12 marzo, 2010

Ode al Caffè d'Orzo.

Quelli che scrivono bene esordirebbero con un bel occorre fare un distinguo. Io non esordisco per niente ma dico subito che il caffè d'orzo può anche essere non liofilizzato mentre il Nescafè è per forza liofilizzato sia che sia d'orzo, sia che sia no. E già qui mi sono impasticciata. Ma andiamo con ordine. Nulla è più magico del rituale di preparare una caffettiera. Si svita con cura l'attrezzo, si riempie d'acqua fino a dove si deve, si mette il filtro, facendo strabordare un pochino l'acqua dei buchini, e questo mi ha sempre affascinato. Poi si mette il caffè senza schiacciare, orrore, si riavvita e si mette sul fuoco, pregustando il momento in cui la caffettiera farà scccrrrrscccscs e la casa sarà inondata dall'aroma . Io no. Io voglio tutto e subito. Io non ho tempo di aspettare. E poi, a dirla sottovoce, il caffè della caffettiera non è che mi faccia impazzire. Potrei fare un'eccezione per quello Nespresso, che si fa in un secondo scarso, ma ahimè, il mio gusto preferito, albicocca, lo hanno fatto solo per Natale, perciò, addio. E comunque, riservo Nespresso per i momenti della giornata in cui mi sento a terra, o quando passa un' amica in visita pastorale, o quando mi fermo un secondo e mi dico, Mi Faccio Un Caffè. Colazione, signori, qui si parla di co-la-zio-ne. E' risaputo che, nella casa in collina, ognuno si fa la colazione che vuole, sia essa un bicchiere di latte al volo, un caffè alle 6 e un altro alle 7, latte-e-cereali, latte-e-nesquick, latte-e-biscotti-e-nutella-e-brioche-e-mentre-ci-sono-anche-un-toast, ma questo è il Liceale, predatore eppure ossuto, ancora non me lo spiego. La colazione ideale della scrivente fatta è di riti ancestrali, di lentezza cosmica. Si scalda il latte nel microonde, attendendo il bip appoggiata al lavandino, solitamente sbadigliando, ma con eleganza, lo ben s'intenda. Dopodichè, un cucchiaino e mezzo, non un grammo di più, non un grammo di meno, del caffè liofilizzato di turno, ora orzo, ora orzo e caffè in magica mistura, ora cappuccino, ma già bell'è pronto, che abbronza il candido liquido della tazza, lo rende di un bel tortora carico, dacchè già dal colore posso capire che quella mattina son stordita e ne ho messo troppo o troppo poco. E poi, la terapia. Si mescola. Piano pianissimo, in senso orario, giammai il contrario, lentamente, per qualche secondo, guardando di fuori, cominciando a proferire qualche parola all'Integerrimo, che lui è già sveglio da ore, pinto e tratto e tu lì, scarmigliata e pigiamatissima, come a dire, è tutta una finta, faccio colazione con te ma poi torno beata tra le coltri. Non succede mai. Si può intendere il mio stato d'animo e il mio equilibrio psicofisico della giornata che verrà, semplicemente cronometrando l'atto del mescolare. Se dura più di 15 secondi, ahimè, tira brutta aria. Il mio caffè liofilizzato è quel che mi serve per un inizio di giornata alla grande, solo dopo averne sorseggiato un pò mi sento, benchè pigiamata, o camiciata, già pronta per il mondo, per l'umanità tutta, per i figlioli e per il Capitano, che all'alba ha già ventidue cose da dirmi. Il mio simil caffelatte liofilizzato pronto, tiepidino e non bollente, mi aspetta anche quando sono tutti usciti fuori casa sciamando festosi, e io ne ho lasciato un pò nella tazza per leggere in pace i quotidiani e la posta prima del delirio. E stamattina, la mia prima mail era un invito di nonsochi e nonsocome, VideoChatta Con Valerio Scanu. Con un invito così, deh, non c'è caffelatte che tenga.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi piace da matti come scrivi............ Aggy

Gallinavecchia ha detto...

mi piacerebbe tanto tanto tanto tanto tanto... diciamo che... comincio a pensarci? ;)
(naturalmente mi riferisco al camp)

Anonimo ha detto...

Ricordo bene la tua mania.... caldo, senza schiuma d'orzo non troppo bollente con cacao... ma quello era un marocco.....Era un piacere preparartelo!!!! Baci Sò XD

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