18 febbraio, 2007

Stesa.


Ah, domenica. La giornata in cui si può decidere in assoluto se fare qualcosa di esaltante, se fare qualcosa e basta, se non fare proprio niente e tanti saluti. Oggi avevo optato per la terza soluzione. Mi sarei alzata piuttosto tardi, avrei impostato un pane per la colazione, mi sarei ciondolata in camicia da notte di qui e di là per casa, avrei letto le notizie sbadigliando e guardando di fuori di tanto in tanto, avrei fatto un bagno di un'ora e un quarto avvolta in una nuvola di schiuma, avrei letto, ricamato e fatto solo le cose che piacevano a me. Bene, niente di tutto ciò. La mia domenica si è dipanata, ahimè troppo velocemente, fra bucati e stiraggi, fra trasporti, apparecchiamenti, sparecchiamenti e cose così. Non certo il massimo della vita. Solo adesso a pomeriggio inoltrato, che finalmente Ulisse riederà dalla sua domenica barcarola, che i figlioli son tutti sparsi, chi in città chi a studiacchiare, mi sono buttata e nemmeno tanto figuratamente, sul divano, crollata, per così dire, a ripetermi che nemmeno l'ultima delle Cenerentole, la terz'ultima delle Penelopi e la quart'ultima delle Signore Marie, quelle che arrivano presto e vanno via presto, ha mai passato una domenica così. Da ora e fino alla mezzanotte non muoverò una paglia. E allora sì, via al bagno, ai libri, a tutto il niente che voglio che io. Fino alla mezzanotte, ho detto. E se mi addormento prima? Già, non ci avevo pensato.

2 commenti:

Sandra ha detto...

Eh eh eh... :-D
vuoi una mano per il relax?
:-*

FEDERICO GHIGLIONE ha detto...

Ciao,
visitina di cortesia per vedere il tuo bel blog.
baci
rosco

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