Visualizzazione post con etichetta Succede. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Succede. Mostra tutti i post

09 novembre, 2009

Alta gioielleria.

Non è quel che si dice una giornata da incorniciare. Aria strana, nella casa in collina, strano clima atmosferico e non, una specie di sabato, dacchè domani è festa grande del Santissimo Patrono, perciò tutti a casa da scuola. Ho urlato piuttosto, mi sono girate piuttosto, contrariata piuttosto. Succede, mi pare ovvio. Unica nota leggiadra in tutto questo polpettone di guai e vicende e questioni e tritamenti, un giro in città con la Princi, di quei giri veloci e improvvisati, Mi Serve Un Quaderno, e poi si gira e si gira, per vetrine e negozi, così. E per l'appunto così ho pensato di gratificarmi, acquistando in tutta scioltezza un preziosissimo paio di orecchini, molto kitch ma molto chic, la Tour Eiffel, madame, voilà, per lei che c'ha la fissa di Parigi, mi sembra il minimo. Ora sono miei. Costo dell'operazione : 3 euro e novantacinque, direi che è un bello spendere. La Princi guarda e approva, Facciamo Uno Ciascuno? Essia. Sperimento così la terapia dello shopping compulsivo per attutire incazzature e affini. Speriamo funzioni. Una maglia con la Gioconda? La prossima volta.

20 ottobre, 2009

Il ritardo.

E non già quello che a tempo debito porterà un frugolo, dacchè, in grazia di Dio, abbiamo già dato a sufficienza, anche se mi spupazzo i figlioli delle mie Regie Vicine di casa, e li annuso e li tengo in braccio e mi sforzo di ricordare quando ne avevo anche io di piccini così, e mi viene un pò di nostalgia, ora che ho omoni e donnine, invece di pollicini morbidi col facciotto cicciardo. Orbene. Il ritardo è quello in cui ti svegli nel cuore della notte, apri l'angolo di un occhio soltanto, e lo posi sulla sveglia accanto a te. 7.35. Ah, ok. Cooooooooosa? Fai un salto nel letto, scuoti lo Sposo, altro che risveglio a baci come nei film, non abbiamo sentito, forse abbiamo sentito ma abbiamo finta di nulla, forse non è neppure suonata, impossibile, è che ci siamo addormentati secchi, e abbiamo un'ora o giù di lì di ritardo sulla tabella, qui c'e scritto che si deve essere in piedi alle 6.30, altrochè. La Princi esprime il suo personale disappunto per non avere a disposizione quella mezz'ora per decidere il vestiario e se la felpa blu o il maglioncino rosso, e che collana, e che sciarpa, dacchè, sempre in grazia di Dio, ne ha una trentina. Il Liceale esprime il suo personale disappunto bofonchiando qualcosa in una lingua incomprensibile, prendendo a caso nel mucchio dei suoi abiti ammonticchiato di malagrazia sulla poltrona accanto al suo lettino e in in 18 secondi è già lì, spazzolino in bocca e zaino in spalla. Il mio Sposo esprime il suo personale disappunto imprecando in maniera silente, impercettibile ai più, ma io che lo conosco più che bene, so che le imprecazioni silenziose son le più pericolose, e attendo la deflagrazione da un momento all'altro. La scrivente piomba in cucina, nel lavello ancora i piatti della cena, che è una cosa che odio rassettare la mattina presto; realizza che ha dimenticato di esporre il sacco dell'indifferenziata, che sono finiti i croissant per l'intervallo delle 10, che deve dare 7,50 per non so quale obolo a non sa quale figlio, che ha scordato di firmare questo, che deve andare alla posta e che e che. Ben perciò, la scrivente medesima, non sa se esprimere il proprio personale disappunto urlando, vomitando, o tornando a dormire.

19 ottobre, 2009

Buona domenica?


C'era scritto che sarebbe stata una pigra domenica di ultimo sole, di passeggiata in collina con Biancaneve e il suo Sposo, che avrei ultimato in tutta scioltezza la Baby Surprise Jacket e tutti a chiedermi cos'è, cos'è, e io con aria di sufficienza a dire, eh, sì in effetti è una cosa misteriosa, di fatto, lo è, se l'ho fatta e rifatta e disfatta millecinquecento volte circa, e poi alla fine disfatta del tutto, e la sua, quella di Biancaneve, rosa e perfetta, ma io sono la più zuccona di tutte e sono l'unica che ancora non l'ha fatta, e vabbè. C'è di peggio. E infatti c'è. Per non farci mancare niente, ma niente proprio, il Junior Ing. ha pensato bene di cadere malamente giocando a pallone, una cosa da nulla, dice al telefono, Ma Vado a Farmi Vedere. Così, sul finire della domenica, ce lo siam ritrovati al Pronto Soccorso, suo padre ed io, quelle sette ore perchè è il tempo necessario per farti dire che ha la scapola rotta e voilà, lo avvolgono per bene come le valigie all'aeroporto e te lo riconsegnano così, dolorante e inca@@ato, il braccio ripiegato, la manica molle della tuta sociale che un certo effetto fa, la sua faccina stralunata, ma come, non eri tu il piu' grande di tutti? Bene, molto bene. Buona domenica? E come no.

06 ottobre, 2009

Maleficio.


Si preannunciava una sera così tranquilla, di quelle come da molto tempo non, non so come dire, di cene così amene come stasera, tutti rilassati e ridanciani e anche allegri, và, che in questa casa si è allegri senza un motivo vero, che è l'allegria più bella se ci pensi bene. Già immaginavo quel bel divano un pò sfilacciato, in realtà, ma ha un'aria csì vissuta e pestata, e stropicciata e un pò trasandata che lo fa più bello di quello che è, a rifoderarlo ci sarà tempo. Immaginavo me e qualche abitante la casa in collina, forse la Princi se avesse finito in tempo di ripassare geografia, e forse il Giurisprudente, perchè no, sono giorni di grazia, sorride molto, non si imbizzarrisce come fa di solito, non massacra neppure tanto il Liceale, bah!, è così strano. Pensavo e immaginavo di iniziare qualcosa con la lana nuova di zecca arrivata da Stoccolma. Un bel niente. Ho guardato sul tavolo, ho perso una cosa, cioè, non che proprio l'ho persa, stamattina era lì e mi sono detta, ok, devo ritirarli, inutile che li lasci lì, e stasera, al loro posto, cioè al posto di due cose ce n'era una soltanto e l'altra, puff! sparita, polverizzata. Preziosa, certo, un pò. E mi piaceva anche tanto, accidenti. E adersso ne ho una sola, non che non la si possa portare anche così, certo che no, ma dove diavolo è finita l'altra, ho cercato sotto il tavolo, spostato tutto, non c'è mica Mago Merlino in questa casa e nemmeno il mago Silvan, Mistero Magia, Apparizioni e Sparizioni. Niente, perso, sparito, dissolto nel nulla. E adesso mi dico che ben mi sta, che non posso continuare ad essere così disordinata e dire, sì, le cose sono lì, le ritiro tra un momento, ma una punizione così mi sembra davvero troppo, insomma, vorrei ritrovare quel dannato coso che mi piaceva tanto, e allora e perciò, continuerò a cercare e cercare e rovinarmi questa bella sera che bella non è, stramaledettissimo orecchino ma dove diavolo sei accidenti a te.

14 settembre, 2009

Quando non dormi.

Lo senti? E' il vento. Un vento rabbioso e fuori posto, che strano un vento così, qui. Fischia e sibila attraverso le persiane chiuse, litiga con gli alberi, maltratta il caprifoglio. Mi ha svegliato un rumore, non so. Forse stavo sognando. Non dormo, non è chiaro perchè, io dormo sempre come un sasso, di quei sonni improvvisi, di quelli che non riesci proprio a tenere gli occhi aperti, e non è che ti giri e ti rigiri, no, tocchi il letto e sei già lì, bell'e stecchita. Così, bighellono per casa, e guardo fuori quella mezzaluna velata, queste nuvole sfilacciate, quasi blu, chissà se pioverà. Non è male non dormire, qualche volta. I pensieri che fai la notte, quasi a mattina, hanno un sapore diverso da quelli del resto della giornata. Dormono tutti, e tu sei lì, sveglissima, come a sorvegliare il loro sonno, come a dire, Dormite Pure, Sono Qua Io. Non si conosce il motivo di questa insonnia inconsueta, così diversa da quelle odiose e agitate, questa mi piace, invece. E, complice questo vento mascalzone, posso fare ciò che voglio: leggere i quotidiani di domattina, che un pò mattina è già adesso, innaffiare l'orchidea nel vaso, un libro, magari. Queste raffiche scomposte mi portano solo pensieri gradevoli, che venga pure il primo giorno di scuola domani, mi troverà organizzata ed efficiente, nonostante sia qui a scrivere, adesso. E che venga pure l'autunno e i suoi rossi e arancioni e le foglie secche, ne raccoglierò qualcuna da tenere fra le pagine dei libri, lo faccio, qualche volta, ho un rametto di bouganville che ancora porta quel fucsia meraviglioso che solo il sole dell'Isola può regalare. Ogni cosa, a guardarla bene, ha un aspetto migliore di come appaia in realtà. Basta trovare le lenti giuste, o solo il momento giusto per guardarla, sia esso un pomeriggio di sole, una domenica mattina, o una notte di vento disordinato e chiacchierone, che dormono tutti, che mi ha svegliato un rumore e che mi piace star qui a scrivere, adesso che è quasi mattina.

29 agosto, 2009

Sei a casa se.

Ti svegli la mattina con il vrsshhhh vrsshhhh dell'irrigazione.
Dormi finalmente nel tuo letto.
Hai dovuto fare una spesa che nemmeno Napoleone a Marengo.
Trovi ragnatele e ragni rattrappiti, stecchiti, sospesi, un pò dovunque.
Non funziona più nulla, dal decoder, alla stampante, al condizionatore.
Il gatto di casa non ti riconosce più.
C'è polvere anche sul tappo della bottiglia dell'olio.
L'aiuola delle rose è uno strazio vero di erbacce e di sterpi.
Il basilico è tutto mangiato dagli insetti.
La talpa ha costruito un resort nel pratino.
L'origano ci ha lasciati.
La quantità degli indumenti da lavare e ovviamente stirare, che lavare è un attimo ma stirare un secolo, ha raggiunto dimensioni tali che è difficile scorgere all'interno del locale uso lavanderia persino la lavatrice, obnubilata da teli mare rigidi come stoccafissi, tende, fodere di divani, asciugamani, viso e ospite, ovvio, varia biancheria, da maschio, da ragazzo, da bambina e da donna fatta, nero-peccato, bianco virginale, rosso-viale, calze spaiate, lenzuola che sanno ancora di doposole, strofinacci con scritto L'Amore è Una Conchiglia, deliziosi cuscini a coralli, cappellini di cotone, cinque o sei maglie da calcio, con relativo pantaloncino e calzettone, circa un migliaio fra polo e t-shirt, una ventina di camicie, una dozzina di jeans, capri pants, shorts, parei, canottiere e top. E allora forse è il caso che alzi il regio cul@ dal regio divano e invece di star qui a raccontare e scrivere e cincischiare e baloccarmi con le parole come mi piace tanto fare, ben meglio sarà che mi dia una smossa e mi cali per bene nella parte.
And welcome back home.




10 giugno, 2009

Sassolini.

Sono quelli che trovi in fondo ai cassetti, nel cestino del bagno, sono quelli bianchi e piatti, o gli smeraldi, come li chiamavo da piccola, le schegge di vetro arrotondate dal mare, che raccoglo da sempre e conservo, pietre preziose di un valore che conosci solo tu, perchè sai bene quando li hai presi, e ti ricordi di quando e di quando, e di quella volta. Poi ti scordi che ci sono e che bello quando li ritrovi, li sciacqui un pochino e tornano brillanti, bellissimi, preziosi. Questa fotografia, controluce e fuori fuoco, è stata scattata ieri sera dalla Princi, in un terrazzo al fresco di un acero, le mattonelle lucide, una cena sontuosa da regine. Ma potrebbero essere i due banchi in fondo a sinistra, col diario di Linus, i bigliettini per copiare, le mele per l'intrervallo, un gettone del telefono per chiamare casa, la cinghia per i libri, il tratto pen verde e i quaderni Hollie Hobbie. Loro ci sono state sempre, nella gita a Firenze e nel cortile di casa mia quando piangevo e che bene mi ha fatto vederle tutte lì. Loro sono ancora loro, come sempre, come allora, e questo affetto chiaro e mai passato si sente così bene quando ci abbracciamo, quando ci diciamo Ma Sono Così Contenta Che Sei Qui, quando guardiamo le bambine che si scapicollano sull'altalena e diciamo Beh, Tanto Diverse Non Potevano Venire. Ridiamo come allora, fino alle lacrime, e si vede, e abbiamo fatto tanti di quei versi per questa foto come quella volta in Piazza della Signoria. Noi 4, i due banchi in fondo a sinistra, le stesse risate, le stesse battute, le stesse anime bianche, mai scalfite nonostante, gli stessi sorrisi. Sassolini preziosi, ritrovati per caso, di un valore così grande che lo sai tu.

07 giugno, 2009

Mucchio selvaggio.

Così è di moda. Si prenda una sera di giugno appena iniziato e si dia ufficialmente inizio alle danze, inaugurando una piscina sù in Valle, dove si danno appuntamento tutti e dico tutti gli studenti delle scuole medie superiori. Così funziona. Qualche genitore li accompagna, qualcun altro li và a prendere, si muovono in gruppo, in branco, sette/otto/nove. Precettata per il ritiro a notte fonda,circa le 3, la Scrivente è stata vista uscire in sottoveste e pantaloni della tuta, ballerine glitterate e felpa, che quassù fa freschino, cosa crede. Certo, un incontro torbido, così combinata, no che non lo potevo avere, ben si rassicuri il mio Sposo dal Mar dei Sargassi. Ho caricato sù alla spicciolata, un gran numero di figlioli, ridanciani, chiacchieroni, bellissimi e educatissimi, per piacere-grazie-scusa-permesso. Destinazione: la mia magione, dacchè era il turno del mio figliolo ospitarli tutti quanti per la nottata, bed&breakfast. Hanno ammonticchiato con cura le scarpe in ingresso, e con grazia giù dal prezioso tappeto. Hanno chiacchierato fitto fino a una certa, facendosi sssshhhh!!!!! a vicenda quando qualcuno alzava troppo la voce, ma di notte, si sa, anche il brusio è un rumore gigante. Fate quel che volete, non incendiate la casa, io vado a dormire. Così li ho trovati, addormentati e affastellati sul divano, qualcuno aveva scelto uno dei letti vuoti sparsi qua e là, nella casa in collina. Il cane sorvegliava, con l'aria matura di chi sa molto bene come vadano queste cose. Li ho guardati dalla scale, mi sono piaciuti e li ho immortalati, di nascosto, cercando di fermare questo momento perfetto di pensieri semplici, questi giorni di fine scuola, di ritorno fradici dalla festa in piscina, questi ragazzi che crescono e corrono e volano lontano, e che a trovarli la domenica mattina sul mio divano, mi ha riempito l'anima di una tenerezza che non so, di una specie di privilegio, di un magone che sorride.

04 giugno, 2009

Misery non deve morire.

E non è neppure il mio compleanno. Niente o quasi da festeggiare oggi, se non il sole, l'estate, il tiglio, l'esame della Fanciulla, il fatto che ho corso e corso e corso senza fermarmi sbuffando e imprecando, per un bel pò. Fatt'è che la mia Amica Afef mi ha coperto di regali: 2 per l'esattezza. Un olietto magico alla menta, alla calendula, alla cocaina e a chissà così'altro, da spalmare generosamente, addosso defaticante, corroborante, idratante, sberluccicante e via così, così di menta che alla fine sai di Gomma del Ponte, e Lei, Misery, così l'ho chiamata, lì per lì, perchè di miseria si tratta, mia pianta preferita in quanto viola e chevvelodicoaffare, che ne avevo già parlato qui di quanto mi piaccia e l'adori vieppiù. Così, Afef, che è più furba di una faina, ha capito che sono invidiosa marcia della sua sterminata collezione di piante, di quel benjamin-sequoia che c'ha in casa, così come lo sono del terrazzo della mia Amica delle Perle, con fiori e fiorini a grappoli e distese, chilometri e chilometri di vasi rigogliosissimi. Perciò mi ha fatto dono di Misery. E io la conservo gelosamente per i giorni che qui resterò e quando mi vedrò costretta ad assentarmi per un pò, la affiderò a mani sapienti, anzi, ho già indetto un bando di concorso fra le mie Amiche, chimmai vorrà prendersi cura della mia Misery, la riprenderò intatta e perfetta una volta tornata, annaffiatela con cura, accuditela con amore e devozione, e parlateci ogni tanto, che lo sanno tutti che Misery Non Deve Morire. Se no, il libro, Stephen King, ma cosa lo ha scritto a fare?

28 maggio, 2009

Quasi estate.

Direi che ci siamo. Quasi. E' quasi estate se fai più fatica a tirar sù i figlioli dal letto, che studiano e studiano, verifiche a raffica, una dietro l'altra, e nezzuna voglia di farle, c'è da aggiungere. Se si và in giro vestiti leggerini, leggerissimi, deliziosi sandalini ultraflat, zeppe da stangona, capri pants, cestine di paglia, occhialone da Croisette, trucco inesistente. Se ci si sofferma davanti alle vetrine di costumi e parei, non molte in verità, ma che fan sognare di crociere e flutti, spiagge immacolate e angurie gelate sotto il solleone, bordi piscina, notti di lune tonde e stelle cadenti. Quasi estate. E i miliardi di cose da fare assumono un altro gusto, un pò con la mente si è già via, ci si concedono piccoli lussi, piccole impercettibili lentezze, cene fresche preparate coi figlioli, chiacchiere in terrazza, piccole cose. Ovvio, i Momenti da Manicomio certo non mancano, come si farebbe se no, e allora si attende la sera tardi, quando hai sparecchiato anche l'ultimissima briciola ed esci fuori nel pratino ad annusare per aria, il gelsomino e le rose, una brezza leggera, una specie di pace estiva, quasi estiva, a onor del vero, che l'ho sempre detto e mi danno della pazza ma ci son sere che da qui, insieme alla menta e all'erba bagnata, si sente anche il profumo del mare.

21 maggio, 2009

Run, baby, run.


E' scoppiata questa mania. O meglio, magari è scoppiata da molto e non me ne sono accorta. O è una di quelle follie collettive, che durano non molto ma abbastanza. Da questa parti, è scoppiato il running time. Si corre. Anzi, si corre agli Argini, che è tutta un'altra cosa. Ingredienti per tale scellerata operazione: si scelga con cura l'ora più calda in assoluto, tanto per cominciare. Così, viene meglio. Poi ci s'apparecchi per bene: niente trucco, per forza di cose, cotone centopercento per magliette e affini, scarpetta adatte, candida, ovvio, ma con qualche vezzoso inserto in tinta pastello. Ci si scelga una compagna o un compagno di viaggio, meglio se super allenato. Si sbrighino con solerzia le faccende del mattino e poi, sul mezzogiorno, ci si inerpichi agli Argini del Tanaro, puntualizzo per i non residenti, che lì è il posto giusto. Il Central Park di noialtri, insomma. Colà si troverà ogni genere di avventori, di ogni orientamento politico, di ogni genere, di ogni età, tutti accomunati dalla stessa passione (passione?) per la corsa. In realtà, agli Alessandrini Argini si va per accelerare il processo di rassodamento della chiappa, per la tornitura della gamba atletica, per la sparizione immediata dei due tre chili post panettone che ancora non si sono smaltiti, insieme alla colomba pasquale, dacchè la battigia è sempre più vicina e di arrivare mollicce proprio non ci va. Così, ci si impegna. Io mi sono organizzata. Con abilissima sincronia faccio le mie faccende e colà mi trovo con Afef, a scorrazzare chiacchierando sù e giù per la campagna, passando in tutta scioltezza dal selciato allo sterrato senza fare una piega. In realtà non è che sia convinta, ma Afef ha così insistito e io, che le sono così amica, mi immolo con dedizione e poi, se si deve, si fa. Colà ci si incontra, allora, fan della forma fisica, della scarpetta tecnicissima, dell'iPod con la musica giusta, del contapassi. Mi riconoscerete. Non già perchè ho scritto I Love New York sul sedere. Ma perchè son quella coricata. E coricàti, si sa, la scritta non si vede.

18 maggio, 2009

Vitamine!

A tonnellate. In pastiglie, da sciogliere nel bicchiere, da succhiare sotto forma di caramelline. E' quel che mi serve adesso. Saranno i primissimi caldi veri, sarà che non eravamo preparati dopo un novembre che è durato 4 mesi, ci si ritrova un pò sbaccaliti, dopo la mattinata del lunedì spesa a fare giri in giro, a concludere vicende e incombenze varie, un pò sciaborditi, chissà che vuol dire, imbambolati e stanchi, ma così stanchi, e affaticati, ma così affaticati. Così, ho comprato un intruglio, Complesso Multivitaminico, recita la scatola, con Taurina e Caffeina scritto in piccolino. Ohibò. Diventerò una specie di culturista, niente tette e con dei bicipiti grossi così, culo armonico e coscione a forma di culatello di Zibello? Starò sveglia per notti intere? Mi spunteranno coda e corna e andrò in giro a incornare di qua e di là chi è di rosso vestita? Non si sa. Mi serve però una spintarella, un pò di ricostituente per la bella stagione, un pò di carburante. E poi, questa idea delle vitamine è un pò una fissa, magari non fanno un bel niente, ma dopo che ti sei scolata il bicchiere dove hai sciolto la bustina al gusto d'arancia, chissà perchè, ti senti già meglio. Poteri della suggestione, forse. O forse dell'intruglio magico, chi lo sa. Fattostà che da oggi ha ufficialmente inizio la mia cura di vitamine, per non sentirmi più affaticata. E, già che ci sono, anche per aver voglia di affiancare la mia personal trainer e andare a correre agli Argini. E' la seconda volta che le dò buca. Ma si può andare a correre se piove? Ma certo che no. Noi si va a correre col sole pieno, con le scarpe in tinta, con il gloss coi brilli, insomma, si va a correre per fare scena. Perciò, al prossimo appuntamento con la mia Personal Trainer, che altri non è che la Feroce Afef, non mi farò trovare impreparata: puntualissima, saltellante, tonica, bella carica, bell'e apparecchiata, bell'e viva, direbbero in molti, e, che te lo dico a fare, supervitaminizzata. Aumenterò la dose. Positiva all'antidoping? Beh, mica controlla nessuno.

14 maggio, 2009

Tricot, merci!

Eccome se mi dispiace. Oggi, sarebbe stato il giorno della parigina partenza, a trovare questa Amica e la sua Petite Princesse. In realtà era già stato organizzato tutto fin nei minimerrimi dettagli, ma poi, si sa bene che la frase Nulla Osta è da dire con grande, grandissima prudenza, e perciò, molto a malincuore ho dovuto dire adieu al mio parigino viaggio, e alla squisita accoglienza a me riservata. Sigh. Appuntamento non già cancellato, solo slittato, in attesa di tempi migliori. Noi qui nel Monferrato, oggi si knitta. Dacchè è proprio oggi il giorno deputato all'incontro di noi Galline coi Ferri. Poichè a noi, c'è presa secca, si dice così. Con l'arrivo della stagione calda, effinalmente!, noi ci si imbizzarisce come cavalli Appaloosa e via di progetti coloratissimi e speciali, nella loro semplice, artistica realizzazione. Ho già spiegato in più di un'occasione che il tricot del duemilanove non è propriamente un affare da nonnepapere. Noi si ricerca. Il cotone americano che qui da noi non esiste, per quei famosi dishcloths che hanno dato vita a un vero e proprio mercato di schemi, i più fantasiosi. La lana giapponese, quella estone, i ferri speciali, così belli da guardare, con questo gioco di svita e avvita, nuove tecniche di zia Elisabeth, libri acquistati dall'altra parte dell'oceano, modelli di giacchine in un unico pezzo, che fino alla fine non sai cosa diavolo stai facendo, lo ben sa la mia Amica delle Perle. Con questo armamentario, ben dotate del nostro kit che si trova solo qui, oggi si knitterà, stessa spiaggia stesso mare. E non a caso, dacchè so che oggi, in questa sede, si potranno esaminare progetti di borse in cotone e seta, bikini di microfibra all'uncinetto, cappellini vezzosi da sfoggiare sotto il solleone. E tutto senza dimenticare, ça va sans dire, il nostro progetto principe, copertine in cotone per l'Ospedale Sacco di Milano, da consegnare alla fine di maggio. Direi che ce n'è abbastanza. E pensare che c'è ancora chi dice che siam lì a far presine. Quel dommage!
Thanks to KrisKnit.

19 aprile, 2009

Fiori dentro.

Perchè di fuori piove. Fiori, di un profumo sottile e discreto, il lillà del pratino, le rose, una viola strappata e rinata nel bicchierino da rosolio di mia nonna. Fresie candide e qualche tulipano. Fiori dentro. Perchè è domenica, la prigra, magnifica domenica di noi qui, qualcuno dorme ancora, c'è chi studia e chi suona, chi niente fa, imbambolato sul divano, che bello è l'imbambolamento della domenica mattina, non sai se fare molto o fare niente, ma hai davanti a te una giornata dove tutto può accadere se lo vuoi, puoi cucinare per ore o fare un uovo sodo, leggere un libro tutto d'un fiato o sfogliare annoiata una rivista, che potrebbe essere di due settimane fa. E' una domenica di pigrizia assoluta, si voleva il sole, ci si deve accontentare di quel che c'è, di questa pioggia di traverso sui vetri, del niente. Coraggio, una spinta, via le tazze della colazione, via i biscotti e le briciole e le cartacce e i cucchiaini appiccicosi e il bicchiere vuoto della spremuta e il tubetto delle vitamine. E tùffaci il viso in questo mazzo delicato, e vai col pensiero mille miglia lontano, al sole, alle cicale e ai pic nic, e a sederti nell'erba verdissima, e a passeggiare di buon passo fino alla chiesa. Tu, sparecchia le tazze e ogni tanto, annusa, e ruba questo profumo di fresco e questi colori teneri e la bellezza. Fuori la pioggia, dentro questi fiori e se ti guardano storto, che male c'è.

27 marzo, 2009

Però, che bello.

Di fotografarla intera non ci è venuto in mente. Eravamo troppo emozionate da questa sorpresa. Nessuno aveva pensato al compleanno di Cuore di Maglia, solo Lei, Biancaneve. La torta fatta a cuore, pannaefragola, ci ha mandate tutte in visibilio, e in confusione e fatto venire i lucciconi, anche. E' stato un bel pomeriggio. Ora, ci si appresta ad entrare in questo brodoso week end, pioverà da oggi e per mille e mille giorni, a quanto dicono. Noi ci si curerà un pò della casa, di noi stessi medesimi intrinsechi, dato che la tosse ancora non è passata, si darà bello sfoggio di quanto imparato ieri, è l'entrelac, bellezza, e che te lo dico a fare. Si avrà la famigliola radunata, un compleanno brasiliano da festeggiare questa sera, un altro domenica, e semplici, semplicissime cose, uno sguardo fiero al pratino, alle piante odorose nuove di zecca che il mio Sposo ha piantato apposta per me nei vasi grandi, alle roselline, alle viole del pensiero che è fine stagione ma che hanno dei colori così belli che mettono allegria, così eleganti dietro la staccionata di cui vado così fiera. E qualche leccornia da cucinare, un libro da rileggere, è così bello leggere i libri due volte, è come incontrare un amico che non vedevi da tempo, mette sicurezza, conosci, sai già. Sarà un week end di niente, non è inverno e non è primavera, si dovrà stendere in casa, peccato, i vetri erano puliti, e sul divano servirà una copertina e che bello sarebbe stato una passeggiata a raccogliere viole e rami di pesco. Ma se i disagi questi sono, che piova pure se ne ha tanta voglia, e che ce ne importa a noi.

19 marzo, 2009

Riemergo.


A fatica. Con sforzo sovrumano. E anche perchè mi sono un pò stufata di essere malata, non ci sono tanto abituata. Sono di quelle che non ha mai niente o che fa finta di, che non misuro la febbre perchè tanto è uguale, che dico massì che tra un pò passa. Non sono una piagnona, ecco. Solo, nei giorni scorsi, ho dovuto farlo, non già la piagnona, quanto fermarmi un secondo, abbélla, dove credi di andare con la febbre a 38? Ma non è stata colpa mia. O meglio sì che lo è stata. Ho visto un pò di sole e mi son detta, alè che è ora, via i neri, i grigi, i beigeolini, via le scarpe da pioggia, via calze e calzettini, coraggio, i sandali da questa parte, le magliettine colorate da quest'altra, voi, con l'impermeabilino leggero, andate di qua, e voi là, con i golfinetti di cotone e le peep toe mettetevi lì, accanto alle camiciole d'organza e alle canottierine. Così è stato. E non l'avessi mai fatto. Sarà che ho esagerato, sarà che ho quarantaefischia anni, sarà che son stata imprudente, negligente, spavalda e pure un pò scema a vestirmi di primavera al primissimissimo raggio di sole, fatto sta ed è che mi sono ammalata. Non è un bel vedere. Ho una faccina slavata, gli occhi pesti, obliqui e lacrimosi, una voce da film hard, tossisco, sternutisco e sono bell'e imbambolata. Una delizia, un fiore di campo, un giglio candido. Solo, la mia affettuosa famigliola di tutto ciò tiene ben poco conto. Il mio Sposo sperso nel Mar dei Sargassi, che si diverte a fare lo spot del Tonno Insuperabile, i miei figlioli, adorabili, che mi guardano e dicono Ma Stai Male? giust'appunto perchè non li ho abituati ad avere una mamma che di quando in quando, proprio Eva Kant non è. Si aggiunga l'ancella malata essa pure, insomma direi proprio un bellissimo momento. Sopravviverò, eccome. E corro ai ripari. Positiva all'antidoping, avvolta in una nuvola di Viks Vaporub, vivo di spremutine e rimedi miracolosi, tradizionali, ayurvedici, omeopatici e della medicina cinese, qualche fiore di Bach e un pizzico di feng shui, và, che male non fa. Consegno il mio corpo alla scienza, me ne frego della polvere accumulata in ogni dove e aspetto tempi migliori. E magari, un maglioncino caldo e una bella sciarpa. Il mio sex appeal resterà intatto. A meno che, nel momento, non mi venga da soffiare il naso. Naaaaaaa! Coraggio, voi con la pastiglie Valda, scat-tare!!

16 marzo, 2009

Start.


Sù che è una gran bella giornata. E che si sente un profumo di fiori un pò in giro. E c'è un sole di seta là fuori, sottile sottile, e i fiorini gialli delle aiuole sono già sbocciati e va bene che proprio il giallo non mi piace ma questi qui cono l'eccezione, fan capire tante cose e che bello è la mattina presto girare la curva con il carico dei figlioli da portare a scuola e vederli lì, bonjour! sembra che lo dicano proprio a me, proprio a noi che è lunedì e non ne abbiamo nessunissima voglia di niente, lo sanno tutti, inutile fare finta, a nessun essere umano sul globo terracqueo piace iniziare la settimana, lo sanno anche i sassi. E' una giornata di quelle che non si sa bene da che parte cominciare, se prenderla di qui o prenderla di là, se cominciare da sopra o da sotto, se fare un piano minuzioso a fare tutto alla cavolo, quel che viene, viene. C'è un mare di cose da fare, si paga la domenica passata in giro, come dire, hai voluto la bicicletta. Così, pedalo. E pedalerò per bene, già lo so, dacchè anche per questa settimana sarò Regina Incontrastata del Focolare Domestico, nooooooo, non ce la posso fare, e meglio sarà che non ci pensi adesso se no è durissima fin da subito. Ci si armerà di santissima pazienza, di secchi e scope, di aspirapolveri e piumini, e spruzzini di ogni qualità. Ma piano e con calma, nessuno verrà a controllare, e tempo c'è per fare le cose che vuoi fare, guardare quel filmatino su Cuore di Maglia che è una carezza vera, e pensare ma guarda un pò che belle cose che stiamo facendo e magari attaccarci un altro progetto, un'altra idea, e le idee migliori, si sa benissimo, vengono al mattino presto, coi fiori di fuori, il sole di seta e magari lavando i vetri. No, un attimo, va bene il sole e va bene i fiori ma stà storia dei vetri non mi convince.

03 marzo, 2009

Voglia di viole.

Sì che ho sbirciato nel pratino, tra le foglie secche, come quella volta. Niente di niente. Erbacce, rametti, ma di violette non v'è traccia. Così, mi son portata avanti. Ho comprato al mercato del lunedì una camionata (unità di misura, una camionata, due camionate ecc.) di violette. Molto belle. Molto viola. Molto finte. Sono mazzini di plastica di un bel verde smeraldo, con applicate delle violette di stoffa morbida, col loro bel bottoncino giallo al centro, certo non è seta pregiata, ma insomma, hanno il loro perchè. Ho tolto dai vasi del davanzale i rametti bianchi che facevano inverno, Natale, neve, gelo, tuscendidallestelle, brina e zampogne. Ho lasciato i sassi candidi. Ci ho piantato con grazia le violette, stamattina alle 7,40, in camicia da notte, piumino e ballerine argentate. Molto chic. ora, c'è un pò di colore alla mia finestra, un pò di primavera anticipata, un pò di bello che fa bello il cuore di chi le guarda. E chi dice che i fiori finti fanno tristezza, forse, non è mai stato al mercato del lunedì.

20 febbraio, 2009

La camomilla.

Non che mi faccia impazzire il sapore. Ho anche trovato una foto che non mi piace, questa tazza coi girasoli mai e poi mai la comprerei. Solo, di camomilla avevo bisogno. Perchè in realtà, non mi piace il gusto ma tutto quello che la camomilla rappresenta. A cominciare da quando da piccola, aiutavo mia nonna a raccoglierla, spargela sui teli al sole prima e a sgranarla dopo, per conservarla poi, fiori intatti, nal vaso di vetro con tappo dorato che era stato della marmellata. Mi piace il profumo che ha, che si sente per la casa, mica solo in cucina. E poi mi piace il calore della tazza, quello che senti abbracciandola con la mano, e quel rumore che fa il soffiarci sopra per farla raffreddare, credo che la camomilla insieme al brodo di pollo sia la cosa che si raffreddi più lentamente in assoluto. Stasera avevo voglia di camomilla, forse per quel dolore sciocco che ho, non figurato, un dolore vero, non forte ma insistente, proprio qui, al cuore. Non so bene che cosa sia, di sicuro niente di grave, ovvio, ma per me che sono ansiosa, ansiogena, ansioserrima, sembra una cosa terribile. Perciò, ecco la medicina. Ho scaldato l'acqua nel pentolino, mica nel bollitore, perchè il bollitore serve per il thè e la tisana, una camomilla che si rispetti si fa solo nel pentolino, meglio quello un pò ammaccato, quello che mi è rimasto attraverso i mille traslochi e che per niente al mondo mai butterei via. Così, comincia il rito del mescolare e mescolare e soffiare, e assaggiare dal cucchiaino, e mescolare e mescolare, ma cosa mescolo se è senza zucchero. Mescolo perchè mi sembra che salga meglio il profumo, e dentro ci sento tutto quello che ci voglio sentire, è odore di buono e di cose che conosco, e so che mi farà bene e mi farà stare tranquilla e passare tutto, qual che sento e quello che no, e che è vero il sapore non è che mi faccia impazzire, ma la camomilla del pentolino mi guarirà e non è quella col fiore intero che mia nonna passava nel colino, ma un pò ci assomiglia e un pò me la ricorda, e a ben sentire, quel dolore insistente al cuore forse mi sta già passando. Anzi, è passato, di già.

17 febbraio, 2009

La scorta.

Oh, yesssss,stamattina s'è fatta una giratina. Biella, per cominciare. E un sacco enorme di lana, per finire. Si è attesa l'ora giusta, si è sbrigato qualche faccenda, e con l'Amica delle Perle ci si è avventurate sù per i bricchi, alla ricerca. Comprato molto, ricevuto in dono, anche. Il risvolto gradevole di tutta la questione è che si chiacchiera amabilmente, ci si ferma per la strada a rifocillarsi, si ride come oche giulive perchè nonostante cartelli e navigatore ci si infila non si sa nè perchè, nè percome, in una specie di sentierino strettissimo e senza uscita. Il delirio. La missione si è compiuta con grande professionalità e morigeratezza, compunte e distinte, educate e rispettose. Ora, non resta che fare una tonnellata di gomitoli.E tutto ciò che ne consegue. Si prescrivono gite di tale portata una volta alla settimana, meglio se dopo un periodo immagonato e tristanzuolo. Esse portano una serenità diffusa, una bella pace dell'anima, un bel momento di inimmaginabile tranquillità e svago. Senza avere fretta, preparando teglie da scaldare nel microonde, organizzando con precisione chirurgica figlioli e consorti, senza dare orari, a dire Torno Alle. Si dice Torno Verso Sera. E' così che và il mondo.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...