Perchè non si può continuare. Senza sosta. Perchè dopo un pò ti fanno male anche gli occhi e il petto, e la testa ti rimbomba e dici che basta, che bisogna fare altro, che non serve a nulla. E anche il tuo cervello vuole altri pensieri, che non siano gli stessi degli ultimi giorni. Così, si cerca di scappare un pò, è difficile ma ci si impegna, questa cosa ha scosso così tanto tutte le famiglie di qui, che è meno di un paese, una borgata, un piccolissimo quartiere, un cortile. Si è fatto il giro del villaggio, due volte, a vedere i fiori nuovi degli altri giardini, gli alberi fioriti. Poi, ci si è accoccolate nell'angolo più angolo del divano, quello più ambito, quello dove si può stare accartocciati o coricati o sghimbesci o dritti, senza muoversi di molto. E poi, si è cercato di impegnare la mente in qualcosa, si è messo duecento punti, forse di più, senza neppure contarli, con la lana viola e grigia regalo di Azzuka per il mio compleanno. Diventerà qualcosa, ancora non so cosa. I pensieri scivolano, si incastrano, si sovrappongono, un magone fisso che non se ne va. E mio figlio grande , questo nuovo figlio che incontro ora, dacchè mai l'ho visto così, e che spero di non trovare mai più nella vita, che mi dice cose che non immaginavo, cose da uomo, da saggio, da disperato, cose che mi fanno essere fiera e onorata di averlo fatto così com'è, io, che ringrazio il Cielo e prego Dio e che vorrei rubare un pò della sua angoscia per alleggerirgli il fardello che sta portando, e proteggerlo dal dolore che sente, lui e i suoi amici, sempre insieme, uniti. Intanto, faccio la maglia, trasformo questo gomitolo in qualcosa che non so, rintanata nell'angolo del divano, e penso ai fiori nuovi dei giardini del villaggio e al vento che ha scosso i rami dei ciliegi e ha fatto un tappeto di petali rosa e bianchi, così Alessandro e Andrea avranno una strada colorata dove passare.
2 commenti:
magari è un po' fuori luogo come commento, ma se ti serve altra lana violagrigia, ne ho ancora un bel po'...
ti abbraccio.
Ci sono dei dolori profondi e laceranti...i figli, le nostre creature, vorremmo proteggerle per sempre da qualsiasi dolore e dipiacere. Mia nonna svedese mi raccontava sempre che quando un dolore è così profondo e lancinante bisogna prendere i ferri e la lana, o un telaio e la lana (lei era anche una tessitrice) e perdersi nel ritmo del filo che costruisce una nuova trama per tentare di rimarginare o alleviare le ferite del nostro animo/nostra anima. Con affetto
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