20 aprile, 2006

Fragole a mille!!!


Millesimo visitatore delle Fragole.
E queste, si sa, son soddisfazioni.
E mille grazie.

Fa bene al cuore.


I libri sono una passione. Una vera mania. E lo sono anche le librerie. Mi ci infilo quando, in mattine come questa, triste, ho bisogno di fermarmi un momento, a pensare. Leggo le recensioni, i retri dei volumi, le pagine a metà. E' una strana cosa. Prima di comprare un libro, lo apro a metà e ne leggo una decina di righe. Da lì, decido, se comprarlo o no. So di persone che leggono la fine, e chi l'incipit. Stranezze della vita. Le librerie sono una specie di ambulatorio psichiatrico, per me. Mi fanno sentire subito bene. Se compro, meglio. E stamattina, ho comprato. Così come le lenzuola e i fazzoletti vanno a dozzine, stamattina di libri ne ho comprati 8. E di tutti i generi. Scrittrici arabe contemporanee, un saggio sulla traduzione dei testi stranieri, una rassegna degli amori del XX secolo e molto altro. In più, hanno una storia nella storia. Li ho comprati usati. Già letti, insomma, o conservati sulla libreria e rivenduti intonsi. Uno di questi ha addirittura tra le pagine la fotografia di un gatto appena nato, per tenere il segno. Una meraviglia. Per tirarsi un pò sù, cercare di mandar via il magone e trovare qualcosa da fare la prossima volta che arriverò in anticipo davanti a una scuola qualsiasi. Bello davvero.

Senza titolo


Ci si vergogna. Di avere iniziato la mattina lagnandosi di una cosa e di un'altra, cretinerie assurde, chiacchiere da lavandaie, cazzate, non mi viene in mente un termine più adatto. Ci si vergogna non appena arriva, come una staffilata, come un schiaffo in pieno viso, una notizia. E allora tutto perde senso o ne assume, forse, di nuovo, e tutto sembra così uguale a un attimo prima ma no che non lo è, e pensi che è tutto così triste e senza soluzione, così incredibilmente vero e non saprai come dirlo ai ragazzi, e piangi, piangi quelle lacrime fredde che non pensavi, che non credevi. Non serve. Non servirà. Nemmeno dire se avessi detto, se avessi fatto, se lo avessi chiamato, se avessi potuto deviare di un millimetro solo il suo percorso, forse non sarebbe successo. Non è così. Resta solo un pianto sconnesso, un senso di leggerezza e totale inutilità, una voglia di ripetersi ma no che non è vero. E invece, lo è.
Ciao, Andrea.

La crostata del mattino.

Il tutto si svolge una sera in cui hai voglia
di fare una torta.Per la colazione del giorno dopo, lo ben si intenda. Personaggi ed interpreti: mezzo vasetto di marmellata di lamponi, una mela non troppo grande, un rotolo di pasta frolla. Come si può notare è una torta di una semplicità straordinaria, senza nessuna pretesa, forse neanche tanto carina, a vedersi, ma non male di sapore. Il procedimento, forse, non và nemmeno illustrato, ma almeno, proviamoci. Si srotola la sfoglia, si piazza la marmellata, si taglia la mela a fettine sottili e la si dispone sopra con rara grazia, a raggiera, e con due fettine si compone un cuoricino al centro. Durata dell'operazione: 6 minuti scarsi. Addolcisce anche i mattini più ostici, i sonni turbati, una riunione noiosa, la verifica di inglese. E se la fettina può sembrare tristanzuola e si vede lontano un miglio che la frolla è pronta e la mela troppo cotta, niente ci fa. Basterà un piattino Royal Albert serie Flower of the Month, ovviamente, del mese in corso. E, per carità, controllando la dicitura Made in Co.Uk. E la frolla pronta verrà testè dimenticata. E perdonata, vieppiù.

Và il rosa.

Colazione con vista. Anche se le scuole sono ricominciate, e gli impegni diciamo ufficiali, il lavoro e le questioni di famiglia, le più noiose, quelle di cui ne faresti volentieri a meno, la colazione con vista sul giardino è d'obbligo. Magari la fnestra aperta, tanto fa già caldo e l'inverno è dimenticato, e i cappotti e i piumini e gli sciarponi e gli stivali messi fuori a prendere aria, E ritirati, per un bel pò. Personalmente ho già voglia d'estate. Assaggiata, per un pochino, la settimana scorsa. E in realtà, tante sono le cose che vorrei, oggi. Uno shopping moderato, tanto per dare il benvenuto ai fiori rosa del ciliegio, che so, un sandalo, una camicia a righe, una cesta di paglia. E un regalo. Per un giorno, e un giorno solo, avere la certezza che il resto del mondo sa esattamente come sono, che non mi fa battute basse da serpenti a sonagli che lasciano di stucco, che ti chiedono Come Stai perchè vogliono realmente sapere come tu stia e non perchè è un intercalare senza senso, anzi, c'è da giurarci che nemmeno ci mettono il punto interrogativo.Comestaipunto. E vorrei che tutta l'energia , tutta la forza che metto nelle cose, in tutte, dalle più importanti alle più inutili e frivole, venisse fuori, si sentisse, ci si rendesse conto che sì, è stato un bel lavoro, sia esso una conferenza, un'asciugamano o una cena per 10. Sarà la primavera, saranno i fiori del giardino, ma capita, ogni tanto che si abbia bisogno di una conferma, di una carezza, di una stretta di mano, complimenti vivissimi, basta già. Ma, forse, basta solo guardare i fiori del giardino. Il ciliegio non parla, ma sa.

18 aprile, 2006

A casa.


E' come un'altra figlia. Solo, un pò più pelosa. E in qualche caso è più sensibile. E meno impegnativa. Non proprio ubbidientissima, ma docile e dolcissima. Qualche volta, stupisce per il suo tatto, l'intelligenza, l'umanità, mi vien da dire. Lei sa. Sa quando ho l'influenza e non ho voglia di uscire con lei, sa quando uno dei ragazzi ha la febbre, quando ho avuto una giornata da paura, quando stiamo partendo e quando invece non deve far rumore. Ha imparato da poco a fare le scale e si siede in un modo buffo, non proprio da signorina, anche se il suo lignaggio è altisonante e pomposo. Non riporta un legnetto nemmeno a piangere, ma ti fa gli occhi obliqui quando mangi il gelato, per averne un pò. Va pazza per mandarini e ciliegie, yogurt al mirtillo e Pavesini. E' un cane globalizzato. Mangia in una ciotola di Alessi e và a farsi bella una volta al mese. Nutre un odio sviscerato per il veterinario, i muratori in genere, gli uomini col cappello. Adora i bambini, manco a dirlo. Soprattutto quelli che hanno appena finito la merenda: si offre volontaria di ripulire la bocca e le mani dai residui di marmellate,nutelle e affini. Non proprio entusiaste le altre mamme. E' un orsettone morbido, una cucciolona vivace e un pò testarda. Che ti mette in pace col mondo quando la sera appoggia la testa sulle tue ginocchia e ti guarda languida,e tu pensi, ma quanto bene mi vorrà questo cane qui, ma che in realtà, la furbissima, ha solo voglia di saltare sul divano e accoccolarsi lì. Ma questo, non diciamolo a nessuno.

Casta diva.

Nei giorni di vacanza è buona norma fare cose che solitamente non si fanno mai, perchè non se ne ha il tempo, perchè non si ha la concentrazione o l'ispirazione o semplicemente la voglia. Quando non si è frullati dal meccanismo scellerato della vita di città, ci si può anche permettere di scialare. Leggere anche per 2 ore di seguito senza alzare la testa dal libro se non per guarare in sù e dire, pioverà?, prendere il sole con la musica a mille nelle orecchie, fare niente e basta, o guardare la tv. Personalmente la tv non la guardo mai. Film e tg, direi e tutta la carovana di granfratellame e quiz assurdi, no grazie. E senza fare la snob, semplicemente, trovo che mi fanno male. Non ho gli anticorpi necessari per sopravvivere senza allergie ed emicranie ai vari Mercanti In Fiera, Music Farm e cose del genere. Ma ieri, complice una pioggerellina impalpabile, ho detto, massì, e guardiamoci la tv. Mi sono imbattuta ne La Fattoria. Mio nonno era un uomo di grandi principi e valori morali, molto all'antica e di rara classe, ex ufficiale dell'Esercito e grande appassionato di lirica. Amava in modo incondizionato Maria Callas, Montserrat Caballè, e Katia Ricciarelli. Avevo preso come un'onta personale il fatto che avessero utilizzato un 'aria della Carmen per fare lo spot di un detersivo. Adesso avrebbe circa 95 anni. E mi conforta il fatto che almeno non ha visto la sua eroina Ricciarelli ex Baudo a spalar letame, a far la vipera e a disquisire di mungitura e lattuga in tv.
Il che , non è poco.
Mi sa che la prossima volta, allo zapping preferirò I Fratelli Karamazov. Con buona pace di mio nonno.

16 aprile, 2006

Lemon Twist.


Devo aver letto da qualche parte, tempo fa, che non si dovrebbe mai lasciar passare un solo giorno senza aver imparato qualcosa. Sia essa il modo per montare a neve un albume, foderare un libro o che ne so. La giornata di ieri è stata caratterizzata dall'incontro, da parte di tutta la Reale Famiglia, di una pianta di limone. E non già di un limone qualsiasi, quelli da supermercato, trattati o non trattati. Ma di un Reale Limone Quattro Stagioni, da non confondersi con la pizza. Tanto per cominciare, una pianta di limone ha le spine. E già lì c'è già stato il primo stupore generale. Le spine? Come le rose? Non proprio, molto più lunghe e affilate. E poi, una pianta di limone fiorisce. E fiorisce in un modo davvero speciale. Fiori bianchi, tipo d'arancio, ma, appunto, di limone. Con un profumo freschissimo ed inebriante, che si associa immediatamente al fresco e pulito. Ieri sera ci siamo sentiti tutti molto romantici, a guardare il nostro bel limone, di anni 11, che troneggiava nel suo vaso di terracotta. Dimenticate le parolacce per caricarlo, scaricarlo, interrarlo, mettergli l'argilla affinche stesse a suo agio. Ma solo la carineria di averlo scelto nel vivaio, a dire, E' LUI, come fosse diventato, ormai, uno di famiglia. E stamattina, a colazione, tutti a dargli il buongiorno. Qualcuno dei picci gli ha anche chiesto Come Hai dormito? I piccoli sono romantici, si sa benissimo. I grandi un pò meno. Profumato? A me sembra il detersivo dei piatti. Che devo fare, sopprimerli? Sopportare, invece, pensando al figurone che farò quando la vicina mi chiederà Ha per Caso Un Limone? L'eleganza imporrà di non aprire il frigorifero, ma di farla accomodare con grazia, Venga a Coglierselo, e offrendo un thè e una fettina di torta. Al limone, ben si sa.

15 aprile, 2006

Lo spremiagrumi?


E' risaputo, da secoli, ormai. L'allestimento di una casa, dal nulla, è quanto di più divertente, certo, affascinante e creativo ma stancante e sconvolgente possa esserci. Si deve pensare ad una quantità indecente di cose, dalle fondamentali alle superflue, dalle indispensabili a qualle totalmente inutili. Una volta definito il posto della scopa (la volevo leopardata, non l'ho trovata), delle lenzuola e della pasta, ecco che nella to do list appare la voce Cucina. Un gioco da oratorio. Un'idea di massima ce l'abbiamo tutti, chi più chi meno. Una pentola per gli spaghetti, un bricco per il latte, una padella per frittate, bistecche e affini. E tutto il resto? Alla Prima Cena in una casa di recente impianto ci si renderà ben presto conto di aver dimenticato, nella Prima Spesa, una quantità insospettabile di oggetti e alimenti. Primo fra tutti il sale. E l'aceto, e nemmeno quello balsamico, quello, come dire, di base. E poi l'apriscatole, la pellicola, il thè per la colazione di un Infante, già perchè ogni Infante ha una colazione diversa, così, tanto per rendere le cose più complicate. E poi, LUI. Lo spremiagrumi. Dimenticato nell'Ultima Spesa da Ikea, di vitale importanza per chi a colazione beve una spremuta d'arancia e qualche biscotto, o chi adora bresaola e rucola inondate di limone. La scrivente impallidisce a 6 paia di occhi che la scrutano con aria inquisitoria. No, lo spremiagrumi non l'ho comprato. Ma ho un rigalimoni. Va bene uguale?
Ho paura di no.

14 aprile, 2006

Fragole in vacanza


Beh, non ci vuole mica molto. Basta prendere un'isola, meglio se fiorita, fioritissima , come d'estate non si vede, ovvio. Prendere un mare, di quelli piatti e di un blu, come dire, cobalto, anzi, blu mare, appunto, come ho fatto a non pensarci. E poi rocce, un pò di vento, poco, un sole caldissimo che sembra di giugno e le spiagge coi surfisti e tutto ancora un pò dismesso, il chiosco dei panini e la scuola kite, un pò selvaggio a dire il vero, ma affascinante e bellissimo, proprio perchè così e che si sente un pò più vicino, un pò più nostro. Le Fragole arriveranno da lì, per qualche giorno.
Fragole salate, all'acqua del mare più bello che c'è.
Almeno per me.

11 aprile, 2006

Ancora tulipani.


Ancora da stirare, ma rende l'idea. La mia personalissima collezione di strofinacci da cucina (che volgarità, sono vere e proprie opere d'arte, pezzi unici, perlopiù), si arricchisce via via. Dopo L'Amore è Una Meringa, ecco i Tulipani, visto che oggi se ne è parlato molto, di tulipani, fuori e dentro la blogosfera. La caratteristica principale di questo, come chiamarlo, asciugamano?, è che è lilla. E già qui ci sarebbe da assegnargli, d'ufficio, un bel 20 punti. Dopodichè, impreziosito da un semplice ricamo, il nostro farà bella mostra adagiato con noncuranza sul ripiano del lavandino. Meglio se in pietra e di foggia genovese, sui toni, diciamolo, del rosa. Oppure, potrà essere utilizzato senza tema di smentita, per il primo asciugaggio (ma si dice?) di un servizio di piatti cui teniamo molto, o di una serie di deliziose scodelline per il thè alla menta, provenienza, Marocco. In realtà il tulipano col Marocco poco ci azzecca, ma la vera tendenza è di mischiare e fondere stili tra loro diversissimi, per ottenere un effetto che sembra improvvisato, ma che è frutto di numerosi studi di fior fiore di architetti e arredatori d'interni, ben pronti alla bisogna e poichè io nasco barocca ed essi minimalisti, più tendenza di così!

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...