di cui sono vittima. Già, perchè c'è chi giura di aver visto da qualche parte un gomitolo di preziosissima Noro infilzata con ferri circolari n.3 con applicata una mia fotografia. Ecco, lo sapevo. Qualcuno conosce come si spezza un simile incantesimo?

14 maggio, 2009

Tricot, merci!

Eccome se mi dispiace. Oggi, sarebbe stato il giorno della parigina partenza, a trovare questa Amica e la sua Petite Princesse. In realtà era già stato organizzato tutto fin nei minimerrimi dettagli, ma poi, si sa bene che la frase Nulla Osta è da dire con grande, grandissima prudenza, e perciò, molto a malincuore ho dovuto dire adieu al mio parigino viaggio, e alla squisita accoglienza a me riservata. Sigh. Appuntamento non già cancellato, solo slittato, in attesa di tempi migliori. Noi qui nel Monferrato, oggi si knitta. Dacchè è proprio oggi il giorno deputato all'incontro di noi Galline coi Ferri. Poichè a noi, c'è presa secca, si dice così. Con l'arrivo della stagione calda, effinalmente!, noi ci si imbizzarisce come cavalli Appaloosa e via di progetti coloratissimi e speciali, nella loro semplice, artistica realizzazione. Ho già spiegato in più di un'occasione che il tricot del duemilanove non è propriamente un affare da nonnepapere. Noi si ricerca. Il cotone americano che qui da noi non esiste, per quei famosi dishcloths che hanno dato vita a un vero e proprio mercato di schemi, i più fantasiosi. La lana giapponese, quella estone, i ferri speciali, così belli da guardare, con questo gioco di svita e avvita, nuove tecniche di zia Elisabeth, libri acquistati dall'altra parte dell'oceano, modelli di giacchine in un unico pezzo, che fino alla fine non sai cosa diavolo stai facendo, lo ben sa la mia Amica delle Perle. Con questo armamentario, ben dotate del nostro kit che si trova solo qui, oggi si knitterà, stessa spiaggia stesso mare. E non a caso, dacchè so che oggi, in questa sede, si potranno esaminare progetti di borse in cotone e seta, bikini di microfibra all'uncinetto, cappellini vezzosi da sfoggiare sotto il solleone. E tutto senza dimenticare, ça va sans dire, il nostro progetto principe, copertine in cotone per l'Ospedale Sacco di Milano, da consegnare alla fine di maggio. Direi che ce n'è abbastanza. E pensare che c'è ancora chi dice che siam lì a far presine. Quel dommage!
Thanks to KrisKnit.

26 marzo, 2009

Il CdA di CdM.

Non è la festa di nessuno, nessuna celebrazione ufficiale, solo un'idea, una cosa che volevamo fare da un pò, così, tanto per fare. Un Consiglio di Amministrazione in pienissima regola, si viene da ogni dove dell'ormai scomparso triangolo industriale MI-TO-GE, ecco, da Genova non verrà nessuno, ma insomma, non andiamo tanto per il sottile, arriveranno persino dagli USA, e scusate se è poco. Potrei dire che è una merenda, un briefing, un meeting, un brainstorming, un after hour, un optalidon, che ne so. Ciò detto, noi qui oggi ci si trova, a Villa Villacolle, con un giardino ordinatissimo e perfetto, che ci sarà una zerda ( do you know zerda ?) e allora staremo in casa. a guardarlo dai vetri tirati a lucido per l'occasione. Cosa faremo? Beh, tante cose. In primissimus il punto della situazia di Cuore di Maglia, cosa abbiamo fatto e per chi e come e dove e quando e sopra e sotto. Poi, Paola DaMilano ci illuminerà sul ferro circolare, che si dice essere roba da niente ma che toglie il sonno a parecchie di noi. In più, Cristiana riesumerà sua cugina Elizabeth e la accomoderà bell'e imbalsamata sul divano di casa mia. E poi Biancaneve, Afef, Amiche di Provette e Perle, la Free Lance, la Maga del Décou, e guest star from Philly, Clarissa! Noi si fa così. Con abilissime mosse, salti mortali con triplo avvitamento, incastri e puzzle, ci siamo regalate un pomeriggio di stare insieme, il mio Sposo incaricato del recupero figlioli, gli altri Sposi più o meno lo stesso, la cena più o meno già pronta, tutti ai posti di combattimento. Noi galline, a Villa Villacolle, oggi si fa così.

25 marzo, 2009

A che gusto?


Mica così facile da reperire, sa? Non è che l'ho comprato al mercato del lunedì, o nel negozio della sciura Pinuccia, sa? Questi gomitolini qui, non li trova da nessuna parte, nemmeno a cercarli col lanternino. Da Philadelphia arrivano, sissignora. Come che cosa ci faccio? Ma i dischcloths e i washcloths e i marameocloths e tutto quello che mi viene in mente. Ma non sono mica tutti miei! Sono anche delle mie amiche della maglia che insieme a me li hanno ordinati alla mia Clarissa In Fuga. Ben perciò, domani avverrà la distribuzione. Perchè domani? Aspetti e vedrà, accidenti, ma quanto è curiosa da uno a mille?

05 marzo, 2009

Sopravvissuta.

Alla festa della Princi, intendo. Ai baffi di Nutella sul muro color ciliegia. A quattordici ragazzini che giocavano a nascondino in salone, creature, fuori pioveva a dirotto, qualcosa dovevan pure fare, no? A quattordici ragazzini che sciamavano a rotta di collo sù e giù per le scale. Qualche urlo al momento giusto, e direi che è andata strabene. Oggi, però, il meritato silenzio. Il nulla. I bisbigli. La solitudine. La pace. L'oblio. L'assenzio. Il niente. L'orizzonte. Il rumore della pioggia.


Ma qualo oblio, ma quale assenzio! Signora mia, che è da un pò che non ci parliamo eppure lei che sbircia sempre al di qua del pianerottolo, quando stende coi bigodini in testa e la vestaglia a rose, e le pantofole col cigno, la vedo, sa? Oggi un bel niente di tutto ciò. Muova le chiappe e si rechi, non lo vede che è proprio oggi, cinque marzo, il giorno segnato col cerchiolino rosso, lì, sul calendario? E no che non è oggi che deve portare la cocorita dal veterinario e nemmeno il compleanno di quella serpe di sua cognata, oggi, signora mia bella, SI KNITTA AL BIO! Perciò, si dia una sistemata, si tolga i bigodini e si avvolga in una nuvola di lacca e di Coty, si metta la sua spilla a cammeo sulla camica con gli sbuffi, le sue belle calze contenitive, il tacco medio, la gonna di vigogna e il collo di astrakan, e si rechi, testè, vieppiù, affinchè, in

Via Dell'Erba
Bio Cafè
dalle 3 alle 6


Col suo bel lavoro a maglia nella borsa, lì ci si tratterà per un pochino, a dirsi cose, a fare progetti, a contare quante siamo per domenica. Come non lo sa, COME NON LO SA? Non ce la posso fare con lei, il mio fisico non ce la può fare, forse, erano ben meglio assenzio e oblio. Sarò ancora in tempo?


26 febbraio, 2009

Da avere.

Il libro, non le rose. Perchè anche se sono un pò sfiorite le ho salvate dal secchio dell'umido e le ho messe a bagno. Le rose, non il libro. Perchè è pienissimo di schemi facili e d'effetto. Il libro, non le rose. A me piacciono, in genere, quelle semplici, arancio, bianche, non tanto le rosse. Le rose, non il libro. E poi, ha delle fotografie semplici, un pò retrò. Il libro, non le rose. Ho tagliato il gambo cortissimo e le ho lasciate così, a galleggiare nell'acqua. Le rose, non il libro. Quindi, un bel giro all'edicola più vicina e sarà vostro. Il libro, non le rose. E se poi al ritorno vi imbattete in Said, l'ambulante che sorride, ve le comprate tutt'e due. Il libro e le rose.

19 febbraio, 2009

Il caos.


...gomitoli, schemi, forbici, giornali, ferri, cappellini, pon pon, bigliettini, fascette, scontrini, appunti, traduzioni, spille, sacchetti, rocche, centimetri, campioni, fili, scarpine, ferri, copertine, cuoricini, cose...
Se da tutto questo nasce questo...allora, vuol dire che va bene.
A tutte, grazie.

05 febbraio, 2009

Si knitta al Bio.

Sù, sù. Cancellare gli impegni del pomeriggio, che siam lì fino alle 6 e c'è tutto il tempo del mondo. Si passi solo se si ha voglia di chiacchierare, di salutare e fare ciao ciao con la manina alle persone che non si vede da un pò, a quelle che si sono incontrate dopo molto. Si passi se si è curiose di sapere che cosa diavolo si fa, che cosa hanno in mente queste scellerate del Knit Cafè, che diavolo tirano fuori dalle loro borse colorate, che intrigo di fili e ferri, un losco giro di circolari e segnapunti, e trecce e aumenti, e pattern in inglese e in francese, lo sapeva che si impara una quantità inimmaginabile di termini e di cose? E poi, c'è da crederci, si organizzerà un altro giro da qualche parte in cerca di filati nuovi, morbidissimi e colorati. Orsù dunque. Non importa se fai maglia o non la fai, se non distingui un diritto da un rovescio nemmeno a tennis, ben meglio sarà che colà tu ti reca. perchè, com'è d'uopo, noi colà ti si aspetta.
Knit al Bio Cafè
via dell'Erba 12
Alessandria
dalle 15 alle 18

01 febbraio, 2009

La Sciarpollana.


Personaggi ed interpreti in ordine di apparizione. Una bella domenica sonnacchiosa, oziosissima, non si era detto così? domani non voglio fare un bel niente di niente, ma come si fa. Si prenda un gomitolone di lana, di quelli nuoverrimi comprati sabato scorso. Dei ferri che sono armi improprie, un 15 che si fa più in fretta. Ci si rintani, non viste, in punta di piedi, in piccionaia, lassù lassù, tra il disordine regnante delle cose solo mie e mie soltanto, dove nessuno trova nulla, Hai Un Evidenziatore? Sì, Nello Studiolo, ma nessuno lo trova in questa spumiglia, in questa rivoluzione, in questo, mi lasci dire, casino. Si piazzi una bella musica di sottofondo, appena appena. Di sotto, sotto sotto, un'armata Brancaleone di giovinastri segue compunto la giornata calcistica, amici di amici, fratelli e cugini di amici, figli, com'è ovvio, per forza di cose. La Princi è barricata Essa pure nella sua linda cameretta. Dò così inizio alla mia opera. Si và veloce, la lilla sciarpa cresce e cresce, ogni tanto me la provo, ancora un giro, ancora due, e in poco più di un'ora, voilà, l'opera è compiuta. Servirà, domani, si dice che nevichi quassù. Ben fiera sarò del mio piccolo capolavoro, tutto tempestato di pietre preziose. La Princi se la misura, Che Bella Mami. L'ho chiamata Sciarpollana. "Non è sciarpa, non è collana, sa soltanto quello non è." Noi, di domenica, si fa così.

25 gennaio, 2009

Il bottino.

...che da sè si commenta. Sul fondo, in bella mostra, si possono notare le rocche per Cuore di Maglia, purissima e morbidissima lana dai tenui colori pastello. Ce n'è a sufficienza per una decina di coperte e, con le rocche troppe smilze, scarpine a volontà. In primissimo piano una lana violarosa che è di mia proprietà e che utilizzerò per ultimare la PrinciCoperta. E poi, lanone giganti, a treccioline e a coriandoli, ancora senza un progetto preciso, ma così belle da guardare e da pastrugnare ( do you know pastrugnare?). Domenica di ozio assoluto quassù, di svogliatezza e niente fare, di qualche progetto, un accenno di mal di gola, ma piuccheperfetta dovrò essere verso sera, invitata che son alla Magione in Campagna per una specie di cenamerendacena. Dovrò studiare la mise: pigiama palazzo, capo coperto e mezzo guanto. La mia Amica delle Provette, si sa, è una tipa aristocratica. Vorrò mica fare la figura della cioccolataia?

Di ogni.

Beh, sì. Forse ci siamo un pò fatte prendere la mano. Ma in fondo, che male c'è? Noi qui, un sabato a caso, ci si accorda con carbonara precisione, allora, ci si trova là, a quell'ora precisa, tu prepara un itinerario, tu porta la cassa (!), tu vieni e basta. Si lasciano a casa figliolini febbricitanti, un 37 e 2, mica 41 con convulsione, si preparano polpette per un reggimento, si organizza la restante parte di famiglia fin nel più piccolo dettaglio. E si parte. Un pò gita scolastica un pò viaggio d'affari. L'approvvigionamento della lana per Cuore di Maglia si fa così, in un sabato brumoso di nevettina invisibile, nuvoloni, lavori in corso, rotonde che prima non c'erano e adesso invece sì, che anche Narciso, Navigatore Preciso, và in confusione. Quel che viene dopo è pura delizia. Mica per niente si chiama Wool & Biscuits, per la dolcezza che vi si trova e non solo, lo ben s'intenda, per i biscotti. Il nostro itinerario comprendeva un numero imprecisato di filature, quelle che conosciamo bene, il biscottificio che, prontivia, si trova lì nelle vicinanze e poi, spingersi fino a Carate Brianza, in quel Paese dei Balocchi che si chiama UnFiloDi. E se fino a quel momento siam state morigerate e attente, calcolando con maniaca attenzione prezzi e rese, conversioni e yards, lì, va detto, abbiamo proprio perso la testa. Acquistati gomitoli di microfibra, sete e broccati, lane uruguayane e giapponesi, disquisito con saccenza di circolari e segnapunti, di angore, merinos, e cotoni naturali. Una festa. la squisitezza di Luisa e della sua ancella, che ci hanno proprio aspettato, dacchè arrivavamo da così lontano, e accudito e accompagnato, e consolato, anche, dopo che la vicina di casa ha preso la scrivente a latrati e ululati, per un parcheggio di un millimetro troppo in là. Giornata memorabile. Anche perchè, non paghe, abbiamo ben pensato di fare una puntatina da ZaraHome, una ciotolina, una tovaglina etnica, qualche appendino sberluccicante, perchè mai farselo mancare? Alla fine, proprio non abbiamo resistito, immortalando il nostro bottino appena prima di riedere verso casa. Ora, non resta che mettersi al lavoro, e di finirlo in fretta, tutto 'sto bendiddio. Per ben presto organizzare un altro Wool & Biscuits, c'è da dirlo?

18 gennaio, 2009

Sunday dishcloths.

L'avevo detto, mi è presa secca. Sono così colorati, così nuovi, così belli, così strani, così veloci da fare, così assolutamente innovativi, così particolari, così morbidi, così, così, così, che è una vera delizia farli. Anche perchè, della tonnellata che avevo fatto le scorse settimane non me ne è rimasto nemmeno uno. E regàlane uno a questo, e andiamo a cena e ne porto uno a Palazzo, e che bello, ne voglio uno anche io, e io allora? e anche io, insomma, questi due sono miei, anzi, stasera li uso pure, così nessuno avrà il coraggio di chiedermeli in dono. Prossimamente, il disegno di stella e di farfalla e di mela, quest'ultimo già con successo sperimentato dalla mia Amica delle Perle. E, ancor più prossimamente, la faccia di Obama. Finalmente, dopo tanto knittare, anche io possiedo i miei due bravi dishcloth. Ma ben so che ho amiche così sfacciate, ma così sfacciate, che avranno anche il coraggio di chiedermi questi due, sebbene usati, sebbene bagnati, sebbene consunti. Fedifraghe. Fotografe. Sciagurate. Non vi conoscessi.

14 gennaio, 2009

Fatti a cuore?

Non me lo dovevano fare. Pure fatti a cuore. Adoro questa forma, e proprio oggi, gironzolando peril sito di Susan B. Anderson, li ho trovati. Questi dishcloths, che tolgono il sonno a parecchie delle mie Amiche, sono a mio parere,meravigliosi. Perciò, a parte la seratona che m'attende questa sera, ossì, esco, signora mia, e non faccia la sua faccia da vongola curiosa, esco con la mia bambina e raggiungiamo in calesse nientemeno che Milano, essì, Mi-la-no! ben dicevo, a parte questa sera, che sarò impegnata in altre vicende, da domani sera mi ci dedico con grande enfasi. Devo altresì aggiungere che le mie ricerche del cotone più adatto si sono così concluse: se proprio non si può o non si vuole acquistare dal sito, il famigerato Peaches & Creme Kitchen Cotton lo si può agevolente sostituire con un altro tipo di cotone italianissimo, della Filatura di Crosa, per esempio, a nome Porto Cervo, spesso il giusto e di ottima resa, lavorato, lo ben si badi, con il ferro n.5. Più stretto è il lavoro, maggiore sarà la magnificenza di tale orpello. E adesso, mi scusi tanto sa, ma devo prepararmi per la serata, nessun aperitivo ai Navigli, nessuna cena da Nobu, nessunissimo after hour. Io mi becco il Musical. Per la PrincidelleNuvole, ma cosa non si fa.

08 gennaio, 2009

Il vespaio.

Ossì, stavolta l'ho proprio combinata grossa, mi sa. E' bastato un nonnulla per stuzzicare con grazia invisibile le curiosità più nascoste, il brusio più sommesso, ma cosa saranno mai, ma che belli, ma come, ma dove, ma con che cosa. Orbene, a qualcuna di voi ho risposto in privato, a qualcun'altra direttamente nei commenti (ebbene sì, col 2009 qualche commento ai commenti lo farò anche io, promesso). Insomma, questi dishcloths hanno spopolato. In realtà hanno catturato anche me, sono così belli nella loro semplicità e così nuovinuovissmi da proporre e da regalare e da mettere in bella mostra sul ripiano della cucina, o del bagno, appenderli o lasciarli in giro con noncuranza, ben sapendo di fare breccia nei cuori di chi, si sa, ben sensibile è a queste cose. Bene. Ciò detto, è davvero tutto quello che so a riguardo. Domani, scenderò a valle col calesse e raccoglierò informazioni sul cotone più adatto ad usarsi. Dopodichè, renderò edotto il mondo intero su quanto ho scoperto e farò un dettagliatissimo rapporto qui, sulle Fragole. E vista la mia misericordia e la mia assoluta benevolenza al popolo del web, segnalo con grande giubilo un sito dove si potrà imparare a confezionare un dishcloths di base, semplicissimo, in poco meno di un'ora. Trovate soltanto del cotone piuttosto spesso, del colore che più vi piace, o che più piace alla vostra amica: da lasciare di stucco, nel regalarglielo. Troppo avanti.. La Maga dei Dishcloths qui si trova a disposizione per ogni eventualità, felice di aver trovato una cosa che piace davvero a tantissime, felice di questo inizio d'anno e di questo brusio. Mai vespaio fu più gradito.

04 gennaio, 2009

Wash? Dish?

Sono entrata nel tunnel. O meglio, mi sono concessa il lusso di entrarci, in questi ultimi giorni di quiete. Ho scoperto i dishcloths. E anche i washcloths. Volgarmente chiamate spugne, delle quali fanno guisa, siano esse per i piatti o per se stessi medesimi, sotto la doccia, per insaponarvisi per bene alla bisogna. Sono quadrati di cotone fatti a mano, coi disegnini più disparati, cuori, babbinatali, fiocchidineve, cuoricini, stelleestrisce, tazzine fumanti, e quel che la fantasia, anche la più scellerata, suggerisce. Sono fatte di un cotone speciale, e perciò specialmente per me acquistato in quel di Philadelphia dalla mia amica Clarissa In Fuga, che mi ha così innocentemente traviato e ha schiuso per me un mondo che credevo non potesse altresì esistere. Si fanno in un'oretta scarsa, se ne possono ragalare in quantità industriale, in nuance di colore o in coscienza di argomento, che so, con la scritta 2009, con l'iniziale della destinataria e anche de destinatario, perchè no. Sono morbidissimi, è il cotone Peaches & Cream la vera discriminante, in gran voga negli States, hanno conquistato il mio povero cuore in questi albori del nuovo anno. Domani, spedizione per trovare un cotone che si confà. E poi, via coi dishcloths, washcloths o come diavolo si vogliono chiamare. Come dice? Lei usa ancora la spugna Vileda del super? Continuiamo così. Facciamoci del male.

Holiday blanket.

Massì, facciamo pure la fotografia un pò sfocatina, un pò decadente, un pò malinconica, che va bene così. Questo è quanto prodotto nelle vacanze di Natale. O meglio, un regalo su richiesta, del mio figliolo Liceale, che desiderava una coperta personale, dove avvolgervisi durante le interminabili sedute di ripasso de I Promessi Sposi ( sono una ventina di capitoli, non propriamente una passeggiata). Così, l'ho acontentato. E tra una citazione e l'altra, ho messo in piedi questo progetto. Una serie di colori improbabili, che non stanno bene nè insieme nè da soli, ma in fondo non ha mica tutta quell'importanza. Si comincia, un punto dietro l'altro, in tutta scioltezza, chiacchierando anche, guardando film ( ne ho visti 5 durante le vacanze), spiegando la figura dell'Innominato, ridendo di gusto o custodendo un magone, pensando e ripensando. Finivo un filo, ne aggiungevo un altro, così, senza soluzione di continuità, senza uno studio preciso ( e si vede anche), senza chiedermi, sta bene o sta male? e fermandomi solo a gomitoli improbabili terminati. Il risultato è questo qua. Bruttina come colpo d'occhio, sembra in effetti la coperta di Nonna Papera, ma è caldissima e morbidissima, il Liceale è soddisfatto e io mi sono tolta di torno tutti quei fili che non sapevo come impiegare altrimenti. E quando fra mille anni la ritroverò nel cassetto, ricorderò alla perfezione come e dove, e quando e con chi. Tiffany appena arrivata, un Natale fin troppo tranquillo, il freddo e il gelo. E, com'è ovvio, la sventurata rispose. Ma questo, e chi se lo dimentica?

13 ottobre, 2008

L'acchiappo.

Me ne è venuta voglia, diciamo. Di una cosa non troppo impegnativa, ove non si debba contare (già, come farò?), ove non si debba usare troppo il cervello già troppo impegnato per altri lidi, ove si sappia dove si comincia e non si conosca ancora il traguardo. Che cosa apparirà? come la Settimana Enigmistica, quella da colorare gli spazi coi puntini, ero una vera campionessa, da piccola, solo che premevo troppo con la biro e alla fine il foglio era tutto rovinato. Ma insomma, voilà il frutto domenicale, che va bene c'era il sole e qualche chiacchiera di fuori, coi Regi Vicini sul muretto, ma di allontanarsi troppo da casa non se ne aveva voglia, una specie di paura leggera, ma come, ancora? di già? La domenica in questa casa sa di questo, si è tutti qui, il Laureato senza Brunetta, il Giurisprudente senza Biondina, il Liceale pensieroso e la PrinciSorriso. Per quanto si può si sta tutti insieme, l'arrosto e le chiacchiere, la merenda, film demenziali e qualche libro, si sta insieme, insomma, che da domani tutti si esploderà verso la nuova settimana, le cose proprie, le scuole, le faccende, le questioni. Certo, non ci siamo fatti mancare una bella discussione a tavola, per fortuna senza lanci di suppellettili, e già che c'eravamo, un dito squarciato e sanguinolento, che ha implicato un viavai dalle scale, disinfettante, garze, cerotto, ghiaccio, mancava il bisturi e magari un càmice e potevano scambiarci per ER. In tutto ciò, la domenica è passata con accesa pigrizia e questa invenzione viola a piccoli petali, la coperta della nonna, quella dei pionieri, che finirà quando anche il viola sarà finito, che non ha misure e non ha schema, e che va avanti così, un petalo dopo l'altro, senza contare e senza immaginare, che mi è presa così, una domenica normale o quasi, che di uscire non ne avevo voglia e che avevo diffusa e leggera un'ansia morbida e persino famigliare, una paura discreta che fa ormai parte di me.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...