05 novembre, 2006

Caldarroste.

Una passeggiata in città, la domenica mattina, per noi che siamo gente di collina e che rifuggiamo la confusione, è un evento da raccontare. I nostri fine settimana sono da sempre caratterizzati dall' "Ognuno Fa Quello Che Vuole", basta che questo non implichi code, clamore, file e, passatemi il termine, casino. Inizia la stagione dello stare in casa, amici, libri, una torta, chiacchiere, coccole e qualche film. Ci si carica per la settimana successiva. Stamattina invece, qualcosa di diverso. Accompagnando il Mediano alla partita di calcio, avendo urlato da casa in città, 8 km, non di più, perchè il valoroso aveva ben pensato di scordarsi la giacca pesante e uscire in tuta al freddo e al gelo, un'inversione di rotta con la Princi al seguito. Lasciato al campo l'infreddolito e coraggioso fanciullo tuonando Andrai a Scuola Anche con 40 di Febbre, cosa peraltro assolutamente non vera (ah, se mi conosco), un giro sotto i portici. Il sole, la piazza con le bancarelle di cose totalmente inutili, che da sempre mi divertono. Immagino il salotto buono dove facevano bella mostra le poltroncine color cremisi, lise e un pò scalcagnate, magari avevano accolto un fidanzato, nei primi anni 20, che chiedeva timidamente la mano dell'amata. E poi ancora, i barattoli da cucina, i servizi di piatti scompagnati, le zuppiere, star indiscusse di tanti pranzi domenicali, quanto fumo di brodo uscito dal coperchio sollevato con grazia. Fascino allo stato puro, fantasia, storie incollate agli oggetti, agli abiti, alle case. E' un gioco che mi diverte da sempre. Anche mia figlia, benchè non abbia ancora il gusto di camminare alla scoperta di cose inusuali, osservava incuriosita i 45 giri, le tessere telefoniche, le grattugie per la mela, gli ombrellini da sole, le damine che stavano sui letti, i boule de neige, le copie dell'Intrepido. Altri mondi. Poi, la bancarella delle caldarroste, un fagottino a scaldare le mani, il profumo inconfondibile di autunno, di caldo e di freddo insieme, che non si spiega ma si sa. Unico tocco frivolo della mattinata: ci siamo chiuse in un chiosco per le fotografie, quelle dove anche Monica Bellucci risulterebbe come ricercata, e ci siamo fatte ritrarre, ridendo come oche, in bianco e nero. Bellissime, ovvio, con un baffo di fuliggine, stile spazzacamino. La caldarrosta, si badi bene, certo scalda, talvolta sporca. Ma niente ci fa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

stessa non programmata passeggiata in centro, stessa aria autunnale, stesso profumo di caldarroste..Stesso avvolgente, atavico, confortante, affascinante profumo di caldarroste che annulla
la distanza, fittizia forse, fra Alessandria e Perugia.
l Amica del "12"

Sandra ha detto...

mmmmmmm adoro le caldarroste!!!
mammina me le fai domenica??? :-)
notte notte

Anonimo ha detto...

Anch'io ho fatte le stesse cose ieri mattina: passeggiata, mercatino e caldarroste a Torino con il mio pulcino. Che bello, quante cose cose in comune.
L'amica della pastiera.

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