Niente o quasi succede in questi giorni di simil vacanza cittadina. Tranne il girare come una trottola per risolvere alcune incombenze, e di fretta, sa? chè ho da chiudere casa e raggiungere l'Isola, qualche figliolo resta ma il ricongiungimento famigliare avverrà presto, in fondo. Il Quasi Maturo finirà ben questa kermesse di appunti e di crediti e di prove e di tesine e di erroracci ministeriali da segnare con la penna rossa. Io qui, in realtà, dirigo. Smisto. Il traffico della Princi, da e per case delle amichette, il viaggio da e per i lidi casteggiani, Reale Ospite di una zia nemmeno adottiva, nemmeno acquisita, ma più preziosa di una Kelly rosa pastello. E mi accingo, vieppiù, ad accantonare cose da portar via, libri che voglio leggere, stirare parei ed altre amenità. Ma ieri, nel nulla agitato di questi ultimi giorni, un flebile cip cip che assomigliava più ad una suoneria di un telefono che ad un verso animale, ha catturato la mia attenzione, dacchè mi accingevo con rara maestria ed equilibrismo ad aprire la porta di casa, con circa 6 tra borse e zaini appesi alle mie stanche braccia. Il flebile cip giungeva, già rassegnato, dal locale caldaia. Che fare? Chiamati a raccolta i figlioli, che il Quasi Maturo ben se ne è guardato di aggiungersi alla squadra di Pronto Intervento, la PrinciAnsiosa, il Liceale e la medesima ecco che aprono con cura la porticina della caldaia.E quale non fu il loro stupore nel vedere, appallottolato in un angolo, un uccellino grande come un'albicocca, pennuto e morbido, con un faccino spaventato e lo sguardo colmo di disappunto per trovarsi, non già nel confortevole patrio nido, ma in un orrido, buio luogo, tra il sacco del terriccio e l'antipidocchi pe le rose. Il LicealeCuor Di Leone ha fatto il primo passo: lo ha raccolto con la tenerezza che è sua e cercava di capire con sguardo da primario se necessitasse di qualche ingessatura, steccatura o bendaggio. La PrinciCrocerossina gli carezzava il capino, ben attenta a scansare Philadelphia che si sa, è un cacciatore provetto. Com'è, come non è, lo abbiamo adagiato, spaventato e riconoscente nella gabbietta del gatto posta ad altezza di sicurezza e questa mattina, meraviglia, se ne era volato via. Non dopo aver spazzolato tutto il mangime del pettirosso che, secondo le regole dell'ospitalità, gli avevamo offerto per rifocillarlo. Va bene, lui era un passerotto e non un pettirosso, ma i passerotti non vanno mica tanto per il sottile, sa?
2 commenti:
scriverai anche dall'isola?
Un applauso a tutto il rescue team!
p.s. siete sicuri che sia effettivamente volato via e non sia finito in bocca a Philadelphia, vero? ;-)
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